Sciopero! Ma Landini non è Ėjzenštejn, vuole il posto di Schlein: ma deve superare un mare di Salis

  • Postato il 20 settembre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Ditemi voi che cosa c’entra uno sciopero (che lunedì bloccherà l’Italia) con le vicissitudini e le atroci sofferenze della gente di Gaza.

La risposta è ovvia: nulla. Eppure Maurizio Landini lo ha voluto e organizzato lasciando forse di stucco gli stessi operai della CGIL che dovrebbero parteciparvi. Infatti, ci si domanda: a che cosa serve tale mobilitazione con il lavoro?

Sono questi gli obiettivi che deve raggiungere un sindacato? Non sono quelli, al contrario, di rendere meno difficile la vita alle persone che stentano ad arrivare alla fine del mese? È vero: se vai ad un corteo che ti costerà una giornata di salario ti aspetti che poi qualcosa cambierà al tuo bilancio.

Invece no: stavolta si marcerà per le vie di molte nostre città per esaudire i voleri di un segretario che, così facendo, dimostra di pensare solo ai suoi interessi.

Sciopero per uscire dalla crisi

Sciopero! Ma Landini non è Ėjzenštejn, vuole il posto di Schlein: ma deve superare un mare di Salis, nella foto bandiere sindacati metalmeccanici
Sciopero! Ma Landini non è Ėjzenštejn, vuole il posto di Schlein: ma deve superare un mare di Salis- Blitzquotidiano.it (foto ANSA)

Che la Cgil sia in crisi per quanto riguarda i suoi iscritti è un fatto noto su cui non vale la pena di ritornarci. Però la speranza che qualcosa si muova in favore di chi si alza alle cinque del mattino (se non prima) è ancora tanta.

“Chissà se in futuro la nostra paga sarà più alta di quella attuale”. Un desiderio per cui vale la pena di aderire e di dire si al sindacato

Non crediamo che da martedì le migliaia di lavoratori italiani saranno più felici seguendo le indicazioni di Landini. Il quale da tempo sta pensando molto più a se stesso che non agli operai che rappresenta.

Fra non molto, dovrà lasciare la poltrona che occupa perché il regolamento vieta giustamente che si instauri una specie di dittatura. Il cambio fa parte dei principi democratici per cui il segretario dovrà mollare il posto.

È questo il problema che assilla il nostro. Dopo essere stato per anni un trascinatore di folle non può finire nel dimenticatoio e andare a trascorrere i giorni della pensione seduto su una panchina dei giardinetti pubblici.

Come entrare in politica?

Che fare? L’unica probabile via che lo porti a sopravvivere bene è quella della politica, ma come arrivarci? Il suo sogno (come di tanti altri della sinistra) è il Nazareno, dove ha sede la direzione del Pd. Elly Schlein non domina più il partito, i nemici sono tanti, in specie i moderati che non digeriscono la svolta che lei ha dato ai dem.

Potrebbe rappresentare un obiettivo per Landini, però la sua spinta rivoluzionaria a sinistra aumenterebbe ed allora le possibilità di succedere ad Elly Schlein sono pochissime. Anche perché negli ultimi tempi sono molti coloro che vorrebbero un cambio della guardia per riportare il partito sulla strada di un progressismo meno sfacciato.

Le alternative sono tante, ma chi ha oggi maggiori chances è Silvia Salis, il sindaco di Genova che in pochi mesi ha raggiunto una notorietà insperata.

La Schlein è nel mezzo di due fuochi: da una parte giganteggia Giorgia Meloni che governa da quasi tre anni senza perdere nemmeno una preferenza, anzi aumentandole, tanto che un noto settimanale francese, l’Express, le dedica la copertina della prima pagina con un titolo a caratteri cubitali: “La donna forte dell’ Europa”.

Dall’altro, contro la vituperata Elly, ecco presentarsi puntualmente tutti i suoi amici-nemici che attendono i risultati delle regionali per sferrare l’attacco definitivo.

In caso di un flop il partito chiederà un congresso che servirà a contarsi: chi è maggioranza e chi è minoranza (la quale,ultimamente, non ha presenziato nemmeno alla convocazione del direttivo).

Maurizio Landini sfoglia quindi la margherita per capire quale scelta dovrà fare nella speranza che il “suo” sindacato possa dargli una mano per il futuro. Allora, la domanda è: con la CGIL siamo in presenza di un organismo politico o di una struttura sindacale che pensa solo a come difendere i suoi iscritti?

Mentre si cerca di risolvere il rebus dello sciopero che bloccherà comunque il Paese, l’Italia continua a vivere i suoi giorni preelettorali seguendo il principio del pensare per prima cosa al proprio orto. Così Matteo Salvini si sente minacciato dall’onnipresente generale Vannacci; Antonio Taiani virerà sempre più al centro: la Flotilla è finalmente partita senza Greta rimasta senza barca. Ilaria Salis teme di ritornare in Ungheria non certo in un albergo a cinque stelle. La premier sfoglierà i giornali per leggere chi sarà stavolta a metterla sulla graticola.

Tutto questo quando nel frattempo ai campionati mondiali  di atletica leggera che si svolgono a Tokio, gli azzurri primeggiano nel salto: nel lungo e nel triplo, protagonisti Mattia Furlani con un oro e Andrea Della Valle con un argento. Non si può dire che i nostri due atleti non abbiano imparato a vivere: di fronte ad un ostacolo di qualsiasi natura è meglio superarlo con un balzo. Altrimenti gli si può sbattergli contro e farsi male.

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Autore
Blitz

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