Sciopero generale, i dubbi di un cittadino: non è che Landini pensa alla carriera e ci rende la vita difficile
- Postato il 24 novembre 2024
- Politica
- Di Blitz
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Sciopero generale. Prepariamoci: sarà un’altra giornata infernale quella di venerdì’ prossimo. 29 novembre, una data da non dimenticare. L’Italia sciopera: otto ore in tutti i settori, nessuno escluso.
Braccia incrociate: così vogliono Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri, i due leader di Cgil e Uil. Chi magari vorrà andare a lavorare sarà costretto a rimanere a casa o raggiungere a piedi l’ufficio, distante a volte diversi chilometri. Chi dovrà uscire per un impegno urgente forse perderà un’occasione favorevole. Chi avrà urgente bisogno di un medico rimarrà in attesa di un taxi che non arriverà mai.
Italia alla vigilia dello sciopero generale
Ecco quello che ci aspetta la vigilia del prossimo weekend. Una “rivolta sociale” voluta a ogni costo per andare contro la manovra economica che “farà guadagnare ancora di più i ricchi a discapito dei più poveri”.
“Una protesta che non si poteva rimandare”, sostiene Landini, il quale probabilmente non si preoccupa dello stato di disagio che sopporterà la gente, anche quella che il leader della Cgil vorrebbe difendere.
A Roma ne abbiamo avuta una dimostrazione lampante una manciata di giorni fa perché in quella occasione (altro sciopero generale) la città non solo è rimasta paralizzata, ma è come impazzita perché non sapeva in che modo “difendersi” da una decisione inopportuna.
Ragioniamo senza ideologie
Infatti, riflettiamo per un momento senza farci travolgere dall’ideologia. Chi subisce una punizione maggiore da questi eventi non sono le persone più agiate le quali potranno servirsi della loro macchina e raggiungere il posto di lavoro o essere puntuali ad un appuntamento.
Certo, il traffico sarà caotico, il tragitto apparirà più lungo, ci vorrà una maggiore pazienza, ma poi i guai saranno sopportabili.
Viceversa, è per le persone meno abbienti. A parte la giornata di lavoro che perderanno (che non è poco, visti gli stipendi che portano a casa ogni fine mese), non sapranno come accompagnare i figli piccoli a scuola se non ci sono gli autobus o saranno strapieni e quindi impossibili; non riusciranno a raggiungere il mercato se questo non è a portata di mano e rinunciare alla spesa quotidiana.
Per non parlare delle persone che essendo riuscite ad ottenere un appuntamento medico rischiano di farlo saltare e aspettare di conseguenza molto tempo per averne un altro.
I sindacati spiegano: “Non potevamo comportarci diversamente. Sono aumentati i profitti, sono scesi i salari. La povertà aumenta ed anche chi lavora spesso non sa come mettere insieme il pranzo con la cena”.
Insistono alzando il tono della voce: “Dovevamo prendere con urgenza una decisione, ecco perché si è parlato di segnale forte. Chi è contro le categorie deboli ha strumentalizzato il concetto ed ha puntato il dito contro di noi che vogliamo solo venire incontro alle fasce più povere”.
Tutto questo (che può sembrare un ragionamento giusto) si raggiunge con uno sciopero che paralizza il Paese? Non si possono trovare altri espedienti per trovare un accordo con il governo? Magari vedendosi più volte, discutendo ed approfondendo gli argomenti più scabrosi?”.
La risposta è no, sempre no e il welfare invece che venire incontro a chi ne ha bisogno si allontana sempre più.
La verità è che il sindacato è in crisi e deve far sentire la propria voce, altrimenti rischia di scomparire. Le cifre sono significative: negli ultimi anni, dieci all’incirca, la Cgil ha perduto oltre duecentomila iscritti e si interroga sul da farsi per non soccombere.
Senza dimenticare che Maurizio Landini è ormai ad un bivio della sua carriera. Dopo due mandati da segretario, il terzo non potrà più farlo, è vietato.
Così, come è giustificabile, pensa al futuro e a una carriera politica. Nonostante Elly Schlein sia oggi non attaccabile, non pochi pensano a come farla fuori. La poltrona di via del Nazareno è assai ambita ed è logico che sono molti coloro che la vorrebbero occupare. Landini è uno di loro?
Queste sono strategie che non c’entrano nulla con lo sciopero di venerdì prossimo. Riguardano i Palazzi del potere, non le centinaia di migliaia di persone che vorrebbero vivere una vita più tranquilla. Magari andando al lavoro con un buon autobus, impiegare poco e sperare in un futuro migliore che si può raggiungere con un sindacato forte, ma meno aggressivo e più razionale. Inviato da iPhone
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