Scoperta incredibile in Lombardia: le incisioni rupestri più alte d’Europa
- Postato il 19 novembre 2024
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- Di SiViaggia.it
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Un attimo prima state camminando nel meraviglioso Parco Nazionale dello Stelvio e, l’attimo dopo, contribuite a un’incredibile scoperta che aiuta gli studiosi ad approfondire l’interazione tra l’uomo e le terre situate alle maggiori altitudini. È successo nel 2017 all’escursionista comasco Tommaso Malinverno che segnalò alla Soprintendenza la presenza di alcuni segni incisi su una roccia ai piedi del ghiacciaio del Pizzo Tresero, a 3.000 metri di altitudine.
Oggi, quelle incisioni rupestri databili alla Media età del Bronzo, tra 3.600 e 3.200 anni fa, vengono associate al ritrovamento paleontologico nel Parco delle Orobie Valtellinesi, un ecosistema fossilizzato 280 milioni di anni fa e risalente all’ultimo periodo dell’era paleozoica. Si tratta di una scoperta incredibile perché abbiamo a che fare non con incisioni rupestri qualunque, ma con le più alte d’Europa.
Le incisioni rupestri più alte d’Europa
Cosa è stato scoperto esattamente nel Parco Nazionale dello Stelvio? I petroglifi (ossia incisioni su roccia) sono stati trovati grazie al ritiro del ghiacciaio del Tresero, ai piedi di Punta Segnale, al confine tra due dei comprensori più ricchi di manifestazioni relative all’arte rupestre nell’arco alpino. Qui, per esempio, si trova il patrimonio Unesco rappresentato dalle rocce e dai massi incisi camuni, oltre che la Rupe Magna di Grosio, tra le rocce incise più estese delle Alpi.
Le ultime incisioni rupestri scoperte sono considerate estremamente importanti perché probabilmente parte di un complesso figurativo più vasto. Secondo l’ipotesi degli studiosi, in origine i segni incisi erano maggiori, ma sono stati in parte cancellati dall’avanzata glaciale che ha risparmiato solo quelli situati in una posizione più protetta. Inoltre, testimoniano la presenza dell’uomo ad altitudini molto elevate (3000 metri) anche in tempi molto lontani e saranno al centro di diversi progetti di ricerca finalizzati ad approfondirne la storia.
L’importanza della scoperta e il progetto di ricerca
Grazie a queste incisioni rupestri e non solo, il Parco Nazionale dello Stelvio si dimostra ancora di più un luogo importante per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico e architettonico del territorio. Quest’area montuosa, infatti, rappresenta una zona di straordinario valore ambientale abitata dall’uomo da millenni. Quello dei petroglifi del Tresero è solo uno dei casi indagati dal progetto di ricerca che desidera approfondire e ricostruire il rapporto tra l’uomo e la sua vita nelle terre più alte.
Nel dettaglio, l’obiettivo della ricerca è quello di ricostruire le modalità di occupazione del territorio e le strategie di sfruttamento delle risorse delle comunità umane in tutta l’area dell’Alta Valle di Gavia, nota per aver restituito tracce di frequentazioni molto antiche. Sono molte le indagini archeologiche portate avanti, come quelle risalenti al 2022 che hanno preso in considerazione diversi siti situati a breve distanza dal Tresero. Le indagini hanno confermato che questo territorio, per esempio, oltre 10.000 anni fa, era abitato dai cacciatori mesolitici.
Si tratta di un’occasione unica anche per la regione Lombardia stessa che ha la possibilità di approfondire il suo passato umano in relazione al passato delle sue montagne, considerate come uno dei preziosi tesori regionali da preservare e valorizzare.