Scarone e Trucco (M5S): “Progetti eolici non condivisi. La Regione fermi l’assalto al territorio”

  • Postato il 21 maggio 2025
  • Politica
  • Di Il Vostro Giornale
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parco eolico isola del cantone isola del vento

Savona. Per il MoVimento 5 Stelle, il progetto del parco eolico sul Monte Chiappa nei comuni di San Bartolomeo al Mare e Villa Faraldi e Andora, che prevede sette aerogeneratori alti 180 metri per una potenza complessiva di 29,4 MW, presenta criticità troppo gravi per poter essere accettato.

Per Stefania Scarone, coordinatrice provinciale del M5S Savona, “nel Savonese si sta assistendo a un accanimento nei confronti di territori fragili, con proliferazione di progetti eolici speculativi che ignorano il principio di equa distribuzione. Il progetto “Cravarezza”, ad esempio, coinvolge i Comuni di Altare, Calice Ligure, Mallare e Orco Feglino, ed è solo l’ultimo di una lunga serie che comprende anche Bric Surite, Quiliano e Piccapietre. Con oltre il 90% degli impianti eolici liguri concentrati nella nostra provincia, è evidente che manca una pianificazione seria e si sta sacrificando l’identità paesaggistica e turistica della Val Bormida e dell’entroterra savonese sull’altare del profitto privato”.

“Il progetto Monte Chiappa, come altri in Liguria, si inserisce in questo schema di imposizione dall’alto e di scarsa trasparenza, con relazioni ambientali approssimative e valutazioni visive manipolate per minimizzare l’impatto reale sul paesaggio. La transizione energetica non può diventare sinonimo di devastazione ambientale e turistico-paesaggistica – aggiunge – La Regione Liguria deve individuare aree davvero idonee, con criteri oggettivi e partecipati, e non lasciare spazio alla giungla autorizzativa di questi anni”, ha concluso la coordinatrice savonese”.

Dello stesso avviso Lorenzo Trucco, coordinatore provinciale M5S Imperia, che ha trasmesso nei giorni scorsi a Regione, tramite PEC, un elenco di osservazioni critiche al progetto di Monte Chiappa. “Abbiamo evidenziato – spiega – rischi paesaggistici e ambientali, problemi legati alle falde acquifere, pericoli d’incendio in zone impervie difficilmente raggiungibili e il mancato rispetto delle distanze dai centri abitati. Le nuove strade necessarie al trasporto degli aerogeneratori comprometterebbero in modo irreversibile habitat naturali e geomorfologia locale”.

“Ora la Regione non potrà ignorare le centinaia di osservazioni presentate da cittadini, comitati, amministrazioni – concludono –. È il momento di dire basta a un modello invasivo e miope: l’energia pulita non può essere sporca di arroganza e disprezzo per i territori”.

 

Autore
Il Vostro Giornale

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