Scandalo formazione a Bergamo: così i soldi spesi dalle Fondazioni per comprare le sedi delle scuole finivano a Nembrini
- Postato il 27 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Immobili pagati dalle Fondazioni per la formazione professionale ma finiti per arricchire la sua famiglia. Ci sono documenti anche su queste transazioni tra quelli che gli inquirenti stanno esaminando a carico di Daniele Nembrini, il manager di Bergamo che dal 3 luglio 2024 è indagato con altre 11 persone per vari reati tra i quali malversazione, falsi in atti e bilanci delle Fondazioni San Michele Arcangelo e Ikaros (cariche che ha lasciato lo scorso anno), “Opere” vicine alla Curia bergamasca e a CL. I pm Emanuele Marchisio e Silvia Marchina, coordinati dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, vogliono fare luce sull’uso dei fondi per la formazione di Regione Lombardia, di Anpal Servizi e del Pnrr, milioni di contributi pubblici scomparsi mentre Nembrini, che sbandierava ai quattro venti il suo “voto di povertà”, viveva nel lusso, comprava immobili per 6 milioni alla sua famiglia e azioni di Banca del Fucino per 3,5 milioni intestate a Fondazione San Michele.
Dai documenti al vaglio degli inquirenti emerge un collegamento del fondatore delle “Opere” con l’immobiliarista Stefano Bergamelli. Bergamelli, oltre a essere stato beneficiario di contratti di “consulenza immobiliare” con alcune società di Nembrini, era stato anche per un periodo amministratore della Amber, società della quale il Fatto ha già scritto. Tra agosto 2016 e marzo 2017 la società ImBe Srl di Bergamelli ricevette da Fondazione Ikaros 1,65 milioni quale acconto per lavori di ampliamento della sede scolastica di Grumello del Monte (Bergamo). Mai i lavori non furono mai avviati, mentre Ikaros non fece alcun sollecito a ImBe. Poi a gennaio 2020 ImBe fallì ma la fondazione, nonostante il credito vantato, non si insinuò al passivo. Storia quasi identica per un’altra fondazione di Nembrini, la Et Labora (dedicata sia alla formazione con la scuola Upprendo sia all’inserimento al lavoro) che nel 2016 pagò come anticipo quasi 300mila euro per lavori mai completati e mai contestati per un immobile in affitto a Bergamo. Tutte uscite sono state passate a perdita nei rendiconti delle due Fondazioni.
Dai documenti in mano ai magistrati emerge poi che proprio nel 2016 ci furono versamenti sul conto intestato alla North Star Real Estate Italy, società controllata dalla lussemburghese North Star Investiment Sarl, di cui il Fatto ha già parlato. I fondi provenivano da una società di Dubai, Brandzilla General Trading Llc, e furono in parte venne destinati a una società della famiglia di Nembrini, NeDa poi ridenominata Ikonos e infine Solis, e in parte alla stessa ImBe. Nembrini e Bergamelli compaiono anche nella mailing list della società lettone di una pregiudicata italiana, Francesca Catino, tramite la quale Nembrini costituì 28 società in Lettonia e una in Lussemburgo.
Bergamelli però non è il solo imprenditore in rapporti con Nembrini. A giugno 2019 il manager fece costituire dalle quattro fondazioni operative (Ikaros, Et Labora, Meet Human e ITS JobsAcademy), che controllava tramite la San Michele Arcangelo, la società Ams Srl destinata a gestire operazioni immobiliari. Primo obiettivo di Ams era l’acquisto di una sede per Officium, consorzio che il gruppo ha realizzato per le attività amministrative e di supporto. Creato il consorzio posseduto con quattro quote uguali dalle Fondazioni, dopo averlo patrimonializzato, Nembrini fece deliberare dalle Opere che ciascuna cedesse il 50% delle proprie quote, a valore nominale, alla società della sua famiglia, l’ex NeDa poi Ikonos e oggi Solis.
Nel frattempo, la Fondazione San Michele si accordava con Bruno Scarpellini, proprietario di un immobile in via Palazzolo 66 a Bergamo, per acquistare e ristrutturare l’edificio tramite un mutuo con la Bcc Adda e Cremasco. A garanzia del finanziamento furono messe le sedi Ikaros di Calcio e Grumello. La quota di acquisto e ristrutturazione non finanziata dalla banca fu pagata dallo stesso Scarpellini con un mutuo infruttifero e con la promessa di una donazione di 100mila euro alla Fondazione San Michele Arcangelo, destinata a finanziare le attività delle Opere.
Una volta ottenuti mutuo, finanziamento infruttifero e promessa di donazione, ecco il colpo da maestro di Nembrini. Come primo passo il manager svuotò Ams, visto che era amministratore della stessa società e anche della Fondazione San Michele, nominando sua moglie Luisa Carminati propria delegata sia in Ams che nella Fondazione. Poi sua moglie deliberò “l’erogazione di un compenso straordinario per 100mila euro a favore dell’amministratore unico di Ams”, ovvero lo stesso Nembrini, “in considerazione dell’esito delle attività e dei risultati conseguiti” nell’operazione di via Palazzolo. Bonus e bonifico prontamente versati che non sono un caso isolato: il Fatto ha visionato almeno due bonus da 100mila euro versati dalle Fondazioni a Nembrini, mentre sua moglie otteneva dalle Fondazioni pagamenti totali per almeno 140mila euro a titolo di accordo tombale per essere stata “licenziata”. Secondo passo: Nembrini fece deliberare dalle Fondazioni Ikaros, Et Labora, Meet Human e ITS JobsAcademy di cedere a valore nominale le rimanenti quote di loro proprietà della Ams alla sua società di famiglia, Neda – Ikonos – Solis, nonostante Ams fosse già proprietaria dell’immobile di via Palazzolo, intestataria del mutuo e del finanziamento infruttifero. Terzo passo: dopo aver cambiato nome alla Ams in Dream Bricks, oggi Exodus Real Estate, Nembrini ha ottenuto che il venditore dell’immobile, Scarpellini, girasse alla sua società di famiglia sia il finanziamento infruttifero per l’acquisto e ristrutturazione di via Palazzolo sia la donazione da 100mila euro che era stata già erogata a Fondazione San Michele Arcangelo, ma da quella prontamente restituita. Quarto passo: Nembrini ha fatto deliberare al consorzio Officium di prendere l’immobile di via Palazzolo in affitto dalla sua società di famiglia, alla quale Officium paga 140mila euro l’anno, e di depositare una cauzione di 70mila euro. Canone di locazione superiore almeno del 30-40% ai valori di mercato in quella zona di Bergamo e per quel tipo d’immobile.
Su tutta questa girandola di operazioni ora la palla è in mano gli inquirenti. Intanto però molti dipendenti di alcune Fondazioni sono in arretrato di mesi di stipendio e i timori degli studenti aumentano. Con una nota della Regione Lombardia Simona Tironi, assessore all’Istruzione, formazione e lavoro, e Paolo Mora, direttore generale, oggi hanno assicurato che il Pirellone verserà le risorse per l’attività di docenza e le spese di funzionamento dell’anno scolastico, ma “attraverso opportune e prudenziali modalità” e “a fronte dello svolgimento delle stesse e della regolarità delle attestazioni che le comprovano, così come previste dalla disciplina regionale”. Anche il nuovo presidente della Fondazione San Michele, Luca Baravalle, ha emesso una nota in cui afferma l’impegno “a proseguire l’attività nel rigoroso rispetto dei valori che sono la sua ragion d’essere” e di “collaborare con gli inquirenti perché venga fatta la necessaria chiarezza”. Intanto le indagini continuano.
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