Scudo bucato, l’Europa non ferma i missili. La Sardegna “colpita” in una simulazione
- Postato il 11 giugno 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Una simulazione di guerra ha mostrato i punti deboli della difesa europea. Due settimane fa, durante l’esercitazione Joint Stars, un attacco missilistico contro la Sardegna ha messo in allarme i vertici della difesa occidentale. Lo scenario era quello ormai tristemente noto del conflitto in Ucraina: prima i droni, poi i missili balistici, infine i cruise. E nonostante la presenza di sistemi avanzati come il cacciatorpediniere Doria e la batteria Samp-T, almeno sei missili balistici hanno colpito Cagliari.
Si è trattato di una simulazione su computer, ma il messaggio è stato chiaro: gli scudi italiani ed europei non bastano ancora contro un attacco coordinato e massiccio. Il generale Nicola Piasente, intervistato da Repubblica, ha commentato: “Abbiamo bisogno di una difesa aerea multistrato che possa agire a quote basse, medie e a lunga distanza”. Un’esigenza condivisa anche dal nuovo segretario generale della NATO, Mark Rutte, che ha lanciato l’allarme sulla lentezza nella produzione di sistemi di difesa: «Dobbiamo quintuplicare le nostre capacità, la Russia semina terrore dal cielo».
Produzione militare al rallentatore: l’Europa rincorre Mosca
Il cuore del problema è produttivo. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’Europa ha firmato nuovi contratti di fornitura per rafforzare i sistemi di difesa, ma le consegne arriveranno solo nel 2026. Attualmente, il continente costruisce in un anno quello che l’Ucraina consuma in pochi giorni. Il consorzio europeo MBDA, formato da Italia, Francia, Regno Unito e Germania, ha accelerato la produzione dei missili Aster 30 (utilizzati dai Samp-T), portando i tempi da 41 a 18 mesi. Entro il 2026, la produzione italiana raddoppierà.
Ma il divario con la Russia resta enorme. Gli Stati Uniti costruiscono 42 missili Patriot al mese; Mosca, nel 2025, prevede di sfornare 633 cruise KH101, 800 Iskander balistici e oltre 25 mila droni Geran. L’economia bellica del Cremlino viaggia a pieno regime. Per questo, ieri il commissario europeo alla Difesa Andrius Kubilius ha lanciato un appello per snellire le procedure e velocizzare la produzione: “Quando sono state scritte le nostre leggi la guerra era impensabile. Ora non possiamo permetterci questa lentezza: Putin non aspetterà”. Il confronto Russia-Europa, oggi, è profondamente sbilanciato. Kiev lo sa bene. E per il resto del continente, è solo questione di tempo.
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