Senaldi: il piano anti-Conte di Grillo, collette e appello ai suoi

  • Postato il 10 ottobre 2024
  • Di Libero Quotidiano
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Senaldi: il piano anti-Conte di Grillo, collette e appello ai suoi

Te la do io la causa... Fate la carità a un povero milionario. Consentitegli di difendere le proprie idee e le proprie rendite con i vostri soldi. La richiesta di Grillo Giuseppe, in arte Beppe, di farsi pagare dai suoi residui fan grillini la causa contro Giuseppe Conte per sottrargli il nome e il simbolo del partito è la nemesi della sballata ideologia pentastellata. L'elevato sta provando sulla propria pelle che l'idea che i soldi ci sono sempre per tutti è una cavolata pazzesca anche per chi, come lui, i denari li ha fatti con il badile. Il fondatore del Movimento che ha alleggerito di 40 miliardi le casse pubbliche con il reddito di cittadinanza e, non pago, ha dato la mancia a chi si accontentava di acquistare un monopattino, sovvenzionato con 122 miliardi la ristrutturazione di palazzi di lusso con il superbonus e speso 150 euro per ciascuno dei 430mila banchi a rotelle con cui abbiamo fatto capire agli italiani, fin dalle elementari, che lo Stato è una via di mezzo tra un parco giochi e una barzelletta, non vuol mettere le mani in tasca. Finché si parla di casse pubbliche, Grillo è generosissimo; quando si tratta del proprio conto in banca, si riscopre genovese doc, lancia un crowdfunding che sa di fregatura tra i suoi fedeli e replica in chiave personale quella che è stata la filosofia dei pentastellati al governo quando dal balcone annunciavano di aver abolito la povertà: a noi la gloria, il conto a Pantalone.

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L'elevato ha dichiarato di voler «battere Conte sul piano mediatico», per giustificare la tregua sul fronte carte bollate, in attesa che qualcuno risponda ai suoi SOS economici. E così ieri è tornato a sparare contro l'avvocato dal suo blog, quello che il Movimento gli finanzia al prezzo di 300mila euro l'anno. «Ricordate M5S, un'armata di sognatori partita come un meteorite pronto a spazzare via tutto?» chiede e si chiede. «Si è perso nel labirinto del governo, ma è arrivato il tempo di riprenderci tutto: sogni, battaglie». E quindi il comico minaccia: «D'ora in poi, ogni settimana vi farò riscoprire quello che abbiamo già detto ma forse qualcuno non ha compreso bene, ogni progetto è un pezzo di futuro che porta un nome: 2050». Chi gli crede, si prepari a firmargli un assegno.

Dietro il cambio di strategia c'è il piano d'azione che l'avvocato Pieremilio Sammarco, un fenomeno del diritto, avrebbe presentato a Grillo per riprendersi il Movimento: una causa incerta ma non impossibile da vincere; sicuramente però costosa, di quelle che non basta recapitare a casa un paio di barattoli di pesto per sdebitarsi. La storia di simbolo e nome dei M5S passa infatti per un groviglio di associazioni che si succedono e che ne hanno la titolarità solo se conservano un minimo degli ideali che furono, e per questo Grillo continua a battere su di essi.
Questa la strategia, ma per arrivare a dama non servono posti sui blog ma tanta maestria giuridica. E i quattrini; anche perché, sempre per non spendere, nei vari passaggi con i quali il comico avido si è svenduto un tocco alla volta gli ideali, lo sventurato si faceva assistere da Luigi Di Maio. Trattasi di un ragazzo molto sveglio, al quale lo Stato italiano sta sovvenzionando un master a cinque stelle attraverso incarichi pubblici per cui non è titolatissimo, ma non in grado di duellare con un marpione del diritto come l'avvocato Giuseppi su codici e clausolette. E in fondo, secondo i maligni, è tutta una questione di denaro, quella del rapporto tra Grillo e Conte. Sembrerebbe che, per far abbassare i toni all'elevato, sia stato sufficiente all'ex premier minacciare di tagliargli l'assegno per il blog e di ritirargli la manleva sulle querele che il suo eloquio troppo diretto gli garantisce a mazzi.

DUE DEBOLEZZE
Unica buona notizia, per il fu fondatore, potrebbe arrivare dai fan; i quali, probabilmente non gli daranno il credito economico che lui si aspetta - d'altronde Beppe e Gianroberto Casaleggio li catturarono promettendo di distribuirgli soldi, non di chiederglieli-, ma ancora gli concedono qualche spicciolo di fiducia politica. Se infatti Conte ha in mano il partito alle Camere, dove comanda un drappello di sconosciuti che hanno in lui la sola speranza di sopravvivenza, sui territori resistono nostalgici dei meet up della prima fase grillina, quando i fan del comico si trovavano in posti improbabili convinti di aprire un giorno il Parlamento come una scatoletta di tonno. A essi Grillo si rivolge dal suo blog, che definisce «un baluardo», anche se a scorrere i commenti sotto i suoi pensieri ce n'è uno di approvazione ogni cinque di critiche o insulti. L'elevato promette ai suoi un percorso «per fare insieme un'Italia che nessuno ha mai immaginato ma che è già qui e aspetta solo di essere costruita». Messaggio struggente, ma più triste che romantico, con la fatale caratteristica di essere vecchio senza una storia nobile. La recita è finita, per portare avanti lo spettacolo bisogna cambiare copione e investire. Per la prima cosa, Grlllo non ha più le risorse intellettuali: per la seconda, sostiene di non avere quelle economiche.

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Autore
Libero Quotidiano

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