Sempre la solita mafia: un siciliano disperato davanti alla politica dell’Isola
- Postato il 2 marzo 2025
- Politica
- Di Blitz
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Sempre la solita mafia: un siciliano disperato davanti alla politica dell’Isola. L’onorevole siciliano arrestato, in Sicilia i consiglieri regionali vengono chiamati onorevoli, ha fatto qualcosa di disonorevole, si è messo a disposizione di una famiglia mafiosa, non di una qualsiasi, poco riconoscibile per cui magari poteva sorgere un equivoco, ma dei Santapaola direttamente.
Non solo in Sicilia
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Perché un politico in Sicilia, ma succede ormai anche al nord, si mette a disposizione? Perché i politici hanno una malattia cronico degenerativa, il consenso, la caccia al voto.
I voti sono come una droga per un politico siciliano, che da dipendenza, ogni tornata elettorale è come una corrida, e se non “mati” il toro elettorale da questo vieni incornato, per cui ansia, ricerca spasmodica, panico di essere superati e “fottuti” dai competitori, da cui il passaggio alle arti oscure, al Voldemort mafioso.
Il potere politico della Mafia
Il quale da, elargisce voti controllati nelle borgate ad alta densità mafiosa, tra case popolari e arrangiamenti, tra miserie economiche e culturali, dove i voti si comprano a 30/50 euro dal capoccia locale, e poi chiede in cambio favori, accessi, licenze, spazi pubblici.
Non ha importanza il partito, l’appartenenza, serve solo il ruolo. Si chiama voto di scambio politico mafioso, ed è un reato, un bruttissimo reato, perché significa annullare la democrazia, il voto come libertà di un popolo, la capacità di scegliere un destino diverso dall’attuale. Tutto viene mortificato, sporcato, e tutto questo nel silenzio delle istituzioni regionali, più che un silenzio attonito un silenzio omertoso, dell’oggi a te domani a me.
Il patetico di quest’ultima vicenda sfiora il ridicolo, l’onorevole “ma non tanto” in questione frequentava i mafiosi, al contempo era membro della commissione antimafia, in una terra che ha un numero di morti ammazzati per mafia forse superiori a quelli deceduti in Ucraina.
Ma a cosa è servito il sacrificio di Falcone e Borsellino, di Piersanti Mattarella, di Pio La Torre, di Pippo Fava, se il figlio di quest’ultimo Claudio, ex Presidente dell’antimafia, deve amaramente commentare che qui, in questa terra disgraziata, il mafioso è quello coerente mentre il politico non lo è assolutamente. La mafia non è solo in Sicilia, siamo riusciti a far salire la linea della palma, come scriveva Sciascia, ma qui tutto scivola ormai nell’indifferenza generale, senza pudori o tremori, senza scossoni o riscatti civili. Altro giro, altra corsa, altro voto altro scambio.
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