Santanchè e la truffa all’Inps, la giunta del Senato vota per “salvare” la ministra prima dell’udienza preliminare

  • Postato il 23 settembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La destra va veloce e tenta di rallentare la decisione del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Milano sul rinvio a giudizio della ministra del Turismo Daniela Santanchè. L’esponente di Fratelli d’Italia rischia il processo per l’accusa di truffa all’Inps: durante il Covid avrebbe indebitamente richiesto e ottenuto 126mila euro di cassa integrazione mentre in realtà i suoi dipendenti lavoravano in smart working.

Ma in giunta per le immunità parlamentari del Senato la destra lavora per “salvare” la ministra e oggi ha votato a favore della relazione della senatrice della Lega Erika Stefani per l’attivazione del conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, di fronte alla Corte costituzionale, nei confronti della Procura di Milano, facendo riferimento ad alcune email e registrazioni che la riguardano fatte da privati.

L’utilizzo di queste email e registrazioni, dunque, viene definito contra legem e gli investigatori avrebbero dovuto estrarre tutto e chiedere l’autorizzazione. Da qui la richiesta di sollevare conflitto di attribuzione. La decisione – dopo il blitz fallito della scorsa settimana – è passata a maggioranza. L’opposizione si è espressa contro la relazione chiedendo di rimandare la decisione della Giunta a dopo il pronunciamento del giudice atteso nell’udienza del 21 ottobre. Il provvedimento potrebbe approdare già domani nell’Aula del Senato.

“La settimana scorsa avevamo registrato una fretta sospetta, come se alle orecchie dei colleghi del centrodestra fossero arrivate richieste affinché si procedesse di corsa per provare a scudare Santanchè nel procedimento per la truffa sui fondi Covid”, affermano le rappresentanti del M5S nella Giunta delle Elezioni e delle Immunità del Senato Ketty Damante e Ada Lopreiato.

“È incredibile come il Parlamento debba continuamente occuparsi dei guai giudiziari della ministra Santanché e di altri che devono chiedere protezione alla loro parte politica – continuano – Chiunque con un briciolo di dignità al posto di Daniela Santanché si sarebbe dimesso, ma sappiamo che lei e la dignità sono due rette parallele che non si incontrano mai. E chi non ha trovato quella stessa dignità è anche Giorgia Meloni, che non la invita a dimettersi”.

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Il Fatto Quotidiano

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