Scontro nel governo sul contributo dalle banche a poche ore dal Cdm. Tajani: “Tassa su extraprofitti non ci sarà, è da Urss”
- Postato il 16 ottobre 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Braccio di ferro interno alla maggioranza sull’ipotesi di chiedere un contributo a banche e assicurazioni. A poche ore dalla nuova riunione del Consiglio dei ministri finalizzata all’approvazione della manovra, è il leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani ad alzare la voce contro l’idea di una tassa straordinaria sugli istituti finanziari. “Forza Italia non voterà, né in Consiglio dei ministri né in Parlamento, alcuna tassa sugli extraprofitti“, fanno sapere gli azzurri. Lo stesso vicepremier ha definito gli extraprofitti un “concetto da Unione Sovietica“. Posizione dunque distante dalle richieste della Lega e da quanto contenuto nel Documento programmatico di bilancio trasmesso mercoledì sera dal ministero dell’Economia alla Commissione europea dove, nero su bianco, viene scritto che parte delle coperture per finanziare parte la manovra dovranno arrivare da risorse da reperire nel settore delle banche e delle assicurazioni. Il contributo che ammonterebbe a circa 4,4 miliardi, lo 0,19% del Pil.
Come già ribadito in passato, il leader di Forza Italia esprime la sua assoluta contrarietà a “imporre” contributi alle banche, compresa la Mediolanum che fa capo al gruppo della famiglia Berlusconi. “Il ministro Giorgetti mi ha assicurato durante l’ultima riunione del Consiglio dei ministri che non ci sarà alcuna tassa sugli extraprofitti“, ha detto ai cronisti Tajani, a margine del suo intervento a Napoli per Med – Dialoghi Mediterrane. L’extraprofitto, ha rincarato il segretario di Forza Italia “è un concetto da Unione Sovietica, e non credo che si debba intervenire con misure impositive“, ha aggiunto. “Si deve invece – continua – avere un colloquio serrato. Sono in corso colloqui con il mondo bancario, il mondo assicurativo, perché possano dare un contributo alla manovra, cosa che è giusta. Ma un conto è fare una scelta condivisa, un conto è mettere una tassa che rischia di spaventare i mercati e gli investitori italiani e stranieri. Una tassa sugli extra profitti significa fare un danno all’economia italiana“, ha sottolineato il vicepremier.
“Noi invece vogliamo che questa manovra serva ad affrontare la grande questione della sanità, incrementando le assunzioni ai medici e infermieri e aumentando anche i salari dei medici e infermieri, aumentare i salari degli italiani, ridurre l’Irpef dal 35 al 33%, se non si riesce a fare fino a 50.000 euro, cioè fino a 60.000 euro, ma ci si ferma a 50.000, lo si farà il prossimo anno e poi dare aiuti all’impresa. Per fare tutto questo sempre il contributo di banca e assicurazioni, ma ripeto, deve essere un contributo concordato e non imposto così un po’ a capocchia”, ha concluso Tajani.
Una spaccatura interna a poche ore dal Cdm. Così si va verso un probabile nuovo vertice di maggioranza sulla manovra. “È possibile che ci sia un nuovo incontro”, spiega una fonte parlamentare della maggioranza. La riunione potrebbe svolgersi nel tardo pomeriggio di giovedì a Palazzo Chigi o, in alternativa, venerdì mattina, con un eventuale rinvio del Cdm. Al momento il Consiglio dei ministri rimane convocato per le 11.
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