“Sconfitta per la democrazia del calcio”: perché la Groenlandia non può giocare a pallone
- Postato il 10 giugno 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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A calcio si può giocare anche tra i ghiacci: 76 squadre, 5.500 calciatori in attività (circa il 10% di una popolazione che non arriva a 57mila abitanti), sport nazionale insieme alla Pallamano, ma… nessuna partita ufficiale a livello internazionale. È il paradosso della Groenlandia, che ha presentato la domanda di adesione alla Concacaf, la Confederazione del nord e centro America, prontamente respinta. Ma perché è stata rigettata? Perché la Groenlandia – isola dipendente dalla Danimarca – si è rivolta alla Concacaf? E perché non può disputare incontri internazionali di calcio?
Tanti i quesiti per un’isola che ha già difficoltà climatiche e di conseguenza strutturali per permettere ai tanti “calciofili” di praticare sport. A 11, infatti, si può giocare quasi esclusivamente nei mesi estivi, non essendoci strutture indoor dove recarsi nei mesi “freddi”. Durante il lungo inverno, il calcio a 5 prende il sopravvento. Nonostante ciò, nel paese c’è una grandissima passione verso lo sport più popolare al mondo, ma gli impedimenti continuano a essere tanti.
La Groenlandia e la richiesta alla Concacaf, altro rifiuto
La Federazione calcistica della Groenlandia (KAK) aveva presentato domanda di adesione alla Concacaf un anno fa. Fondata nel 1971, la KAK puntava a entrare nella Concacaf dopo aver constatato l’impossibilità di aderire all’Uefa, che ammette solo i paesi riconosciuti dalle Nazioni Unite. La federazione groenlandese ha però adesso annunciato che la richiesta di aderire alla confederazione che riunisce i Paesi dell’America Centrale, del Nord e dei Caraibi è stata rigettata. “In conformità con gli statuti della Concacaf, le federazioni affiliate hanno esaminato la domanda di adesione presentata dalla Federcalcio groenlandese e l’hanno respinta all’unanimità“, ha dichiarato la Concacaf in un comunicato stampa.
Una decisione strana, visti altri precedenti. La Groenlandia è da qualche mese nelle mire del presidente Usa Donald Trump e vive una condizione particolare. Inglobata al regno della Danimarca dal 1814, è però fuori dall’Europa dopo il periodo 1973-1985. Al Paese mancano quindi i criteri di indipendenza richiesti dall’Uefa. Ma finora la Concacaf era stata molto più “di manica larga”, seguendo altre regole: sono riconosciute le federazioni di Porto Rico (che però è statunitense), Montserrat e le Isole vergini britanniche (che fanno parte del Regno Unito), ure la Guyana Francese. Per la Groenlandia invece è arrivato un altro rifiuto.
“Non è una vittoria per la democrazia del calcio”
“Abbiamo ricevuto una breve lettera dal segretario generale Philippe Moggio che respinge la nostra richiesta di entrare nella Concacaf come 42° membro”, ha esordito in un post pubblicato su Facebook il presidente della KAK, Kenneth Kleist. Secondo la federazione, la Groenlandia è al momento l’unico paese al mondo a non far parte di alcuna confederazione calcistica regionale. Intoppo che le impedisce di poter partecipare a incontri ufficiali a livello internazionale. Per il presidente Kleist, il rifiuto è un colpo alle aspirazioni delle piccole nazioni: “Non è una vittoria per la democrazia del calcio“, ha affermato. “Questa decisione non rende il calcio accessibile a tutti nel mondo e dimostra quanto sia difficile, per le nazioni più piccole, ottenere il diritto di giocare sotto la propria bandiera”.
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