Sechi: in una foto tutto il nuovo scenario
- Postato il 8 novembre 2024
- Di Libero Quotidiano
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Sechi: in una foto tutto il nuovo scenario
L'elezione di Donald Trump nel 2016 aveva aperto un nuovo ciclo storico, il grande ritorno del 2024 innesca una nuova fase politica che sarà accompagnata dal presidente americano e da altri leader.
Vladimir Putin ieri ha aperto le danze dicendo che le parole di Trump meritano attenzione, ha ribadito che la Nato è una organizzazione anacronistica e a sorpresa si è detto pronto a incontrare di nuovo i leader occidentali.
Con lo zar bisogna essere prudenti, dopo aver invaso l'Ucraina ha detto di volere la pace ma in realtà continua a fare la guerra da oltre due anni. Non è un tipo malleabile, è un giocatore di scacchi di scuola sovietica e a differenza di molti altri sa correggere le sue mosse (segno di intelligenza), aveva iniziato in maniera disastrosa la campagna militare in Ucraina e ora sta vincendo la guerra e preparando lo scenario dei prossimi mesi con il generale Inverno. È una guerra che si risolve solo mettendo al tavolo Stati Uniti, Russia e Ucraina e con l'uscita in gennaio dell'amministrazione Biden è chiaro che ci saranno altre carte da giocare.
Cambieranno moltissime cose, guardate questa foto di famiglia del vertice del G7 in Puglia, è l'esempio più chiaro di quello che sta accadendo: delle figurine ritratte, solo Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen sono in sella, con Emmanuel Macron che ancora si regge, ma sembra un pugile sdentato che barcolla sul ring. Joe Biden è su un'altra dimensione, pugnalato dai dem; il premier giapponese Fumio Kishida si è dimesso e non si è più ricandidato con il partito liberale (che, travolto dagli scandali, ha poi perso le elezioni); Rishi Sunak è stato la stella di un attimo, non poteva ricostruire il partito conservatore inglese, ha perso nelle urne e oggi a Downing Street c'è il laburista Keir Starmer (e vedremo per quanto, dopo la stangata fiscale); il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha cacciato l'altro ieri il ministro delle Finanze, il liberale Christian Linder, e il governo della Germania è zombificato, in attesa di elezioni anticipate; Justin Trudeau ha i sondaggi sotto i tacchi e la sua uscita di scena è data per scontata; ultimo, a sinistra, c'è Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, per fortuna è andato a casa, un caso umano di presunzione e incapacità. Emmanuel Macron lascerà l'Eliseo nel 2027, mentre Ursula von der Leyen è in sella ma guida una Commissione europea dove i socialisti tremano e tramano. Al centro della foto, resta Giorgia Meloni, leader giovane, senza problemi di stabilità nel governo e dunque destinata a contare sempre più nel G7, perché in questi forum pesa certo la potenza della nazione, ma si fanno sentire l'esperienza, il carattere e le relazioni personali che poi fanno la differenza tra una figura di passaggio e un leader. Con l'arrivo di Trump, il G7 avrà un Presidente americano determinato a dare una svolta alla politica internazionale. Donald ha chiamato «Giorgia» l'altro ieri sera e il rapporto è già da «migliori amici».
E qui comincia a vedersi la trama di un'alleanza trasversale, una rete. Meloni è una vecchia conoscenza del Partito repubblicano, oggi a guida Maga, ha l'agenda e per Trump è un alleato utile per fare da “ponte” nell'Unione europea con leader tra loro profondamente diversi. La Germania è precipitata in un buco nero, è avviluppata in una pesantissima crisi economica e politica, la Francia annaspa sulla Senna, la Spagna prende a colpi di fango il re, il resto d'Europa cerca un faro nella notte. L'Italia può fare la sua parte, ben sapendo che la scena è dei giganti. La storia riparte sempre dalle città delle rivoluzioni, Mosca e Washington, mentre il Dragone di Pechino attende il suo turno. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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