Savona, il Comitato Pensiero Critico contro il Liceo Made in Italy: “Un fallimento, meno di 1000 iscritti in Italia”. Sul 4+2: “Si studia meno”
- Postato il 22 dicembre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. “A metà gennaio 2026 si scoprirà l’andamento delle immatricolazioni al ‘liceo’ Made in Italy che per ben due anni consecutivi si sono rivelate un vero fallimento, con neanche un migliaio di iscritti in tutta Italia“. A criticare il nuovo indirizzo di studi voluto due anni fa dal governo Meloni e varato dal ministro Giuseppe Valditara è il Comitato Pensiero Critico.
In provincia di Savona l’indirizzo “Made in Italy” è stato attivato nel 2024/25 dal Della Rovere. Due le classi al momento attive, una prima e una seconda, con una quindicina di iscritti l’una: la maggior parte dei ragazzi è savonese ma c’è anche chi viene da più distante. Numeri, ovviamente, più bassi di quelli di altre alternative come il Linguistico (sempre al Della Rovere) o altri licei più tradizionali; numeri su cui ora il Comitato Pensiero Critico punta il dito.
“Questo nuovo indirizzo di studi, voluto dal governo Meloni, consiste in una sorta di liceo edulcorato – tuonano dal Comitato – perché non è previsto lo studio del latino e nel triennio la filosofia è ridimensionata a sole 2 ore settimanali. In compenso, si progettano percorsi enogastronomici (previsti da sempre nell’istituto alberghiero) e saponette biologiche (per cui esiste l’indirizzo di chimica cosmetica negli Itis). Questi curiosi moduli didattici sono frutto dell’inventiva dei docenti, costretti a lavorare senza libri di testo (non ne esistono per questo indirizzo!) e ignorando il vero obiettivo formativo del corso. I docenti di diritto ed economia politica, inoltre, hanno difficoltà a coinvolgere alunni quattordicenni che devono seguire una materia complessa e piena di tecnicismi per 6 ore settimanali. Si organizzano così laboratori sui prodotti Doc e Igp”.
“Sul sito del Ministero – prosegue il gruppo nato nel 2021 con l’obiettivo, in origine, di opporsi al Green Pass – si legge che il corso si propone di sviluppare ‘competenze imprenditoriali necessarie per valorizzare la produzione del made in Italy’. Si formano dunque dei piccoli imprenditori? Peccato però che per diventarlo non basti imparare a fare la pizza con grano esclusivamente italiano”.
Il Comitato stigmatizza anche la riforma “4+2” per l’istruzione tecnica e professionale, che dal prossimo anno scolastico prevederà solo 4 anni di scuola superiore anziché 5 (con valore del diploma pari al quinquennale) a cui poi aggiungere due anni di specializzazione negli ITS Academy. “E’ finalmente caduta la maschera sul monte ore complessivo necessario a ottenere il diploma – è l’accusa del Comitato – Tutti ricorderanno infatti le false rassicurazioni del Ministro, e dei sempre obbedienti Dirigenti scolastici, per cui non si sarebbero perse ore di lezione. Basta però consultare un qualsiasi piano di studi per rendersi conto che così non sarà. A titolo esemplificativo: per diplomarsi nel corso tecnico economico indirizzo turistico, laddove occorrevano 5 anni da 32 ore, adesso ne basteranno 4 da 35, di cui 2 pomeridiane addirittura in didattica a distanza, ci si diplomerà così con 660 ore di lezione in meno”.
“Ovviamente il livello di preparazione sarà lo stesso, il Ministro e i Dirigenti scolastici non hanno dubbi al riguardo – ironizzano i membri del Comitato – Non pensiate che questa opzione nasca con l’intento di tagliare cattedre e portare ulteriori risparmi alle casse del Ministero sulla ‘pelle’ degli studenti, magari facendoli anche partire per il militare con un anno di anticipo”.