Scudo penale rinviato, se ne riparla a settembre. La delusione dei medici: “Non è impunità, serve per fermare le dimissioni di massa”

  • Postato il 6 agosto 2025
  • Lavoro
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il ministero della Salute e quello della Giustizia hanno smentito “categoricamente”: all’origine del rinvio dello scudo penale per i medici – contenuto all’interno del ddl professioni sanitarie, atteso inizialmente il 4 agosto in consiglio dei ministri, ma poi rimandato – non ci sarebbe un dissidio tra Schillaci e Nordio. Il clima, assicurano dai due ministeri, è di “massima collaborazione” e “si individuerà in tempi brevi la soluzione migliore per garantire al personale sanitario di operare con serenità”. Eppure queste parole non rassicurano la categoria che da tempo spinge per far sì che questa misura, al momento temporanea, venga stabilizzata. Intanto perché non sono chiare le tempistiche: il provvedimento non tornerà in consiglio dei ministri prima di settembre ed essendo una legge delega non potrà essere approvato a stretto giro. Questo significa che se – come è probabile – si dovesse andare oltre il 31 dicembre 2025, lo scudo penale per non perdere di validità dovrà essere prorogato ancora una volta dalla prossima legge di Bilancio. Introdotto per la prima volta durante il Covid, infatti, lo scudo finora è andato avanti a colpi di proroghe. Il ddl doveva rendere strutturale questa norma. Fornendo una protezione definitiva ai medici da denunce e richieste di risarcimento che la stragrande maggioranza delle volte risultano essere palesemente immotivate.

Per questo il rinvio preoccupa così tanto i camici bianchi. “Non ci sarà stato uno scontro tra ministeri, fatto sta che quando tutto sembra fatto per lo scudo penale si inserisce sempre qualche manina franca e ne impedisce la realizzazione”, ha commentato a ilfattoquotidiano.it Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici Anaao-Assomed. “Il rinvio del disegno di legge delega è grave e preoccupante – prosegue -. È un provvedimento atteso da troppo tempo, presente in tutto il mondo e necessario per dare aria al personale, che rappresenta la maggiore risorsa della sanità pubblica”. Per Di Silverio, il governo non capisce quanto sia urgente che la politica dia delle risposte immediate alla crisi del Servizio sanitario nazionale. “Ogni giorno dieci medici si dimettono dalle corsie in cerca di gratificazione e condizioni di lavoro umane – continua Di Silverio -. Considerando che oggi i medici vengono assolti nel 97% dei casi, rendere strutturale lo scudo sarebbe un buon modo per dar loro un segnale. E anche per mandare un messaggio alla cittadinanza, che ancora percepisce erroneamente il provvedimento come un salvacondotto per professionisti killer che restano impuniti”.

Il Ssn, sottofinanziato da anni, si regge sullo sforzo dei professionisti, sul quale Di Silverio fornisce un po’ di numeri: “Dieci milioni di ore di straordinario lavorate non retribuite, e non recuperabili, e cinque milioni di giornate di ferie non godute. A queste condizioni non sorprende che in Italia ogni giorno si dimettono dieci professionisti. Nonostante questo i medici del Ssn, sottopagati, continuano a erogare più di due milioni di prestazioni gratuite al giorno. E reggono anche di fronte a una domanda crescente, con risorse scarse ed esposti a delegittimazione sociale e a rischi di aggressioni verbali, fisiche e legali”, dichiara il segretario Anaao-Assomed. E conclude: “Vedremo se la pausa forzata porterà a un testo più attento alle necessità reali del Ssn e dei suoi professionisti, e a soluzioni immediate“.

È altrettanto preoccupato Filippo Anelli, che si dice molto “deluso” dal rinvio voluto dal consiglio dei ministri. Per il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), lo scudo penale è un’esigenza della sanità italiana, a tutela di tutta la collettività, non solo del professionista. Visto che il rischio penale è uno dei motivi che riduce l’attrattività del pubblico, spingendo molti medici ad abbandonarlo. “Il rinvio è una grande delusione – commenta Anelli -. A fronte di una norma che è stata votata a larga maggioranza dal Parlamento e con un largo consenso anche sociale ci si sarebbe aspettati che il consiglio dei ministri avesse votato all’unanimità lo scudo penale”. Alla fine del 2025 il provvedimento scadrà. Per questo il presidente dell’ordine si augura un’accelerata dopo l’estate: “Il ddl sulle professioni sanitarie deve essere il primo punto da affrontare al prossimo consiglio dei ministri. Ci auguriamo che venga approvato al più presto”, conclude.

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