Scuola, associazioni e opposizioni contro le nuove indicazioni: “Inaccettabili, Valditara si fermi” – Video

  • Postato il 17 aprile 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara si fermi, le nuove indicazioni nazionali per la scuola (dell’infanzia e il primo ciclo, ndr) sono inaccettabili”. Nel giorno in cui si conclude una consultazione bollata come “farsa“, considerata anche “l’impossibilità di far emergere nel questionario critiche e dissenso”, associazioni e sindacati del mondo scolastico, nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei deputati, hanno bocciato le novità che il dicastero – dopo la revisione portata avanti dalla commissione presieduta da Loredana Perla – punta a far entrare in vigore a partire dall’anno scolastico 2026-2027. Accanto a loro, anche esponenti dell’opposizione, dalla deputata Avs Elisabetta Piccolotti alla responsabile scuola del Pd Irene Manzi, ma non solo. “Rifiutiamo le nuove linee guida nel merito e nel metodo adottato dalla commissione Perla. Compresa la sua composizione, chiusa al pluralismo“, ha rivendicato Monica Fontana di Flc Cgil e Proteo Fare Sapere. Una bocciatura arrivata da diciotto tra associazioni di studenti, genitori, docenti e ricercatori universitari, che hanno anche deciso di inviare una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Si tratta di un arretramento sul piano pedagogico e culturale. Disegnano un modello di scuola che pone l’identità nazionale come elemento centrale ed esclusivo nella formazione delle nuove generazioni. I bambini non sono riconosciuti come soggetti autonomi, portatori di saperi, ma trattati come soggetti passivi”.
Ma la denuncia è relativa soprattutto a diversi passaggi delle nuove linee guida, in particolare rispetto alla storia. Si legge nelle nuove linee guida per elementari e medie: Solo l’Occidente conosce la Storia. E ancora: “Altre culture, altre civiltà hanno conosciuto qualcosa che alla storia vagamente assomiglia, come compilazioni annalistiche di dinastie o di fatti eminenti succedutisi nel tempo; allo stesso modo, per un certo periodo della loro vicenda secolare anche altre civiltà, altre culture, hanno assistito a un inizio di scrittura che possedeva le caratteristiche della scrittura storica. Ma quell’inizio è ben presto rimasto tale, ripiegando su se stesso e non dando vita ad alcuno sviluppo; quindi non segnando in alcun modo la propria cultura così come invece la dimensione della Storia ha segnato la nostra”. Concetti considerati non accettabili da tante associazioni del mondo scolastico: “Così si marginalizzano le altre culture. La concezione di storia come ricostruzione scientifica del passato viene abbandonata e sostituita da una narrazione mitizzata e unidirezionale, centrata sulla biografia della Nazione. Un racconto celebrativo finalizzato più all’indottrinamento che alla comprensione”, denunciano le associazioni.
Così come a dir poco pericoloso è il passaggio sulla violenza di genere, nel testo considerata come “triste patologia: “Noi sappiamo invece come sia un problema sistematico e culturale, di cui la scuola deve farsi carico, da approcciare in modo intersezionale e che tenga conto di tutte le soggettività, compresa l’attenzione per la comunità Lgbt+”, sottolinea il coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi Paolo Notarnicola. “Bisognerebbe smontare la cultura patriarcale del Paese. Ma questo non viene compreso da un ministro oscurantista come Valditara“, rivendica Piccolotti. “Sotto attacco è l’autonomia della scuola“, ribadisce pure la dem Manzi, che sottolinea con la collega di Avs la necessità di un “impegno per provare a costruire un fronte di opposizione che possa portare ad una modifica delle indicazioni”. Intanto però sono le associazioni a invitare docenti e collegi scolastici a opporsi: “Saremo a fianco di chi eserciterà la libertà d’insegnamento, anche attraverso l’adozione alternativa di libri di testo. Siamo convinti che queste scelte professionali siano azioni concrete di resistenza contro questa visione dogmatica del sapere e dell’apprendimento che le nuove indicazioni 2025 vogliono sdoganare”. E ancora: “Anche se non ci saranno cambiamenti, promuoveremo la consapevolezza che sono indicazioni, non prescrizioni. Sosterremo i collegi dei docenti a esprimere radicalmente la loro libertà d’insegnamento e l’autonomia nello scrivere ed elaborare i curricoli d’istituto”. Ma l’attenzione è già rivolta anche verso un nuovo fronte, quello della revisione già anticipata da Valditara delle indicazioni nazionali per le scuole superiori: “Saremo pronti a opporci se quanto già emerso sui media sarà confermato”.

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Il Fatto Quotidiano

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