Santarcangelo, il ministero declassa lo storico festival di teatro. La Regione Emilia-Romagna: “Motivi politici”
- Postato il 4 luglio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Lo storico Festival di Santarcangelo di Romagna (Rimini) inizia oggi, 4 luglio, tra le polemiche, la rabbia e una risonanza mediatica che non aveva mai avuto. A pochi giorni dall’inizio della 55/a edizione, la rassegna teatrale più longeva d’Italia, dedicata alla scena contemporanea, si è vista dimezzare il punteggio attribuito dalla Commissione progetti multidisciplinari del ministero della Cultura. Un vero e proprio declassamento che comporterà una riduzione dei fondi nazionali. Una decisione che ha fatto infuriare la Regione Emilia-Romagna, con la discesa in campo del suo presidente Pd, Michele de Pascale. “Il trattamento riservato dal ministero a Santarcangelo Festival e ad altre realtà dell’Emilia-Romagna non è casuale – accusa senza giri di parole il governatore, insieme a Gessica Allegni, assessora regionale alla Cultura -. Siamo stati penalizzati per motivi politici. Chiediamo di rivedere i punteggi”. Per la Regione, le valutazioni della commissione ministeriale “sono immotivate”. In ogni caso non finisce qui, avverte de Pascale: “E’ possibile che vi saranno ricorsi e richieste di riesame – anticipa -. Quello che è certo è che la Regione continuerà a sostenere i festival e gli spettacoli. A partire da quello di Santarcangelo, declassato in modo sconcertante dal ministero”.
“Chiediamo un chiarimento sia in sede tecnica che politica, perché se questa è una battaglia politica del governo contro questa manifestazione, va fatta a viso aperto e ci faremo sentire”, sbotta il sindaco di Santarcangelo di Romagna, Filippo Sacchetti. “Questa decisione è tutta politica – insiste -. La politica di ‘colpirne uno per educarne 100’: un attacco alla libertà di espressione che ormai sappiamo piacere poco a questo governo”. È molto amareggiata anche Alice Parma, sindaca per dieci anni di Santarcangelo di Romagna e ora consigliera regionale dem, che si rivolge direttamente al ministro alla Cultura, Alessandro Giuli. “Sono certa che non abdicherà alla qualità dell’arte per quella del potere. Avallare una scelta del genere, ingiustificata e ingiustificabile se non attraverso motivazioni politiche, punitive, liberticide, che però sono tutto il contrario di quello che una commissione ministeriale super partes dovrebbe fare, significa creare un precedente di una gravità inaudita”. “Una valutazione irricevibile nel merito e nel metodo, figlia di un Governo che ha trasformato la Commissione per il teatro in un manganello politico”, attacca a testa bassa il deputato dem Andrea Gnassi, annunciando la presentazione di un’interrogazione parlamentare al ministro della Cultura.
Insomma le istituzioni intendono dare battaglia, supportate anche dalla Cgil: “Siamo vicini alle lavoratrici e ai lavoratori di Santarcangelo dei teatri. E pensare che il ministro della Cultura dovrebbe promuovere la cultura nelle sue varie forme espressive”, commenta il sindacato. Nei prossimi giorni sono previste proteste e forme di ‘resistenza’ dai palcoscenici. “Il ministero della Cultura sembra abdicare al proprio mandato, declassandosi dal ruolo di istituzione chiamata a tutelare la diversità culturale”, è il duro giudizio del direttore artistico del festival, Tomasz Kireńczuk. “Il segnale è chiaro – prosegue -: non c’è più spazio per il rischio culturale, per la sperimentazione. Sembra avanzare una visione normalizzante, rassicurante, programmata dall’alto”. “Del fatto che alcuni eventi culturali come il Festival di Teatro di Santarcangelo abbiano subito un declassamento – replica in risposta agli attacchi il senatore modenese di FdI, Michele Barcaiuolo -, quello che non va giù all’attuale opposizione e a chi, per decenni ha gestito in modo autoreferenziale le politiche culturali, è non poter più disporre dei fondi pubblici a proprio piacimento, come strumento di propaganda ideologica, piuttosto che di reale sostegno al sistema culturale italiano ed emiliano-romagnolo”. “Nessuna censura – assicura la deputata meloniana Beatriz Colombo –, ma non esistono festival intoccabili. E negli anni, questo festival ha ospitato anche spettacoli controversi, come l’esibizione di un ballerino nudo che orinava in piazza davanti ai bambini o spettacoli a sfondo pro-gender. È questa la cultura che lo Stato dovrebbe finanziare?”.
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