“Se il sistema esige che gli artisti facciano numeri, finisce con avere artisti che i numeri li danno”: lo sfogo di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari
- Postato il 22 giugno 2025
- Musica
- Di Il Fatto Quotidiano
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“In questi giorni si legge di tutto: live truccati, biglietti svenduti, sold out inventati, streaming gonfiati e via dicendo. Io ritengo che un sistema che esige che tutti gli artisti facciano numeri finisce con avere artisti che i numeri li danno”. Dopo Federico Zampaglione dei Tiromancino, anche il leader dei Pinguini Tattici Nucleari Riccardo Zanotti, con un post sui social, si è espresso sulla questione che da giorni tiene banco nel mondo della musica: da quando è ricominciata la stagione dei concerti estivi, non si discute d’altro che di sold out e biglietti scontatissimi. Il caso è scaturito a partire dagli show di Elodie negli stadi a Milano e Napoli. A pochi giorni dagli eventi, sarebbero spuntati in rete tagliandi a 10 euro, con un link che consentiva di acquistarli in maniera del tutto regolare. I fan hanno inondato i social di screenshot che mostravano i prezzi stracciati e molti hanno lamentato di essersi invece riservati un posto al live a prezzo pieno. Su Ticketone i biglietti erano infatti disponibili a partire da circa 42.90 euro per il settore più economico, fino ai 74.75 euro per le aree più vicine al palco. La pratica, comunque, non è nuova, perché esistono delle convenzioni che consentono di acquistare alcuni prodotti, di cui fanno parte anche i biglietti per i concerti, a prezzi scontati. Una volta accesi i riflettori sulla questione, il discorso si è allargato a tutta l’industria della musica ed è diventato più generale.
“Questa foto immortala un momento particolare: stavo registrando ‘Burnout’, una canzone dell’ultimo disco a cui tengo molto – ha scritto Zanotti a corredo di una foto che lo ritrae in studio con una chitarra in mano –. La mattina prima ero andato al solito bar con il maestro Marco Paganelli e avevamo discusso un po’. Non ricordo di preciso per cosa, ma sicuramente era una ca*zata. Eravamo parecchio stanchi e stressati, perché lavoravamo da mesi alle nuove canzoni, senza pause. Era una di quelle mattine senza idee, dove sta a te capire che anche non avere idee è di per sé un’idea. Allora mi sono detto: scriviamo una canzone sul senso di sconforto e frustrazione che si prova, ogni tanto, a fare gli artisti e a non sapere che strada prendere”. Da questa riflessione sono nati i versi di ‘Burnout’: Io volevo solo fare l’artista, non avere mille burnout/ e chi pensava che ci vuole un terapista, pure per curare i soldout/ si aspettano di più, di più, di più ma non mi va/ di raggiungere i miei KPI/ ignorando la felicità / fottuto burnout. “Devo dire che a me non piace molto la definizione ‘artista’, perché sono figlio di un muratore e mi piace pensarmi più come un ‘muratore di canzoni’, ma tant’è. Bisogna sempre ammettere che chi fa questo mestiere è un privilegiato, ma questo non significa che non si nascondano delle insidie sul percorso – continua a raccontare – . Nella canzone canto: io volevo solo fare l’artista, non avere mille burnout. Ecco, questo è il mio augurio”.
Negli scorsi giorni, con la sua newsletter Vale Tutto Selvaggia Lucarelli aveva rimesso la lente d’ingrandimento su un sistema consolidato da anni. Anche il Codacons è pronto a far guerra e ha presentato un esposto all’Autorità garante della concorrenza: “Una condotta che potrebbe realizzare la fattispecie di pratica commerciale sia scorretta che ingannevole, vietata dal Codice del Consumo, a danno dei consumatori, e su cui l’Antitrust deve intervenire”. Ad esporsi sul caso, direttamente da Campovolo venerdì 20 giugno, in occasione della presentazione alla stampa del concerto evento “La notte di Certe notti” di Ligabue, è stato anche il fondatore di Friends & Partners (una delle agenzie live più grandi e importanti in Italia) Ferdinando Salzano. “I biglietti da dieci euro sono una pratica scorretta nei confronti del pubblico. Se escono a determinati prezzi devono mantenerli – ha spiegato –. C’è stato un gigantismo su quello che è avvenuto. Gli artisti non sono pupazzi né burattini, sono in moltissimi casi teste pensanti che in diverse occasioni sono autonomi nelle loro decisioni”.
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