Scandalo referti istologici, anche il ministero della Salute invia gli ispettori all’Asp di Trapani
- Postato il 13 marzo 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Si moltiplicano le ispezioni sull’Asp di Trapani, dopo i ritardi sui referti istologici: anche il ministero della Salute, guidato da Orazio Schillaci, ha inviato i propri ispettori. Un’ispezione che parte dal caso di Trapani per poi approfondire anche le responsabilità dell’assessorato alla Salute. La responsabilità dell’Asp di Trapani si estende anche all’assessorato e dunque al governo? Da quando lo scandalo sui referti ha travolto l’ente trapanese, la tensione politica si è andata gonfiando: in tanti – perfino una petizione di 250 cittadini – hanno chiesto la testa del dg, il meloniano Ferdinando Croce, al quale nel frattempo facevano scudo i suoi, allo stesso tempo da fonti governative trapelava la notizia che l’assessorato alla Salute non era mai stato avvertito della grave situazione degli esami istologici a Trapani.
Particolare adesso smentito da una nota firmata dallo stesso Croce, lo scorso 18 luglio, in cui avvertiva l’assessorato alla Salute della grave carenze di medici nel settore di Anatomo patologia e dei gravi ritardi sui referti istologici: “La carenza di risorse umane ha comportato un considerevole ritardo diagnostico, aggravatosi ulteriormente dall’assenza temporanea di uno dei dirigenti medici, attualmente in servizio, per seri motivi di salute”, scriveva Croce. E già nella nota dello scorso luglio inviata all’assessorato regionale, Croce parlava di un ritardo di 3000 referti, e chiedeva l’autorizzazione ad esternalizzare il servizio per elaborare gli esami istologici. Quindi il direttore generale, nominato lo scorso febbraio, appena ravvisata la situazione di grave ritardo, aveva chiesto aiuto, senza ricevere mai risposta, secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it. Alla guida del dipartimento regionale in quel momento era Giovanna Volo, nomina voluta dal governatore in quota Fi, ma rimossa dopo essere stata travolta dalle critiche: “In Sicilia non serve un cartonato come Volo ma un vero assessore alla Sanità”, aveva attaccato Davide Faraone, senatore siciliano di Iv, qualche mese fa. Lo scorso gennaio, Schifani l’ha poi rimossa per nominare al suo posto Daniela Faraoni, direttore generale dell’Asp di Palermo.
Che l’assessorato alla Salute fosse stato già allertato è stato confermato anche dai familiari di un paziente di 68 anni, di Partinico, malato di tumore e poi deceduto senza avere ottenuto l’esito dell’esame per 5 mesi, nonostante le sollecitazioni: “Mi dispiace se adesso gli alti burocrati, commissari e manager “cadono dal pero” dicendo che non sapevano nulla. Io e la mia famiglia abbiamo inviato: mail, pec, fatto telefonate tutte puntualmente inevase, erano tutti latitanti”, ha detto la sorella del paziente che era stato operato il 15 aprile dell’anno scorso nell’ospedale Santo Vito e Santo Spirito di Alcamo. Solo l’ultimo dei tanti casi scoperti nelle ultime settimane. Dopo l’ultima ricognizione avviata dall’assessorato, i casi di tumore conclamati emersi sono addirittura 30. Tutti non refertati in tempo: una donna di Trapani di 44 anni si era sottoposta ad un esame alla tiroide il 15 maggio del 2024 ma il referto che svela la presenza di multipli noduli è arrivato solo lo scorso 7 marzo. Un uomo di 77 anni, invece, ha scoperto un tumore alla pelle solo adesso, nonostante la diagnosi fosse stata già fatta a novembre. Un altro caso è quello di un imprenditore di Mazara del Vallo di 47 anni, che dopo avere fatto l’esame istologico lo scorso 17 luglio ha solo da qualche giorno ricevuto il risultato: adenocarcinoma con castone ad anello, un tumore maligno per cui adesso si dovrà proseguire speditamente per garantire la salute del paziente.
Un vaso di pandora aperto dalla denuncia presentata alla procura di Marsala da Maria Cristina Gallo che ha ricevuto l’esito dell’esame istologico dopo 8 mesi, dopo cioè aver sviluppato metastasi. La procura guidata da Fernando Asaro ha aperto un’inchiesta partendo proprio dal caso della donna per poi approfondire tutti gli altri. Nel frattempo è salita la tensione tra Fdi e il governatore. Il dg di Trapani è infatti stato nominato da Schifani in quota Fdi. Croce è stato, infatti, capo gabinetto vicario dell’assessorato alla Salute quando era guidato da Ruggero Razza, e dovette dimettersi perché coinvolto nell’inchiesta sui dati Covid contraffatti che aveva travolto anche Razza. In seguito la posizione di Croce fu archiviata e fu nominato da Nello Musumeci consulente alla presidenza della Regione. Dopo il cambio di governo, un anno fa, è arrivata la nomina all’Asp di Trapani. Sulla quale ha sollevati dubbi nei giorni scorsi Faraone: “Il curriculum di Croce non riporta titoli professionali di direzione di strutture che abbiano risorse umane e finanziarie proprie e gestite in autonomia che possano dare titolo né all’iscrizione nell’Elenco nazionale, né che dimostrino capacità tali da poter ricoprire l’incarico, delicatissimo, di Direttore generale di una Asp”. Una nomina politica? “Abbiamo più e più volte denunciato l’ingerenza nelle nomine dei direttori generali a discapito di merito e preparazione ed in favore di esclusiva appartenenza politica, nel caso specifico al partito della Meloni”, ha sottolineato il senatore renziano. Ma di chi sono esattamente le responsabilità? Quelle penali le accerterà la procura di Marsala, ma un primo risultato arriverà ora anche dall’ispezione del ministero guidato da Schillaci, un tecnico voluto dalla presidente del Consiglio.
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