"Se poi prendi due schiaffi...". Le minacce durante un volantinaggio a una militante di Fdi
- Postato il 25 settembre 2025
- Cronaca
- Di Agi.it
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"Se poi prendi due schiaffi...". Le minacce durante un volantinaggio a una militante di Fdi
AGI - Durante un volantinaggio davanti all'Istituto Romolo Zerboni di Torino, nella mattinata di ieri, una militante di Gioventù Nazionale Torino - sezione D'Annunzio è stata avvicinata da un membro del personale scolastico che ha pronunciato la frase: "Vieni qua a dare un volantino contro i maranza? In questa scuola? Ti rendi conto che se poi prendi due schiaffi..."
La sezione D'Annunzio è impegnata da settimane nel portare avanti una campagna di sensibilizzazione contro le baby gang, intese come fenomeno volto all'esaltazione della violenza, del bullismo, abuso di droghe e vandalismo. Dopo l'episodio, i militanti della sezione hanno diramato un comunicato. "Un avvertimento? Una giustificazione di eventuali episodi di violenza? Come dobbiamo interpretare una frase del genere, rivolta verso una ragazza impegnata in un'iniziativa di sensibilizzazione contro le baby gang? - si legge nella nota - le nostre campagne si svolgono sempre nel pieno rispetto delle regole e nella totale non violenza. Sentire un adulto, peraltro posto in una funzione educativa, parlare in questi termini significa non solo sminuire il valore della libertà di espressione, ma anche legittimare indirettamente l'idea che la violenza possa essere in un certo qual modo una risposta politica. Davvero, se una ragazza venisse aggredita per aver portato avanti una campagna di sensibilizzazione contro le baby gang, qualcuno potrebbe dire 'se l'è cercata'? È un messaggio pericoloso, che respingiamo con fermezza".
Per l'avvocato e consigliere comunale a Torino di Fratelli d'Italia, Raffaele Marascio, "l'episodio dimostra quanto serva ancora lavorare per affermare il diritto di tutti, soprattutto dei giovani, a fare politica senza avere paura. A Torino non devono esserci zone franche dove si teme di esprimere un pensiero. Chi ricopre ruoli educativi ha il dovere di dare l'esempio, non di scoraggiare con parole che suonano come una sorta di giustificazione di eventuali ripercussioni violente. Pretendiamo chiarimenti e rispetto per la libertà di espressione".
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