Scontri a Milano: antagonisti, anarchici e maranza, ecco chi erano i Pro-Pal violenti

  • Postato il 23 settembre 2025
  • Di Panorama
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Giornata complicata quella di ieri a Milano. Al forte maltempo che ha causato l’esondazione del Seveso si sono unite scene di guerriglia che non si vedevano dal lontano 2015, durante il culmine degli scontri per le manifestazioni “No Expo”.

Questa volta gli slogan che riecheggiavano erano quelli di “Palestina libera” e affini, certamente più nobili, eppure ignominiosamente macchiati dalla guerriglia gratuita scatenata contro la polizia presso la Stazione Centrale di Milano da una frangia di facinorosi.

Inutile dire che aggredire le forze dell’ordine o distruggere la Stazione ferroviaria del capoluogo lombardo contribuirà molto poco a perorare la causa del popolo palestinese. L’unico obiettivo raggiunto è stato quello di creare disservizi diffusi alla cittadinanza e attirarsi le antipatie di milioni di italiani.

Chi erano i violenti

Mai come ieri il mélange dei manifestanti è sembrato così diverso. I primi scontri sono iniziati quando un gruppo di manifestanti vestiti di nero e a volto coperto ha cercato di entrare nello scalo ferroviario, scatenando l’inizio della guerriglia fra gli sguardi attoniti degli innocenti passeggeri.

Fin qui il copione è quello visto e rivisto negli anni, gruppi di antagonisti e anarchici che puntualmente infiltrano determinate manifestazioni con lo scopo di dare il via agli scontri con le forze dell’ordine e procedere con la distruzione gratuita di qualsiasi proprietà nelle vicinanze.

È quello che è successo subito dopo a rappresentare una singolare devianza dal copione. Mentre centinaia di persone si sfilavano dalle zone calde per non avere nulla a che fare con i violenti, altri accorrono per prendere parte alla tenzone contro le forze dell’ordine e la pubblica proprietà.

Molti di loro corrispondono all’identikit del “maranza”, sono giovani stranieri o italiani di seconda e terza generazione, tendenzialmente abitanti di quartieri periferici, certamente non parte dei gruppi antagonisti organizzati, visto che la maggior parte di loro si scaglia contro la polizia senza indossare passamontagna o kefiah, ma a volto scoperto.

Mentre agli slogan in sostegno della Palestina si alternano frasi arabe, gli “iniziatori” delle violenze si dileguano; la spontaneità della “guerriglia maranzesca” appare chiara già dal modo in cui essa viene condotta, lanciano qualche oggetto e si ritirano, urlano, avanzano di nuovo, tutto senza coordinamento preciso tipico degli antagonisti.

I primi arresti per gli scontri

Il rischio è che quella di ieri non sia stata altro che il primo evento della nuova alleanza fra i classici “guerriglieri” legati al mondo dell’estrema sinistra e i maranza, novelli perturbatori della quiete pubblica, un fenomeno che al momento sembra essere circoscritto alla sola Milano.

Nel frattempo sono scattati i primi arresti. Tre manifestanti coinvolti negli scontri davanti alla stazione Centrale sono stati arrestati dalla Polizia con le accuse di resistenza e danneggiamento aggravato.

Gli arresti non sono che l’inizio di un’indagine più ampia che potrebbe coinvolgere decine di persone. Le telecamere di sorveglianza della Stazione Centrale e i filmati delle forze dell’ordine stanno fornendo materiale prezioso agli investigatori per identificare i responsabili dei danneggiamenti e delle aggressioni.

Nel frattempo, il vicepremier Matteo Salvini, nel promettere che eventi del genere non si ripeteranno, ha lanciato una proposta: «Chiederemo una cauzione a chi organizza cortei e manifestazioni, in caso di danni pagheranno di tasca loro».

Una proposta comprensibile e anzi condivisibile, che tuttavia solleva non pochi dubbi sulla sua effettiva applicabilità giuridica e costituzionale. Il diritto di manifestazione è tutelato dalla Costituzione e introdurre limitazioni economiche verrebbe quasi sicuramente considerato dalla magistratura un ostacolo al libero esercizio di tale diritto.

Autore
Panorama

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