Separazione carriere, il blitz della destra: dibattito tagliato, testo in Aula l’11 giugno al Senato anche senza relatore
- Postato il 14 maggio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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La riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati andrà in Aula l’11 giugno al Senato anche senza mandato al relatore, cioè senza che sia concluso l’esame in Commissione Affari costituzionali. La scelta, anticipata dal Fatto, è stata ufficializzata dalla conferenza dei capigruppo su richiesta del presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri. Il calendario dei lavori, messo a punto mercoledì pomeriggio, dovrà essere approvato giovedì dall’Aula di palazzo Madama.
Il blitz della maggioranza serve a tagliare i tempi per l’ok definitivo al ddl, già approvato in prima lettura alla Camera ma in ritardo rispetto alla tabella di marcia fissata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, che prevede i quattro via libera necessari entro l’estate in modo da tenere il referendum confermativo (necessario in caso di approvazione con una maggioranza inferiore ai due terzi) il prossimo anno. In questo modo, considerato il tempo necessario per emanare le leggi attuative, la riforma entrerebbe in vigore in tempo per la scadenza del Consiglio superiore della magistratura alla fine del 2026, organo rivoluzionato dal testo (che lo sdoppia in due Consigli diversi, uno per i giudici e uno per i pm).
Gli emendamenti presentati dalle opposizioni sono oltre 1.300: nei giorni scorsi Gasparri ha rivendicato l’intenzione di procedere con la “tagliola”: “Capisco il legittimo ostruzionismo delle opposizioni ma ricordo che sulla riforma, in Commissione, ci sono state 19 sedute, 175 interventi dell’opposizione, 30 audizioni, 1.363 emendamenti presentati e sette ordini del giorno”, ha detto. Contro l’ipotesi si era scagliato il capogruppo dem in Commissione, il costituzionalista Andrea Giorgis: “L’ipotesi di opporre la tagliola, in commissione, alla riforma costituzionale della magistratura sarebbe gravissima. Non ci sono precedenti. Una riforma costituzionale non deve mai essere blindata. L’arroganza politica di chi chiede di modificare, e neanche discutere, è veramente preoccupante”, aveva detto.
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