Separazione carriere, l’Anm lancia il Comitato per il No: “Non facciamo politica, è il governo che cerca lo scontro”
- Postato il 31 ottobre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Ho accettato con entusiasmo perché credo profondamente che questa sia e debba essere la battaglia dei cittadini, e non possa essere la battaglia dei magistrati contro il governo: forse è il governo che vorrebbe trascinare la magistratura su questo piano”. Il costituzionalista Enrico Grosso esordisce con queste parole nel suo incarico di presidente onorario del Comitato per il No alla riforma della giustizia, presentato ufficialmente dall’Associazione nazionale magistrati in una conferenza stampa in Cassazione. Cinquantanove anni, professore universitario e avvocato penalista a Torino, scherzando coi cronisti si definisce un “grigio accademico“, ma sembra entrato facilmente nel ruolo che da qui al voto – in programma tra marzo e aprile – lo trasformerà in frontman della campagna referendaria. “Fin dall’inizio della discussione sulla riforma”, dice, “mi ha colpito la mistificazione delle parole: è stata presentata come la separazione delle carriere, ma non c’entra praticamente nulla”. La distinzione dei percorsi professionali tra giudici e pm, afferma, “è lo specchietto per le allodole dietro al quale si cela la minaccia ben più grave, quella all’autonomia e all’indipendenza della magistratura tramite il Csm, duplicato, sorteggiato, a cui verrà sottratta la funzione disciplinare”. Con un “disegno complessivo: indebolire l’indipendenza della magistratura dalla politica”.
Per questo, argomenta Grosso, “si cerca di fare girare lo sguardo dall’altra parte, di attirare l’attenzione su cose che non hanno nulla a che vedere con il significato vero della riforma. Le carriere di fatto sono separate da anni, se si voleva farlo ulteriormente si poteva usare una legge ordinaria. Invece la posta in gioco è ben altra, per questo si è voluto toccare la Costituzione in un modo mai visto prima”, spiega. Il professore ricorda di essere stato invitato alle audizioni sul disegno di legge in discussione al Senato e di essere rimasto “sconcertato dall’atteggiamento: un totale disinteresse, nessuno che ascoltava, che si finisse presto, perché bisogna andare al voto. Non è il modo giusto di riformare la Costituzione”. Poi fa un richiamo storico: “Sapete qual è l’unico altro caso in cui la Carta è stata modificata con questa rapidità? Quando è stata abolita la pena di morte. Su quello si poteva essere tutti d’accordo, questa modifica meriterebbe ben altro ragionamento“. I cittadini, conclude, “hanno il diritto di farsi spiegare bene di cosa si tratta”: per questo “auspico che molti cittadini entrino a fare parte del comitato”, aperto a tutti, “e ci aiutino in questa delicata operazione di informazione”.
Alla domanda se sia pronto a confrontarsi in tv con il governo e la premier Giorgia Meloni, il giurista si dice “disponibile e fin da oggi aperto al confronto con tutti, compresi coloro che questa riforma hanno voluto”, cioè Meloni e il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Ma proprio su questo punto Grosso punge: “È veramente un fuor d’opera che il governo”, e non il Parlamento, “sia il promotore della riforma della Costituzione. Dopodiché, se il governo vuole confrontarsi con noi è ovvio che siamo pronti”. Anche il segretario dell’Anm Rocco Maruotti, ospite di SkyTg24, dice di sì a un duello tv con Nordio accettato ieri dal ministro: “L’Anm ci sarà, anche col suo Comitato”. E il presidente esecutivo del Comitato, il giudice pugliese Antonio Diella, rivendica la scelta di vietare l’iscrizione a chi ha o ha avuto incarichi di partito: “È un messaggio chiaro, non vogliamo entrare nella polemica, non vogliamo un no per mandare un segnale a qualcuno. Tutti gli inviti che ci vengono fatti a non schierarci, li abbiamo raccolti già all’atto della costituzione”, dice rispondendo al leitmotiv di Nordio. Il nuovo soggetto, chiarisce, “è stato costituito su iniziativa dell’Anm ma è di tutti, aperto alla partecipazione e all’impegno di avvocati, professori universitari, cittadini. Non è un comitato di casta e non è una corporazione, vuole essere un luogo di incontro e di confronto”.
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