Sechi: In quel Ministero serve silenzio

  • Postato il 24 ottobre 2024
  • Di Libero Quotidiano
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Sechi: In quel Ministero serve silenzio

La Cultura è un posto che scotta, il ministro non fa in tempo a sedersi che si ritrova in qualche guaio. Il Centrodestra per ingenuità e inesperienza del luogo ha sottovalutato l'importanza di quel dicastero, eppure il palazzo è un complesso imponente nel cuore di Roma, il Collegio Romano, ma evidentemente non basta e così prima Sangiuliano ha perso la testa per una bionda a cui ha concesso una confidenza e una fiducia mal riposte, poi nel marasma totale è arrivato Alessandro Giuli il quale ha il compito di rimettere le cose a posto parlando pochissimo (il mio consiglio è niente), facendo molto, pesando gli atti, controllando i fatti. Giuli è un'ottima persona ma deve capire alla svelta che niente gli sarà perdonato, nessuna svista gli sarà condonata.

La sua missione non è quella di fare bene, ma di dimostrarsi superlativo per la semplice ragione che il ministero della Cultura è il feudo più importante della sinistra anche e soprattutto quando non governa. Spano nominato al Maxxi da Giovanna Melandri, quindi prima dell'arrivo di Giuli alla Fondazione, è un fatto che passa del tutto inosservato perché il salotto romano progressista si autoassolve, dunque Spano è un perfetto alto burocrate quando governa la sinistra, ma appena la destra sale al potere lo stesso Spano non può fare carriera e diventa un ingombrante intreccio di questioni private e pubbliche, con l'aggiunta di dettagli piccanti sulla stampa bacchettona dei compagni. La Cultura scotta perché distribuisce molti soldi senza pretendere un ritorno certo in termini qualità e risultati, l'amichettismo vi ha sguazzato di sopra e di sotto e anche di sottosopra e se proprio si vogliono trovare storie interessanti tra le lenzuola, basta guardare relazioni e parentele e il gioco è fatto.

Ma questo naturalmente non è elegante, o meglio, vale solo quando governa la destra, mentre il nepotismo post -comunista è di una sciccheria intoccabile. Quanto alla destra, la lezione dovrebbe essere chiara: i ministri ricordino che il silenzio è d'oro e che non sempre Giorgia Meloni può riparare ai danni che fanno, anche a quelli involontari. Il fatto che tutto sia perdonato a sinistra non è una scusa per andare a piangere dalla mamma a destra.

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Autore
Libero Quotidiano

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