Scontro tra i Giovani democratici e Schlein: “Ora un congresso vero, ma la nostra autonomia è imprescindibile”
- Postato il 7 agosto 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
- 3 Visualizzazioni
.png)
Dopo giorni di silenzio e indiscrezioni, la base dei Giovani Democratici prende la parola. E lo fa con toni netti, in aperto contrasto con la visione portata avanti da Elly Schlein. Il documento firmato da decine di militanti locali da tutta Italia sotto il nome di “Appello alla nostra giovanile” e segna una rottura politica esplicita con la linea tracciata, come riportato da ilfattoquotidiano.it, dalla segreteria nazionale: sì al commissariamento, ma solo se serve ad aprire una fase congressuale vera. No, invece, a ogni ipotesi di svuotamento o superamento dell’autonomia dell’organizzazione.
“Ci rivolgiamo a voi in un frangente particolarmente critico, segnato da un senso diffuso di smarrimento”, si legge nella lettera. “Avvertiamo oggi più che mai la necessità di una politica che sia strumento di trasformazione reale, capace di rimettere al centro la dignità delle persone e il valore della giustizia sociale”. Per i firmatari, i Giovani Democratici dovrebbero essere “l’avanguardia del partito”, non un contenitore neutro o un’estensione della comunicazione ufficiale. “Una giovanile non autonoma dal Partito sarebbe un inutile recinto”, scrivono, “senza una reale spinta propulsiva di avanguardia, senza capacità di ascolto e coinvolgimento della nostra generazione”.
È una risposta diretta alle mosse del Nazareno, che nelle scorse settimane ha discusso la possibilità di riorganizzare i Gd in una struttura più leggera, più allineata alla linea della segreteria, e meno vincolata da statuti e congressi. Una scelta che – secondo i firmatari – snaturerebbe la funzione stessa dell’organizzazione. “Il riflesso nelle organizzazioni dell’atteggiamento neoliberale ha consentito l’imporsi di figure di potere che non lasciano spazio alle idee e alle lotte collettive, che si fregiano di ruoli senza che la struttura sia coinvolta”.
La nomina di Lorenzo Innocenzi come commissario viene accolta senza opposizione, ma a condizioni precise: “Cogliamo con favore la volontà del Partito Democratico di avviare, tramite la sua nomina, la fase congressuale dei Giovani Democratici”. Ma, avvertono, “la convocazione dei territori non può che essere l’inizio di una nuova fase che coinvolga iscritte, iscritti, simpatizzanti e società civile”.
Tre i punti chiave: autonomia, tesseramento e congresso a tesi. “L’autonomia statutaria è imprescindibile. Le voci riportate ai giornali circa l’ipotesi di una giovanile non autonoma destano in noi una profonda preoccupazione”. Poi, la richiesta di riaprire subito le iscrizioni: “Dopo anni senza un reale tesseramento, i Giovani Democratici ne meritano uno autonomo, accessibile e trasparente”. Infine, l’idea di un congresso che non sia solo una conta, ma un passaggio politico vero. “Il congresso a tesi è l’unico strumento che permette di reinventare il futuro oltre personalismi e imposizioni dall’alto. Politiche che partano dal basso e si muovano verso l’alto: è questo che dà senso a quel ‘democratici’ nel nostro nome”.
Il testo contiene anche una critica alle dinamiche interne al Partito democratico: “Dove esistiamo, ci muoviamo e lavoriamo sui territori, spesso siamo l’unica forza motrice del Partito. Eppure continuiamo a non ottenere riconoscimento. I pochi puntano premurosamente a raccogliere i frutti che molti di noi, con una militanza disinteressata e appassionata, seminano”. E si chiude con un invito esplicito rivolto a chi, in questi anni, avrebbe anteposto interessi personali al funzionamento collettivo: “Invitiamo i singoli che finora hanno anteposto i propri piccoli interessi personali alle ambizioni collettive a fare un passo indietro e a lasciare spazio alla collettività finora duramente strumentalizzata”.
Il 6 agosto, intanto, i segretari regionali e quelli delle città metropolitane dei Gd sono stati convocati al Senato. Durante l’incontro si sono fissate le prime tappe per arrivare a un congresso, ma la strada resta in salita. Diversi militanti fanno notare che, finché non si arriverà a una vera assise nazionale, sarà difficile crederci davvero, dopo anni segnati da immobilismo e rinvii. E mentre le interlocuzioni procedono, dalla base arrivano segnali chiari: “Non possiamo continuare a camminare in ordine sparso, in una condizione di incertezza permanente”. Una critica che non risparmia l’attuale gestione della giovanile, ma che si inserisce anche in un confronto più ampio con la visione politica di Elly Schlein: “Non vogliamo una comunità dove si annuisce e si eseguono ordini. Vogliamo un’organizzazione che sia libera di dissentire, discutere e proporre”.
L'articolo Scontro tra i Giovani democratici e Schlein: “Ora un congresso vero, ma la nostra autonomia è imprescindibile” proviene da Il Fatto Quotidiano.