Santalucia e toghe, guerra senza quartiere al governo: "Fedeli alla Repubblica. Ecco cosa faremo"
- Postato il 18 gennaio 2025
- Di Libero Quotidiano
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Santalucia e toghe, guerra senza quartiere al governo: "Fedeli alla Repubblica. Ecco cosa faremo"
"Quale pericolo per i magistrati con la separazione delle carriere? Il pericolo è di attenuarne e affievolire le caratteristiche imprescindibili di autonomia e indipendenza. L'indipendenza del pubblico ministero, che è quella maggiormente esposta, si tradurrà in un deficit di indipendenza del giudice". Nuovo affondo contro il governo e la riforma del ministro della Giustizia Carlo Nordio da parte di Giuseppe Santalucia, il presidente uscente dell'Associazione Nazionale Magistrati.
L'intervento della toga alla riunione del Comitato direttivo centrale che ha avuto luogo alla Corte di Cassazione a Roma è stato salutato con una standing ovation dai presenti. Il magistrato ha quindi spiegato: "Il giudice decide sulla base degli affari che il pm porta sul suo tavolo. Se il pm non è totalmente indipendente, ed è evidente che nella ricerca e nella trattazione degli affari da sottoporre al giudice sarà in qualche modo condizionato e condizionerà il giudice al di là delle garanzie che quel giudice può godere, portare alcuni affari, che sono quelli che potrebbero disturbare il clima politico, significa impedire al giudice di esercitare la propria indipendenza nel modo più pieno possibile". Per questo, prosegue Santalucia, "non possiamo separare una magistratura dall'altra, perché pure la magistratura giudicante, seppur non toccata direttamente, ne risentirà inevitabilmente nell'esercizio della giurisdizione".
Nordio, subito dopo il primo dei 4 passaggi parlamentari della riforma, aveva chiesto al sindacato delle toghe un "dibattito razionale" nella strada che porterà al referendum popolare. L'inizio, però, non pare dei più promettenti.
"Non c'è nessuna forma di ribellismo illegale o istituzionalmente incompatibile con le forme di protesta di cui si parla - precisa però Santalucia, mettendo le mani avanti -, ma si tratta di rendere palese alla cittadinanza le ragioni per le quali noi riteniamo che questo disegno costituzionale non vada nel senso di un miglioramento della giustizia, nel rafforzamento delle garanzie di indipendenza e autonomia. Abbiamo il potere di dirlo".
"“Come funzionari pubblici siamo assolutamente fedeli alla Repubblica e proprio per questo che faremo ciò che ci accingiamo a fare: per fedeltà massima alla Repubblica', conclude Santalucia con parole che lasciano presagire una guerra senza quartiere. "Non amo la parola protesta, preferisco la parola proposta ma, ahimè, qui proposte di emendamento che rendano il testo costituzionalmente digeribile non ce ne sono: è un testo che andrebbe totalmente eliminato. Quindi noi coltiviamo l'unica arma di cui siamo capaci ossia il ragionamento e l'argomentazione: spiegheremo in tutte le sedi possibili, anche e soprattutto in vista della consultazione referendaria, le ragioni della protesta che non hanno nulla a che vedere con interessi corporativi".
Il presidente dell'Anm definisce i magistrati "profondamente colpiti" dalla "blindatura" del testo della riforma: "Se ne parla da 30 anni ma una cosa è parlarne nel dibattito pubblico e mediaticamente, ma un'altra cosa è parlarne in sede di decisione istituzionale. Non si può blindare un testo costituzionale, è inaccettabile comprimere il confronto su una riforma che segnerà la fisionomia della nostra democrazia".
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