Scelte musicali insolite per i funerali: INXS, Ozzy Osbourne, Lynyrd Skynyrd…

  • Postato il 22 giugno 2025
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La musica ha il potere di unire le persone. Ma, come ci dice la saggezza popolare, ciò che davvero unisce tutti, ma proprio tutti, è la morte. Lo so, è un argomento lugubre e che potrebbe risvegliare pensieri poco adatti all’inizio dell’estate. Prometto però di trattarlo con leggerezza in questo articolo. E allora parliamo delle scelte musicali insolite per i funerali.

È già da un po’ di tempo che i rituali di addio alle persone care si sono sempre più laicizzati, con i cori e gli inni più strettamente ecclesiastici che lasciano sempre più il posto a musiche più profane. E i personaggi famosi in questo sono all’avanguardia! Al funerale di Lady Diana, ad esempio, ricorderete tutti che Elton John ha eseguito Candle in the Wind. Un brano che certo non è stato scritto pensando a un’occasione simile, e allo stesso tempo un esempio che ha aperto la strada alle richieste più insolite per le agenzie di pompe funebri. In generale, potremmo dire che quando finisce una storia d’amore si attraversa una fase metaforica di lutto.

Non dovrebbe stupire tanto quindi che le atmosfere musicali legate alla nostalgia per una storia d’amore che non c’è più si adattino anche all’espressione del dolore per una perdita. Così, tra le canzoni più richieste alle celebrazioni dei funerali troviamo brani come My Heart Will Go On di Celine Dion, Angels di Robbie Williams, Imagining my Man di Aldous Harding, All this Useless Beauty di Elvis Costello, ma anche Wonderwall degli Oasis, Can’t Help Falling in Love di Elvis Presley o I Will Always Love You di Whitney Houston. Mi rendo conto che a molti di voi già alcune di queste canzoni sembreranno piuttosto inadeguate, ma aspettate… Intanto cerchiamo di capire il perché di certe scelte. Le atmosfere di tutti questi brani sono genericamente malinconiche e la malinconia si può certamente adattare ad ogni tipo di emozione di tristezza umana.

Da un punto di vista strettamente musicale, poi, mi sento di poter affermare che in molti casi le scelte preferite per i funerali presentano alcuni tratti in comune. Quello che probabilmente è il più frequente è una progressione armonica e melodica che sale, si innalza, quasi a imitare un gesto verso il cielo o a voler tirare su il morale. Fateci caso: spesso questa progressione si trova nel momento più emotivo del brano, che in genere corrisponde con il ritornello o il punto in cui si presenta il titolo o il messaggio centrale della canzone.

In Captain Fantastic, film del 2016 su una famiglia americana molto alternativa, al funerale molto laico della madre l’intera famiglia intona Sweet Child of Mine dei Guns’n’Roses: non perché il brano sia in qualche modo legato alla cerimonia funebre, ma semplicemente perché era il preferito della defunta. Questo è indubbiamente un altro criterio molto ricorrente nella scelta delle canzoni per un funerale. Insieme, aggiungerei, alla celebrità del brano: pare che spesso vengano preferite le canzoni che fanno da sigla o colonna sonora alle serie tv, ai programmi e ai film di maggiore successo. Seguendo questi due criteri, ritroviamo nelle classifiche dei brani più richiesti anche canzoni che non ci aspetteremmo proprio: Con te partirò di Andrea Bocelli, in genere nella versione inglese Time to Say Goodbye in duetto con Sarah Brightman; Over the Rainbow, originariamente scritta per il film Il mago di Oz del 1939, in genere scelta nella versione di Eva Cassidy; What a Wonderful World di Louis Armstrong; Let it Be dei Beatles.

E se alcune volte le scelte appaiono abbastanza in tono, come nel caso di Exit Music (For a Film) dei Radiohead, Knockin’ on Heaven’s Door di Bob Dylan o Morning Has Broken di Cat Stevens, altre volte la selezione musicale appare un po’ più sopra le righe: Puff Daddy & Faith Evans, I’ll be Missing You; Tina Turner, The Best; Bobby McFerrin, Don’t Worry, Be Happy. Anche ritrovare in queste classifiche un brano sì sui ricordi, ma con un andamento spensierato come In My Life dei Beatles a me fa un certo effetto, non so a voi…

Questi sono ovviamente solo alcuni esempi, per inquadrare in generale il discorso. Ma negli ultimi anni sono stati fatti diversi studi, un po’ in tutto il mondo, sul fenomeno delle scelte musicali insolite per i funerali, e la cosa mi ha incuriosito. Anche perché in tutte queste classifiche non figurano mai brani dark. Negli States, naturalmente, va molto di moda Amazing Grace, soprattutto dopo che è stata utilizzata ai funerali di diverse celebrità. In Italia, tra le varie scelte anche piuttosto discutibili, spunta De André, in particolare con Preghiera in gennaio. Sarei davvero curioso di sapere a quanti di voi è capitato di andare a un funerale e trovarsi ad ascoltare un brano, diciamo, un po’ “fuori contesto”…

Menzioni speciali

Ebbene sì, anche in questo caso, nonostante l’argomento, dopo aver stilato la lista dei brani a mio parere più interessanti, mi sono ritrovato con un elenco di brani che meritano una… menzione speciale! Partiamo con My Way di Frank Sinatra, un brano in cui si fanno un po’ i bilanci di una vita, quindi perché no, adatto anche a un funerale: tanto che è stata a lungo la scelta più popolare, superata solo recentemente in Inghilterra da un brano che ho inserito tra i più interessanti e che non vi svelerò ora, per non rovinarvi la sorpresa. Rimanendo nell’ambito dei grandi classici, il medley di Over the Rainbow e What a Wonderful World inciso dall’hawainano Israel Kamakawiwo’ole nel 1993 rientra certamente fra i più richiesti: d’altra parte entrambi i brani, lo abbiamo visto prima, sembrano essere considerati anche singolarmente particolarmente adatti all’occasione. Anche We’ll Meet Again, cantata da Vera Lynn nel 1939, risulta essere una scelta popolare, ovviamente soprattutto in Gran Bretagna.

Mentre in Germania, accanto alla già citata Whitney Houston, troviamo Enya, con la sua Only Time, pubblicata nel 2000 nell’album A Day Without Rain. Non sorprende a questo punto trovare Bridge Over Troubled Water, brano del 1969 di Simon & Garfunkel, tra le scelte più popolari. E neanche Tears in Heaven, singolo del 1992 di Eric Clapton, dedicato oltretutto al figlio morto in un incidente solo un anno prima. Trovo invece più singolari le scelte, pure molto popolari, di brani come Fix You dei Coldplay, pubblicato nell’album X&Y del 2005, o The Living Years, incluso nell’album omonimo dei Mike & the Mechanics del 1988.

Non credo proprio che gli artisti che hanno realizzato queste canzoni avrebbero mai pensato di ritrovarle nelle zone alte di una classifica così particolare. Di certo non è venuto in mente agli U2, quando nel 2004 hanno registrato Sometimes You Can’t Make it on Your Own per l’album How to Dismantle an Atomic Bomb. E lo stesso discorso vale per i Green Day e la loro When September Ends, inclusa in American Idiot del 2004. Ora però passiamo alle canzoni che ho scelto per voi, in una selezione che include casi davvero molto… particolari. Ma a noi alla fine interessa ascoltare buona musica, in qualsiasi occasione, anche a un funerale!

Gerry & the Peacemakers, You’ll Never Walk Alone

Pubblicato nel 1963 dalla band di Liverpool Gerry & the Peacemakers nell’album How Do You Like It?, You’ll Never Walk Alone è un brano dalla storia particolare. Dopo un iniziale successo, ha avuto infatti una seconda giovinezza quando è stato adottato come inno iconico della tifoseria del Liverpool, facendo scalpore in tutto il mondo e inaugurando la moda degli inni delle tifoserie di ogni squadra di calcio nel mondo. Il tema richiama chiaramente a un senso di appartenenza, di solidarietà e unione. E il tipico movimento di salita in corrispondenza del ritornello contribuisce non poco al pathos che indubbiamente trasmette. Come abbiamo già osservato, questo movimento e questo pathos si ritrovano spesso nelle canzoni scelte per i funerali. In pochi però avrebbero immaginato che da inno di una tifoseria di calcio, You’ll Never Walk Alone sarebbe diventata anche una delle canzoni preferite per le cerimonie funebri.

INXS, Never Tear Us Apart

Tratta dal sesto album degli INXS Kick del 1987, Never Tear Us Apart è una ballata piuttosto atipica anche per il gruppo australiano. Venne suonata al funerale del cantante della band Michael Hutchence dieci anni dopo, mentre la bara veniva portata fuori dalla cattedrale. E forse è stato proprio questo episodio a trasformarla in uno dei brani più scelti per i funerali. Il video che accompagnava l’uscita del singolo fu votato all’epoca come miglior video musicale dell’anno.

Eric Idle, Always Look on the Bright Side of Life

Conosciamo tutti il tipico umorismo nero britannico. Eppure sarebbe difficile per chiunque immaginare questa scelta per un funerale in una situazione reale: forse in una commedia cinematografica, ma non nella vita reale. Eppure, un articolo della BBC del 2014 rivela che questa è la canzone più popolare nel Regno Unito per i funerali! Ha superato My Way, che per molto tempo è stata in cima alle preferenze. Eric Idle dei Monty Python aveva registrato Always Look on the Bright Side of Life nel 1979 per la scena finale del film Brian di Nazareth (Life of Brian), ma non penso che neanche il genio di quel gruppo di comici avesse previsto che sarebbe divenuta così popolare per i funerali.

Queen, Another One Bites the Dust

Ancora un esempio di quanto può spingersi oltre l’umorismo nero tipicamente britannico. Questa scelta musicale appare decisamente fuori luogo per un funerale, tanto che, anche in questo caso, potremmo immaginarla solo per una dark comedy inglese. E invece Another One Bites the Dust, tratta dall’album Game pubblicato dai Queen nel 1980, figura tra le scelte più insolite ma anche più in voga in Gran Bretagna.

Ozzy Osbourne, Mama I’m Coming Home

Mama I’m Coming Home è una power ballad registrata da Ozzy Osbounre nel 1991 per il suo album No More Tears. L’atmosfera riflessiva e i toni hard rock fanno da base per una canzone che parla retrospettivamente di una relazione presumibilmente amorosa. Stupisce quindi come questo brano possa essere scelto come musica per un funerale. Eppure, i suoi temi epici figurano tra le scelte più comuni, soprattutto per il funerale di una madre.

Tom Waits, In the Neighbourhood

Tra le suggestioni più diffuse quando si parla di funerali, c’è senza dubbio l’immagine delle marching bands di New Orleans che accompagnano i cortei funebri, spesso suonando brani per certi versi allegri. Credo che ci sia questa suggestione dietro la scelta di In the Neighbourhood di Tom Waits, tratta dall’album Swordfihtrombones del 1983. Il brano presenta infatti il tipico andamento di marcia e il sound da marching band dei fiati, sui quali l’interpretazione vocale di Tom Waits si fa malinconica e struggente.

Lynyrd Skynyrd, Free Bird

Ancora una volta una ballata rock sulla fine di un amore, riflessiva e malinconica, ma certamente non pensata per un evento come un funerale. I Lynyrd Skynyrd pubblicarono Free Bird nel loro album di esordio (Pronounced ‘Leh-’neérd ‘Skin-’nérd) del 1973. In questo caso, credo che la fama del brano abbia un peso importante nella scelta come colonna sonora di un funerale. Da un punto di vista strettamente musicale, credo che sia rilevante anche la progressione armonica e melodica che si innalza verso l’alto, lanciando e accompagnando il lungo assolo di chitarra, in un crescendo costruito con grande pathos e che in qualche modo sembra risuonare anche con le corde della sofferenza per la perdita di qualcuno.

Marvin Gaye, Ain’t No Mountain High Enough

Scritta nel 1966 da Nickolas Ashford e Valerie Simpson per l’etichetta Motown, Ain’t No Mountain High Enough venne incisa da Marvin Gaye in duetto con Tammi Terrell nel 1967. Fu subito un grande successo, così come la versione registrata da Diana Ross nel 1970. Il brano esprime la forza dell’amore, un sentimento che è in grado di superare ogni barriera: una montagna, per quanto alta, una vallata, per quanto profonda, un fiume, per quanto largo. È facile capire come la lontananza di un amore possa diventare una metafora per la distanza creata dalla morte. Tanto più che anche qui troviamo quella formula musicale della progressione verso l’alto così frequente nelle scelte musicali, almeno in quelle più inusuali, per i funerali.

Bob Marley, Three Little Birds

A questo punto molti di voi staranno già pensando a che musica scegliere per il proprio funerale, per ravvivare l’atmosfera e risultare magari anche un po’ arditi. Ma vi avviso: non sarà facile superare la fantasia di chi ha già reso molto popolari brani come questo tra le scelte musicali per i funerali. Chi si sarebbe mai aspettato infatti di trovare un brano reggae tra le scelte più popolari per le musiche di un funerale? Quarta traccia dell’album Exodus, pubblicato nel 1977 da Bob Marley and the Wailers, Three Little Birds è un famosissimo brano reggae, che promuove il più classico e contagioso messaggio di speranza. E probabilmente è questa speranza che lo rende interessante per chi deve scegliere un brano per un ultimo addio.

Evanescence, Even in Death

Tra i brani che personalmente non mi aspetterei mai di ascoltare a un funerale, c’è senza dubbio questa Even in Death degli Evanescence, band gothic rock americana. Ma, alla luce di questo articolo, credo ormai di essere pronto a tutto! Inclusa nell’album Origin del 2000, Even in Death parla effettivamente di morte, come sempre associata alla fine di un amore, quasi fosse una metafora, con l’affermazione struggente quanto inquietante che “anche nella morte il nostro amore andrà avanti”. Tra chitarre distorte, ritmi pesanti e melodie eteree, immagino che questa scelta sia tipica di quegli irrimediabili romantici che si commuovono alla citazione dal film Il Corvo “Le persone muoiono, ma il vero amore è per sempre”. Nel video, ironia della sorte, ve ne propongo un’esecuzione dal vivo.

 

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