Scontro in Parlamento per Papa Francesco, Schlein: “Non merita l’ipocrisia di chi deporta migranti”. Meloni con le mani sul volto

  • Postato il 24 aprile 2025
  • Politica
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Le Camere riunite hanno commemorato Papa Francesco ed anche in questa occasione sono emerse le enormi fratture della politica italiana. Se per Matteo Renzi che ha citato Fabrizio De André (“Nel vedere quest’uomo che muore, madre io provo dolore, madre ho imparato l’amore”), c’è stato un applauso bipartisan, alla fine del discorso di Elly Schlein, secondo cui il Pontefice defunto “non merita l’ipocrisia” di chi “deporta i migranti”, Giorgia Meloni si è messa la mano sul volto.

“Ipocrisia” è stata la parola usata anche da Giuseppe Conte per liquidare i “vaniloqui” di chi “ignorava i suoi moniti contro le parole di odio e la logica della guerra”. Insegnamenti e gratitudine sono stati invece i concetti ricorrenti nel discorso della premier, un concentrato di ricordi personali e momenti pubblici vissuti al fianco di Bergoglio, un Papa che “ha rotto gli schemi” ed è “entrato nel cuore delle persone”.

Parlamento ricorda Papa Francesco
Scontro in Parlamento per Papa Francesco, Schlein: “Non merita l’ipocrisia di chi deporta migranti”. Meloni con le mani sul volto (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

Senatori e deputati si sono riuniti a Montecitorio in un momento solenne. A iniziare la commemorazione è stato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che ha definito Papa Francesco “pastore tra la gente”, rimarcando il “vuoto profondo” che lascia “per i cattolici e l’intera comunità internazionale”. “Lo abbiamo amato e ammirato per l’instancabile forza ed energia con cui si è battuto per la giustizia, la pace e la fraternità tra i popoli e le nazioni”, ha sottolineato il presidente del Senato Ignazio La Russa prima del minuto di silenzio che si è trasformato in una standing ovation con applauso prolungato.

Negli interventi dei gruppi parlamentari si sono misurate le prime distanze. Il partito Democratico ha applaudito sia Galeazzo Bignami di Fratelli d’Italia, che ha ricordato come “il Papa non è di una parte, non segue schemi politici”, e Francesco “si è sempre rivolto al suo popolo, senza sottrarsi al confronto con chi aveva opinioni diverse”, sia Simonetta Matone della Lega, per cui è stato “difficilissimo tracciare un ricordo” di questo pontefice, “spiazzante, imprevedibile, lontano dai partiti più di ogni altro del passato, ma politico, continuo pungolo dei partiti”.

Dal Pd niente applausi invece a Maurizio Gasparri di Forza Italia, che ha stigmatizzato le “tante ipocrisie” di chi lo cita sempre e non ha mai seguito il percorso della fede. Una risposta diretta ai discorsi scanditi poco prima da Schlein e Conte.

Quello della segretaria democratica è l’intervento più politico. Il Papa ha detto che “non merita l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli ed oggi cerca di seppellire nella retorica il suo potente messaggio: chi deporta i migranti, toglie i soldi ai poveri, nega l’emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere”. Immobili i parlamentari sui banchi del centrodestra, da cui invece è partito qualche debole applauso per il leader del Movimento 5 Stelle. Conte ha ricordato il “coraggio” di Bergoglio su Gaza, ma anche i mesi della pandemia e “il suo messaggio dirompente: ‘Nessuno si salva da solo'”.

Il finale è stato per Meloni. In piedi fra i due vicepremier, la Presidente del Consiglio ha parlato di “un grande uomo e un grande pontefice” che “sapeva essere determinato, ma, quando parlavi con lui, non esistevano barriere”. Il consiglio “più assiduo”, nonché “l’ultimo”, è stato: “non perda mai il senso dell’umorismo”, ha raccontato ancora la premier, ribadendo la “gratitudine, mia, del governo e dell’Italia” per la storica partecipazione del Papa al G7. In quell’occasione disse che “la politica serve” ed è grande “in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi, pensando al bene comune a lungo termine”.

“La diplomazia è un esercizio di umiltà”, un altro degli insegnamenti stampati nella memoria di Meloni che ha assicurato di vivere come “monito alla responsabilità” gli appelli di Francesco alla pace, lanciati “anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire, o travisare e strumentalizzare”. La sfida, è stata la conclusione, è essere all’altezza delle lezioni di Bergoglio con la convinzione che “continuerà a sorriderci e a guidarci”.

 

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Autore
Blitz

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