Scuola, firmato il rinnovo del contratto: circa 150 euro mensili in più ai docenti

  • Postato il 5 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Circa 150 euro in più al mese. È stato firmato il contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Istruzione e Ricerca per il triennio 2022-2024. Il rinnovo riguarda oltre 1 milione e 286mila dipendenti tra personale della scuola, università, enti di ricerca e istituzioni Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica). L’accordo è stato sottoscritto oggi mercoledì 5 novembre durante la riunione decisiva all’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran), dopo un lungo confronto con le organizzazioni sindacali Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief, che si sono dette soddisfatte.

Nel dettaglio prevede un incremento medio a regime di 150 euro medi mensili per 13 mensilità, con punte di 185 euro medi mensili per gli insegnanti (in base all’anzianità di servizio), e 240 euro medi mensili per ricercatori e tecnologi. Per il personale tecnico-amministrativo, il personale Ata, l’aumento medio mensile è invece di circa 110 euro (109,78). Il contratto, che si concentra principalmente sulla parte economica, consentirà inoltre il pagamento di arretrati, che per i docenti possono raggiungere circa 2mila euro.

“Questa settimana segna un momento significativo per il pubblico impiego”, sottolinea il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo. “Con la firma dei contratti di enti locali e istruzione e ricerca completiamo un percorso che coinvolge oltre 1,6 milioni di lavoratori, ossia metà dell’intera platea del settore pubblico, per un impegno complessivo di 4,1 miliardi di euro a regime”, aggiunge. Per il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, “la firma di questi contratti rappresenta un segnale concreto di attenzione verso chi ogni giorno contribuisce al funzionamento dei servizi pubblici essenziali, alla formazione delle nuove generazioni e allo sviluppo della ricerca scientifica italiana”.

Si tratta di “una risposta concreta al personale”, ha sottolineato Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua. Parole condivise anche dalla segretaria Cisl Scuola, Ivana Barbacci: “Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto, non avrebbe avuto alcun senso, e nessuna utilità per lavoratrici e lavoratori, perdere altro tempo rinviando”. Con questa firma si conclude di fatto la stagione contrattuale del triennio per tutti i comparti del pubblico impiego mentre restano da sottoscrivere i contratti della dirigenza sanitaria (medici del ssn) e della dirigenza degli enti locali, le cui trattative sono in fase avanzata.

Di diverso avviso la Flc Cgil. Il sindacato non ha firmato perché, spiegano in un comunicato, “gli incrementi stipendiali previsti e, per oltre il 60% già erogati in busta paga sotto forma di indennità di vacanza contrattuale, coprono neanche un terzo dell’inflazione del triennio di riferimento e sanciscono la riduzione programmata dei salari del Comparto”. E aggiungono: È necessario fermare la deriva di una politica che sottrae risorse alla Scuola, all’Università, alla Ricerca e all’Alta Formazione Artistica e Musicale e impoverisce chi vi lavora. Lotteremo in maniera ferma e costante per la salvaguardia dei salari e della dignità del lavoro prestato nell’ambito dei settori della conoscenza”.

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Il Fatto Quotidiano

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