"Senza vergogna": l'ira di Salvini sull'amico di Ramy, cosa è successo
- Postato il 22 febbraio 2025
- Di Libero Quotidiano
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"Senza vergogna": l'ira di Salvini sull'amico di Ramy, cosa è successo
Forse nemmeno il filosofo Zenone sarebbe riuscito a comprendere il paradosso del giorno. Fares Bouzidi, il giovane indagato per omicidio stradale perché alla guida dello scooter sul quale viaggiava il 19enne Ramy Elgaml, e che sarà processato con il rito immediato per resistenza a pubblico ufficiale, ha depositato in Procura una denuncia a carico di quattro carabinieri del Nucleo Radiomobile di Milano coinvolti nell'inseguimento del 24 novembre dello scorso anno.
In particolare, uno dei militari è stato denunciato per lesioni personali perché, si legge nell'atto visionato dall'Agi, «quale carabiniere in servizio alla guida della vettura denominata Volpe 40, Alfa Romeo Giulietta, mentre mi inseguiva per la fuga che ponevo in essere alla guida del motociclo di mia proprietà Yamaha T -Max, giunto all'intersezione tra la via Ripamonti e la via Quaranta di Milano, deliberatamente mi speronava urtando con la parte anteriore sinistra della vettura condotta la parte posteriore destra del motociclo, causandone la perdita di controllo e comprimendo il motociclo contro il palo semaforico presente che veniva abbattuto dall'autovettura stessa, così cagionandomi lesioni personali». Peccato che Fares Bouzidi su quella moto non ci sarebbe neanche dovuto essere visto che guidava il motorino senza avere conseguito la patente. Ma non solo, il giovane era stato anche trovato positivo a sostanze stupefacenti. Risulta dunque molto curiosa la scelta del ragazzo di denunciare chi stava semplicemente svolgendo il proprio mestiere. Ricordiamo ai lettori che a Bouzidi, che oggi si riscopre esperto di giustizia, è stata perfino negata la messa alla prova. In particolare, il giudice per l'udienza preliminare, Lorenza Pasquinelli, ha rigettato la richiesta di messa alla prova avanzata dai legali del giovane marocchino.
Nel settembre 2022, Fares Bouzidi era stato anche trovato con sei grammi di hashih. Insomma, un bel curriculum vitae quello del ragazzo che, nella denuncia presentata in procura, scrive anche che lo «speronamento fu causa volontaria della caduta della moto da me condotta e dunque delle lesioni da me patite». Bouzidi, assistito dagli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, aggiunge inoltre che «dovrà valutarsi, oltre alla pacifica dinamica immortalata dai video in atti, anche la condotta successiva posta in essere dai militari che, nell'ipotesi al vaglio della Procura, hanno eliminato una dirimente prova video e hanno omesso di indicare negli atti la presenza del testimone oculare». Parole fortemente in contrasto con quanto dichiarato dai due carabinieri coinvolti. I due, infatti, lo avrebbero semplicemente diffidato dal diffondere il video del tentativo di rianimazione a Ramy da parte dei colleghi ritenendo che fossero immagini di natura sensibile. Una versione molto diversa da quella rilasciata dal giovane che nella denuncia scrive che «al fine di evitare che quanto falsamente attestato al punto precedente venisse smentito ometteva di indicare la presenza sul luogo dei fatti del testimone oculare E. O., omettendo di indicare le dichiarazioni dallo stesso rese». I due carabinieri sono indagati per depistaggio e frode processuale e favoreggiamento nell'interrogatorio in procura dopo aver ricevuto un invito a comparire da parte dei pm Giancarla Serafini e Marco Cirigliano. Ma Fares Bouzidi non si ferma qui. Il ragazzo accusa i militari anche del reato «di “falsita” ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici». In concorso tra loro, «in qualità di pubblici ufficiali nell'esercizio delle proprie funzioni formando il verbale di arresto a mio carico attestavano falsamente fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità e nel dettaglio». A espriemre solidarietà ai militari è stato il ministro e vicepremier Matteo Salvini che su X ha scritto: «Senza vergogna. Onore ai Carabinieri».
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