Saponara, tra memoria antica e spirito autentico

Tra i monti Peloritani e il mare che bagna la costa nord-orientale della Sicilia si nasconde Saponara, un borgo che sembra emergere dalla trama di un antico racconto. Con origini che risalgono all’anno Mille, ha vissuto epoche di potere, dominazioni feudali, terremoti e rinascite, conservando nell’impianto urbano e nelle pietre il riflesso di secoli di storia.

Sorto attorno a un castello, di cui oggi restano affascinanti ruderi, ha mantenuto intatta la sua vocazione panoramica e strategica. Qui il tempo scorre lento, tra vinedde lastricate, chiese silenziose, fontane seicentesche e riti che si tramandano da generazioni. Si tratta di una meta che sorprende, che custodisce leggende e tradizioni ancora vive, che sa parlare con il cuore a chi lo visita.

Dove si trova

Saponara sorge in provincia di Messina, a pochi chilometri dal capoluogo, incastonato a 180 metri di altitudine sulle pendici settentrionali dei monti Peloritani. Si affaccia sul corso del torrente Cardà, poco prima che si unisca al Perarella per formare la fiumara omonima. Il paesaggio siciliano che lo circonda è dolce ma selvatico, plasmato da colline, ulivi, acqua e pietra, di quei silenzi che raccontano più delle parole.

Il Castello di Saponara

Dominando dall’alto l’abitato, il castello medievale di Saponara è ormai poco più di un rudere, ma basta raggiungerlo per comprendere tutta l’importanza che rivestì in passato.

Eretto su una collina a oltre 300 metri di quota, sebbene non accessibile all’interno, continua a sorvegliare con fierezza il borgo e i suoi dintorni. Delle mura rimangono tracce in pietra e laterizio, i resti di una torre e di un baluardo quadrangolare. Da lassù, il panorama si apre fino al mare e l’atmosfera sa di vento, di memoria e di sentinelle invisibili.

La Chiesa Madre di San Nicola di Bari

Cuore spirituale del paese è la Chiesa Madre di San Nicola di Bari, che nei secoli ha attraversato terremoti, restauri e rifacimenti senza mai perdere l’autenticità. Al suo interno, tra altari marmorei, affreschi e opere lignee, si respira una devozione radicata e profonda. Colpisce subito lo splendido affresco della Madonna del Rosario, incorniciato da una struttura lignea che ospita anche i Misteri, realizzata dal pittore Giuseppe Crestadoro.

Al centro della chiesa spicca il Crocifisso ligneo, un’opera imponente incorniciata da sei edicole scolpite, che raccontano momenti salienti del Vangelo. L’opera, arricchita da un ciborio ligneo con angeli adoranti e un piccolo rosone simbolo del dominio divino, è firmata dallo scultore Salvatore Anastasi. All’esterno, il campanile e la piazzetta Matrice, incorniciata da un tipico bar siciliano, invitano a una sosta lenta, magari con una granita in mano e lo sguardo sulle casette.

Il Quadrittu e la devozione per l’Immacolata

A Saponara, la fede è una tradizione viva, che si esprime con forza nella Festa del Quadrittu, una processione mariana che affonda le radici in un gesto di ribellione popolare: furono i carbonai, gente semplice ma determinata, a rivendicare il diritto di portare in spalla l’effigie sacra, un gesto simbolico che segnava la distanza dai notabili locali.

La festa, che culmina l’8 dicembre con la processione dell’Immacolata Concezione, è uno dei momenti più sentiti dell’anno: la statua lignea policroma, conservata nella chiesa a lei dedicata (un tempo intitolata a Santa Caterina d’Alessandria) è molto amata dai saponaresi.

La Fontana del Bottesco

Da piazza Immacolata, salendo tra le strette vinedde, si raggiunge uno degli angoli più suggestivi di Saponara ovvero la Fontana del Bottesco, un’antica sorgente risalente al Seicento dove scorre l’acqua limpida che disseta. Poco distante, ecco anche il lavatoio pubblico, altro luogo simbolo della quotidianità di una realtà non così lontana.

La sorgente, oltre a rappresentare un bene comune, è legata al nome stesso del paese. Saponara, infatti, deriva dalla pianta di Saponaria officinalis, un’erba un tempo utilizzata come detergente naturale. Acqua, pietra, tradizione e cura: la fontana racchiude tutto questo, e invita a fermarsi, ad ascoltare, a riconoscere la semplicità come forma di bellezza.

Autore
SiViaggia.it

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