Sciopero generale Usb, nuove adesioni: il 28 novembre torna a Genova Francesca Albanese
- Postato il 6 novembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Ci sarà anche Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati, tra gli “ospiti illustri” dello sciopero generale proclamato dall’Usb, prima il 28 novembre a Genova e poi il 29 novembre a Roma. Oltre alla giurista, che ha annunciato la sua partecipazione con un breve video su Instagram, saranno in città Greta Thunberg, attivista svedese per il clima che negli ultimi mesi ha sposato la causa palestinese aderendo anche alla missione della Global Sumud Flotilla, e il brasiliano Thiago Ávila, impegnato sugli stessi temi.
“Sono molto felice di rientrare in Italia il 28 e 29 novembre per unirmi allo sciopero generale indetto dai portuali, dai sindacati che li sostengono, dalla Flotilla – spiega Albanese nel suo messaggio -. È il momento di ritrovarsi tutti insieme, io ci sarò insieme a Greta Thunberg, Thiago Ávila e tantissimi altri che sono là a sperimentare intersezionalità delle lotte per un mondo più giusto, che sia in Palestina, Sudan, Congo, Italia, Europa. Non ci siamo stancati di un sistema che ci fa sentire tanto deboli, fragili e soli? Secondo me sì”.
Albanese era venuta in visita a Genova lo scorso 7 ottobre, data che aveva scatenato fiumi di polemiche per la coincidenza con l’anniversario della strage commessa da Hamas. Dopo aver incontrato gli studenti universitari nel rettorato occupato (allora) di via Balbi, aveva parlato di fronte a centinaia di persone ai Giardini Luzzati, elogiando la battaglia del Calp per impedire i traffici di armi verso Israele. “Alla fine un genocidio, una situazione così grave, non richiede intelligenza, richiede coraggio, e questi portuali di coraggio ne hanno tanto”. A margine aveva anche interloquito con la sindaca Silvia Salis e alcune famiglie palestinesi residenti a Genova, ma con parenti nella Striscia di Gaza.
Proprio oggi il sindacato Usb, a valle dell’assemblea nazionale del 1° novembre, “conferma e rilancia lo sciopero generale proclamato il 28 novembre in tutti i settori, pubblici e privati, contro la manovra di guerra, contro l’impoverimento del lavoro e per una nuova redistribuzione della ricchezza. Il giorno successivo, sabato 29 novembre, si terrà a Roma la grande manifestazione nazionale, che unirà lavoratori, giovani e movimenti sociali in un’unica voce: bloccare tutto per cambiare tutto”.
Al centro della protesta però non c’è solo la questione palestinese. “Centinaia di delegate e delegati provenienti da ogni territorio e settore hanno portato la voce di un Paese che non accetta più di essere sacrificato alle compatibilità del profitto e della guerra – si legge nel comunicato -. Gli interventi hanno attraversato tutti i punti della nostra piattaforma nazionale, restituendo una visione comune: rompere il modello sociale che ha impoverito il lavoro e la democrazia e costruire un’alternativa fondata su giustizia, pace e redistribuzione della ricchezza. L’assemblea ha denunciato la legge di bilancio del Governo come una vera e propria manovra di guerra, che taglia la sanità, smantella il welfare, aumenta la spesa militare e alimenta la precarietà, mentre il genocidio del popolo palestinese prosegue nel silenzio della comunità internazionale“.
Usb “ha riaffermato il proprio no alla logica del riarmo e all’economia di guerra che sta consumando risorse pubbliche e diritti sociali. Ogni euro speso in armi è un euro sottratto alla scuola, alla sanità, alle pensioni, al lavoro. Da questa consapevolezza nasce la piattaforma dell’Unione Sindacale di Base: fermare la guerra e cambiare l’Italia, a partire da salari e pensioni dignitosi, da una scala mobile moderna, da una fiscalità realmente progressiva e da un piano pubblico per casa, salute, istruzione e occupazione stabile”.