Semafori parlanti
- Postato il 23 aprile 2025
- Di Panorama
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Nelle ultime settimane, le città di Palo Alto, Menlo Park e Redwood City, nel cuore della Silicon Valley, sono state teatro di un’insolita incursione tecnologica: i segnali acustici dei semafori pedonali sono stati hackerati per trasmettere messaggi vocali generati da intelligenza artificiale, che imitavano le voci di Elon Musk e Mark Zuckerberg.
Invece dei consueti avvisi come “Walk sign is on”, i pedoni hanno udito messaggi satirici e talvolta inquietanti. Una voce simile a quella di Musk affermava: “Sai, dicono che i soldi non possano comprare la felicità… Ma possono comprare un Cybertruck, e questo è piuttosto fantastico, giusto?” Un’altra registrazione presentava una voce simile a quella di Zuckerberg: “Ciao, sono Mark Zuckerberg… non c’è assolutamente nulla che tu possa fare per fermarlo. Comunque, ci vediamo.”
Questi messaggi sono stati diffusi in almeno 12 incroci a Palo Alto, con segnalazioni simili anche a Menlo Park e Redwood City. Le autorità locali hanno disattivato temporaneamente le funzionalità audio dei semafori per motivi di sicurezza, mantenendo attive quelle visive.
Ad alcuni tutto ciò è sembrato divertente. Dal mio punto di vista, un po’ meno.
Il fenomeno dei deep fake è sempre più inquietante e l’uso distorto delle IA sembra diventato uno sport internazionale.
Inoltre, quei semafori “parlanti” sono fondamentali per i non vedenti. Immaginate se, con il rosso, una voce dicesse: “Procedi pure, è verde.” Le indagini indicano che l’attacco sia avvenuto da remoto, sfruttando software obsoleti nei sistemi di controllo.
Se in questo caso si è trattato di una protesta sociale, in futuro potrebbe diventare lo strumento perfetto per qualcosa di infinitamente peggiore. Come ripeto da anni: quello che accade al di là di uno schermo produce effetti al di qua. E il vero problema è che non si capisce quanto possano essere gravi.