Senaldi: Schlein attacca sulla sanità ma i tagli sono del Pd
- Postato il 21 novembre 2024
- Di Libero Quotidiano
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Senaldi: Schlein attacca sulla sanità ma i tagli sono del Pd
Andrà a finire che la ricovereranno; oppure che rimedierà una denuncia per stalking o interruzione di pubblico servizio. Elly Schlein ha fatto ieri la sua conferenza stampa per celebrare la conquista di Emilia-Romagna e Umbria e ha svelato le carte sulla sua strategia per contrastare il governo da qui al voto: una mobilitazione permanente negli ospedali. «Andremo nei luoghi di cura per ascoltare medici e personale sanitario. Faremo parlare chi non riesce a curarsi o deve pagare di tasca propria, rivolgendosi alla sanità privata; e chiederemo di mettere 5,5 miliardi in più su quella pubblica, visto che la spesa sta scendendo sotto il 6% del prodotto interno lordo». La sanità è stata il tallone d'Achille dell'amministrazione della leghista Donatella Tesei, in Umbria, e la segretaria dem pensa di aver trovato la formula vincente, spostando a livello nazionale la battaglia che le ha fatto conquistare la Regione.
Ieri peraltro è stato anche il giorno dello sciopero dei medici, ma probabilmente non saranno molti quelli che Schlein troverà in corsia ansiosi di confidarle le loro pene. In piazza Santi Apostoli, a Roma, secondo la questura c'erano 800 persone, di cui poche decine di medici, per protestare contro la manovra.
I TAGLI DELLA SINISTRA
Per la segretaria dem comunque il principio di realtà è sempre un elemento secondario della politica. Conta la narrazione. Ha capito che la salute, per gli italiani, tra i tre popoli più anziani al mondo, è la priorità e che tutti la ritengono un servizio dovuto, in quanto la Costituzione la tutela come «diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività». Così ha deciso di partire all'attacco. Il fatto che, dati alla mano, a tagliare le spese sulla sanità siano stati i governi di sinistra, per Schlein non rileva: quello prima di me, era un altro Pd, mi hanno chiamato apposta per cambiarlo, è la scusa buona per ogni argomento. Fuga dalle responsabilità di partito è la parola d'ordine; anche se, a parte qualche giovane innesto non irresistibile, la nomenklatura dem non è cambiata molto.
Già nel 2019 la fondazione Gimbe, ancorata a sinistra, denunciava che in dieci anni erano stati sottratti alla sanità, tra mancati finanziamenti e tagli, 37 miliardi. Il conto è presto fatto: nel suo biennio a Palazzo Chigi, Matteo Renzi ha tagliato 6,8 miliardi, Paolo Gentiloni un'altra dozzina e Giuseppe Conte ha fatto peggio di tutti: 14 miliardi; di cui oltre dieci quando governava con il Pd e il centrodestra era tutto all'opposizione. Naturalmente, il tutto senza che nessuno abbia mai protestato o indetto mobilitazioni. Musica e destino opposti invece per il governo di centrodestra, contro il quale sono stati fatti due scioperi, malgrado abbia aumentato gli stipendi di medici e infermieri e adottato misure incisive per ridurre le liste d'attesa.
La finanziaria del 2023 ha stanziato sette miliardi per il triennio, quella del 2024 ne ha messi altri undici e quella del 2025 contiene 35 miliardi di investimenti in cinque anni. Oltre ai 2,3 miliardi in più di pronta cassa previsti per l'anno prossimo. Sono investimenti i cui effetti sono solo in piccola parte visibili, e questo consente a Schlein di dare battaglia. Onestà intellettuale dovrebbe però portare la segretaria dem a raccontare la realtà per quella che è; in particolare, a non mettere in conto a Giorgia Meloni le decisioni sanguinose di chi l'ha preceduta a Palazzo Chigi, sostenuto da maggioranze di sinistra. Come dice Vincenzo De Luca, il governatore della Campania, ormai anti-Schlein per eccellenza: «Ci sono responsabilità che riguardano i ministri della Salute del Pd».
OBIETTIVO 7%
«L'obiettivo è portare al 7% del Pil la spesa sanitaria» dice il ministro della Salute, Orazio Schillaci; un dato che abbiamo avuto solo durante il Covid, ma per il crollo verticale dell'economia e non per l'aumento degli stanziamenti. Ma è ovvio che la spesa non può essere aumentata a dismisura come se il Pil fosse una variabile immutabile, altrimenti i conti si sfasciano e la sanità non si cura, come invece sarebbe nel programma di Schlein. La linea del Ministero è quindi quella di aumentare le risorse, ma anche di spenderle meglio.
I sindacati scioperano, ma di fatto il governo ha messo quasi tutti i soldi a disposizione per sostenere economicamente il personale sanitario: polizia negli ospedali per tutelare i medici dalle aggressioni, aumento degli importi perle prestazioni aggiuntive, che godono anche di una tassazione al 15%, aumento delle indennità per chi lavora nei pronto soccorso; tutti interventi che non hanno precedenti.
Quanto ai pazienti, per il 2026 è prevista l'apertura di 1.400 case di comunità sul territorio, per decongestionare gli ospedali e aumentare i livelli di prevenzione. L'obiettivo è farci lavorare i medici di famiglia per diciotto ore la settimana. Per la prima volta poi, l'Italia ha un progetto per la riduzione delle liste di attesa. Ma è alle Regioni che spetta applicarlo; e questa non è questione di risorse bensì di capacità organizzativa.