Savona: «Criptovalute come i subprime, rischiamo una crisi»

  • Postato il 21 giugno 2025
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Savona: «Criptovalute come i subprime, rischiamo una crisi»

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Savona: «Non può sfuggire l’analogia tra i subprime, tra le radici della crisi finanziaria del 2008, e le criptovalute di oggi»

PAOLO Savona chiude i suoi sette anni alla Consob togliendosi una serie di sassolini dalle scarpe che da tempo gli davano fastidio. L’occasione è la presentazione della relazione annuale dell’autorità di vigilanza organizzata come ogni anno nella sede della Borsa. Nel discorso non mancano frecciate e osservazioni. Soprattutto nei confronti del governo con il quale i rapporti non sempre sono stati fluidi. A confermare la difficoltà di comunicazione il fatto che da Roma, a presenziare alla cerimonia che coincide anche con i cinquant’anni della Consob, c’è solamente Federico Freni, vice di Giorgetti all’Economia.

Le osservazioni di Savona si concentrano golden power, strumento definito ormai una vera e propria «arma multiuso», troppo spesso utilizzato per fini politici anziché per la protezione degli asset strategici nazionali. Il golden power, in pratica, permette al governo italiano di bloccare acquisizioni di aziende vitali per la sicurezza economica del Paese, ma Savona ha messo in chiaro che negli ultimi tempi questa facoltà è stata messa in mano alla politica come una leva di potere, rischiando di compromettere l’efficienza del mercato e di fare più danni che altro.

Non si è limitato a questo, però. Savona ha lanciato una frecciatina anche alla Banca Centrale Europea, accusata di rendere ancora più complicato il panorama delle opa bancarie per via di tempi di risposta troppo lunghi e incertezze normative. La Bce, che si era impegnata a scambiarsi informazioni senza necessità di solleciti formali tramite un memorandum d’intesa, ha, secondo Savona, creato difficoltà pratiche a chi voleva muoversi nel mercato. Le offerte pubbliche, infatti, si basano su un gioco di equilibri tra titoli azionari, influenzati dal valore di mercato, che diventa particolarmente sensibile se ci sono investitori internazionali in ballo.

Per Savona, la lentezza della Bce ha finito per creare un vero e proprio caos, indebolendo l’appeal dell’Italia agli occhi degli investitori. Ed è proprio per l’utilizzo ritenuto eccessivo dello strumento del golden power che Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, in una intervista a Repubblica, prende lo spunto per annunciare che, a meno di novità al momento poco probabili, è pronto a ritirare l’Ops che ha lanciato su Banco Bpm. L’intervento di Savona, in tal senso, si inserisce in un dibattito che ormai coinvolge tutto il mondo delle istituzioni economiche. Se da un lato la protezione degli asset strategici è fondamentale, dall’altro un sistema troppo rigido potrebbe trasformarsi in un ostacolo al progresso. Savona si congeda dalla Consob con un bilancio di luci e ombre, ma con l’intenzione di lasciare in eredità una riflessione critica sul presente e sul futuro.

Proprio per questo non poteva mancare un riferimento al tema a Savona molto caro, quello delle criptovalute. «Il rischio – dice – è riemerso sotto la spinta dell’illusione di facili guadagni così ben descritta da Carlo Collodi nel ‘Campo dei miracoli’ di Pinocchio e ha trovato alimento nel successo conseguito da quelli che hanno sfruttato l’occasione offerta dallo sviluppo delle tecnologie informatiche, come le criptovalute» ha detto Savona. Fino al monito finale: «Non può sfuggire l’analogia che si va determinando con le radici della crisi finanziaria del 2008 dovuta alla diffusione dei derivati complessi che contenevano crediti difficilmente rimborsabili (subprime) e causarono gravi conseguenze economiche, mettendo a rischio anche la sicurezza dello Stato»

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