Scontri Genoa-Inter, la lettera di un cittadino a questora e istituzioni: “Avete perso”
- Postato il 15 dicembre 2025
- Copertina
- Di Genova24
- 1 Visualizzazioni

Genova. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di F.G., cittadino genovese, che domenica sera si è trovato, involontariamente, nel mezzo dei disordini verificati prima della partita di campionato Genoa – Inter. Durante gli scontri tra tifoserie e forze dell’ordine si sono registrati danni e 15 agenti di polizia feriti.
Lettera aperta alla questora di Genova e alle istituzioni competenti
“Ieri, a Genova, avete perso.
Avete perso non contro i tifosi violenti, ma contro i cittadini che avreste dovuto proteggere.
Ieri pomeriggio io e mia moglie eravamo in auto, bloccati nel traffico in una normale strada cittadina. Non stavamo manifestando, non stavamo provocando, non stavamo partecipando a nulla. Eravamo semplicemente inermi.
Intorno a noi si sono sviluppati scontri tra tifosi, violenze, cariche. La nostra auto è stata completamente devastata. Ma soprattutto noi siamo stati terrorizzati. Per lunghi minuti abbiamo avuto paura, quella vera, quella che non si dimentica. E se nella vettura ci fossero stati bambini oppure anziani?
E allora una domanda è inevitabile: com’è possibile che cittadini qualunque finiscano in mezzo a scontri violenti annunciati e prevedibili?. L’ordine pubblico non è un’opinione ma è una responsabilità dello Stato. È una funzione affidata a precise istituzioni, con poteri e mezzi straordinari.
Ieri questa funzione ha fallito. Non basta intervenire dopo, non basta “ripristinare” quando il danno è fatto. Il compito delle istituzioni è prevenire, isolare la violenza, proteggere chi non c’entra nulla. Ieri questo non è accaduto.
Noi cittadini non dovremmo mai trovarci a fare da scudi involontari tra gruppi violenti. Non dovremmo mai scoprire che la nostra sicurezza dipende dalla fortuna o dal caso. E allora un’altra domanda è inevitabile: chi paga il conto della nostra auto e delle altre vetture distrutte? Chi risarcisce il terrore subito da cittadini che non c’entravano nulla?
Questa non è una fatalità, non è imprevedibilità. È il risultato di un sistema di prevenzione che ieri non ha funzionato. Gli scontri tra tifoserie sono eventi noti, annunciati, studiati da anni. Proprio per questo esistono piani di ordine pubblico, percorsi protetti, zone di sicurezza. I cittadini non dovrebbero mai diventare scudi involontari. Ieri questo è accaduto.
Questa non è una polemica contro le forze dell’ordine, che spesso pagano errori non loro. È una richiesta di assunzione di responsabilità da parte di chi decide, pianifica, autorizza. Perché quando l’ordine pubblico salta, non perde una tifoseria, non perde una società sportiva, perdono i cittadini. E ieri, a Genova, i cittadini hanno perso.
Ora serve un segnale chiaro. È il momento di dimostrare che lo Stato esiste: identificando tutti i responsabili, processandoli, e condannandoli realmente, con pene severe e proporzionate alla gravità dei fatti. Perché senza conseguenze certe, la violenza si ripete. E a pagare, ancora una volta, saranno i cittadini.
Non basteranno i Daspo perché questi non sono tifosi che vanno allo stadio, ma vanno definiti come criminali organizzati che sono arrivati a tutta velocità zizzagando con il loro Tmax fra le auto come nei film di Gomorra“.
*lettera firmata