Se quattro bambini in auto uccidono, i politici si azzuffano: ma è solo una delle tante occasioni di lite

  • Postato il 13 agosto 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Se appena ieri l’altro qualcuno ci avesse raccontato che si può essere baby pirata della strada quando sei un bambino e non hai ancora 14 anni lo avremmo considerato un visionario e nulla più.

Invece è accaduto alla periferia di Milano, dove una pensionata di 71 anni, Cecilia De Astis, è stata travolta e uccisa da una macchina che aveva a bordo quattro ragazzini, il più grande dei quali, di 13 anni, era alla guida.

Questo è un episodio che dovrebbe lasciarci esterrefatti, se non increduli. Dovremmo interrogarci sul come e perché avvengano tali tragedie. Invece, un minuto dopo che i fanciulli (in che modo chiamarmi altrimenti) sono stati identificati è scoppiata una violenta polemica politica.

Da una parte la destra, dall’altra la sinistra. Matteo Salvini si è scagliato contro i campi rom (era lì che vivevano, eufemismo): “Bisogna raderli al suolo”, sostiene ad alta voce. “Non si può andare avanti così”.

Sala e i bambini rom

Se quattro bambini in auto uccidono, i politici si azzuffano: le tante occasioni di lite, nella foto beppe sala sindaco di milano
Se quattro bambini in auto uccidono, i politici si azzuffano: le tante occasioni di lite
(foto Ansa-Blitzquotidiano)

Il sindaco Giuseppe Sala si indigna: “In questi casi è vergognoso speculare”. Non aggiunge altro, forse perché ancora deve riprendersi dopo lo scandalo edilizio che ha sconvolto Milano, la “sua” città. Apriti cielo: lo scontro diventa furibondo, all’incidente, alla povera donna uccisa, ai bambini che sono stati protagonisti di una tragedia  così sconvolgente non ci pensa più nessuno. L’importante è accusare gli avversari e cercare di metterli dinanzi alle loro responsabilità.

“Questa è una sciagura che poteva essere evitata. Se è successa è  perchè il governo che guida oggi l’Italia non si è reso conto di come si sono ridotte le periferie della capitale economica del nostro Paese”.

Conti alla mano, si ricordano i numeri. Quando era la sinistra a Palazzo Chigi di questi accampamenti ne sono stati eliminati dieci, oggi soltanto uno.  Forse la bufera politica (esplosa a meno di 24 ore dall’accaduto) era troppo impegnata a dimostrare ragione e torto dei due schieramenti.

Come si vive in quelle condizioni, in che modo vengono educati i bambini, perché mai non ci siano “insegnanti”che possano far le veci dei genitori senza soldi, preoccupati solo dall’esigenza di trovare un pasto che possa sfamare l’intera famiglia.

Ogni pretesto è buono

Eccolo il vero problema che non è quello di chiarire se sia la maggioranza o l’opposizione ad aver sbagliato. No, nell’Italia di oggi ogni pretesto è buono per innestare la quarta e mettere all’angolo chi non la pensa come te.

Si può mai essere una Nazione con la N maiuscola se queste sono le premesse? Allora invece di parlare o scrivere se la colpa è di Giorgia Meloni o di Elly Schlein si affronti la “vexata quaestio” e se ne traggano le  dovute conseguenze e. quel che più conta, i risultati.

L’incontro Putin Trump è forse passato in second’ordine? Assolutamente no. È sempre vivo e tiene con il fiato sospeso miliardi di persone. La verità è che si vorrebbe anzitempo far pendere la bilancia da una parte o dall’altra. Il Cremlino sostiene che le terre occupate in guerra rimarranno della Russia; Zelensky ritiene che questa ipotesi è assurda ed è inutile vedersi in Alaska.

Nel bel mezzo, spunta l’Europa attonita dalla decisione di non essere a quel tavolo. I due contendenti sono come quei pugili che ancor prima di cominciare un match studiano l’avversario per sorprenderlo e magari batterlo con un cazzotto che non si aspettava.

Bisogna solo attendere e badare a quel che succede tra le nostre mura domestiche. Indovinate un pò? Il braccio di ferro ha per protagoniste Giorgia Meloni e Elly Schlein.

Il diverbio riguarda il turismo e il flop che avrebbe interessato l’estate italiana. Spiagge vuote e ombrelloni chiusi. “Non è vero”, interviene la premier  “Sono false accuse e i numeri ci danno ragione. In tal modo si scredita il Paese. È questo il disegno della sinistra?”.

La replica della segretaria del Pd non si fa attendere: “Ripeta quel che ha detto agli italiani che son dovuti rimanere a casa, perché la vacanza sarebbe costata troppo, impossibile per le loro tasche”. Non c’è giorno che le due donne più importanti della nostra politica non si azzuffino. Non sarebbe meglio un armistizio sia pure breve per risolvere annose questioni?

Una di queste riguarda la vecchia Italsider di Taranto, un impianto sul quale è difficilissimo trovare una soluzione. Se l’attuale Ilva chiude, l’intero territorio ne pagherà le conseguenze economiche; se rimane aperto, sono le condizioni di salute dell’intera popolazione a soffrirne.

Ieri il ministro Urso, dopo l’ennesimo incontro con i sindacati e i proprietari dell’industria, ha affermato che finalmente si è raggiunto un accordo storico. Sapete da quanti anni è che risuona questo ritornello? Ero un giovanotto alle prime armi con il giornalismo, ora sono vecchio. Lascio a chi legge la conclusione.

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Autore
Blitz

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