Scontri in Siria, oltre mille morti a Latakia. al Sharaa predica calma

  • Postato il 9 marzo 2025
  • Di Agi.it
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Scontri in Siria, oltre mille morti a Latakia. al Sharaa predica calma

AGI - Dopo giorni di scontri sanguinosi a Latakia, con oltre mille morti, il presidente siriano ad interim, Ahmed al Sharaa, ha ostentato calma e invitato alla concordia. "Voglio che siate tranquilli per la situazione in questo paese. Quello che sta accadendo nel paese sono sfide prevedibili. Dobbiamo proteggere l'unità nazionale e la pace civile", ha detto parlando in una moschea di Damasco rilanciato dalla televisione SyriaTV. "Tutti i siriani possono vivere assieme", ha assicurato, "non c'è da preoccuparsi per la Siria".

Preoccupazione internazionale

Ma la situazione sul terreno desta preoccupazione in diverse cancellerie, per la maggior parte schierate con le nuove autorità siriane. Anche se sul terreno i morti si contano ormai a centinaia, continuano a moltiplicarsi video e testimonianze su rastrellamenti di massa, esecuzioni sommarie e saccheggi. Nel mirino ci sono gli alawiti ancora fedeli al presidente deposto Bashar al Assad, che giovedì hanno dato il via agli scontri con conseguente rappresaglia delle forze di Damasco.

Bilancio delle vittime

Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, almeno 745 civili alawiti sono stati uccisi "a sangue freddo", molti dei quali giustiziati in un "massacro settario" per mano delle forze di sicurezza governative nelle province costiere di Latakia e Tartus - roccaforti alawite - e in quelle centrali di Hama e Homs. Negli ultimi giorni, l'Osservatorio e altri gruppi di attivisti hanno verificato un gran numero di video di esecuzioni sommarie, sparatorie a bruciapelo, torture e maltrattamenti compiuti dalle forze di sicurezza e da altri gruppi affiliati su civili disarmati. Negli scontri hanno perso la vita anche 125 membri delle forze di sicurezza e 148 combattenti fedeli ad Assad, per un bilancio totale di 1.018 morti, secondo il conteggio della Ong, ma il numero delle vittime potrebbe essere molto più alto.

Rinforzi governativi

Dopo l'inizio degli scontri, giovedì, Damasco ha inviato rinforzi a Latakia e Tartus, e bloccato le vie d'accesso alla costa. Ieri le forze di sicurezza hanno riferito di avere ripreso il controllo di gran parte delle zone in cui erano entrati in azione miliziani alawiti. Resta in vigore il coprifuoco.

Condanna internazionale

La comunità internazionale segue da vicino gli eventi in Siria. Sia l'Unione Europea sia la Lega Araba hanno stigmatizzato le azioni dei miliziani alawiti contro le forze governative. L'Ue "condanna fermamente i recenti attacchi" che sarebbero stati compiuti "da elementi pro-Assad contro le forze del governo provvisorio nelle zone costiere della Siria e ogni violenza contro i civili", si legge in una nota del portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Kaja Kallas. Anche la Lega Araba si è decisamente schierata con le forze fedeli al presidente al Sharaa. Venerdì, la Siria era stata riammessa nell'Organizzazione per la cooperazione islamica da cui era stata sospesa 13 anni fa.

Appello delle chiese cristiane

Accorato l'appello dei patriarchi delle Chiese cristiane con sede a Damasco, che hanno condannato "con forza" l'escalation di violenza in Siria che ha preso di mira i civili e hanno chiesto "la fine immediata di queste azioni orribili che contraddicono tutti i valori umani e morali". In un comunicato congiunto, il patriarca greco-ortodosso John X, quello siriaco ortodosso Mor Ignatius Aphrem II e il patriarca melchita cattolico Youssef Absi hanno chiesto la "rapida creazione di condizioni che portino alla riconciliazione nazionale del popolo siriano".

 

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Agi.it

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