Sanitopoli, Marcello Pittella chiede i danni per la detenzione
- Postato il 16 ottobre 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 2 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Sanitopoli, Marcello Pittella chiede i danni per la detenzione
Marcello Pittella chiede 150mila euro per ingiusta detenzione. Causa rinviata in Appello per astensione del Presidente Collazzo per «rapporti cordiali».
POTENZA – Centocinquantamila euro per due mesi di ingiusta detenzione, agli arresti domiciliari, da presidente della Regione Basilicata. E’ questa la richiesta avanzata da Marcello Pittella alla Corte d’appello di Potenza. Un anno e mezzo dopo la conferma dell’assoluzione dalle accuse sui concorsi truccati della sanità lucana. Ieri mattina i suoi legali, Donatello Cimadomo e Paolo Cillis, sono comparsi davanti ai giudici per la discussione della causa. Ma tutto è stato rinviato al 10 febbraio per l’astensione del presidente del collegio, Cataldo Collazzo, già consigliere di Rifondazione comunista e assessore regionale a Formazione, lavoro cultura e sport tra il 2002 e il 2004. Un’astensione dettata, stando alle parole delle stesso Collazzo, dai «cordiali rapporti» con l’attuale presidente del Consiglio regionale, già sindaco di Lauria tra il 2001 e il 2005.
LA LUNGA BATTAGLIA LEGALE DI MARCELLO PITTELLA DOPO L’ARRESTO DEL 2018 E LA DETENZIONE
Ai fini del riconoscimento dell’ingiusta detenzione i difensori dell’ex governatore si erano già rivolti in Cassazione poco dopo gli arresti domiciliari spiccati dal gip di Matera Rosa Nettis, a luglio 2018. All’epoca erano stata impugnate, in particolare, le ordinanze con cui il Tribunale del Riesame aveva convalidato i presupposti della misura cautelare, evidenziando – tra l’altro – le contraddizioni tra le dichiarazioni rese negli interrogatori di garanzia dal governatore e dall’ex direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria di Matera, Maria Benedetto, condannata in via definitiva a 5 anni. In particolare sul senso della trasferta di Benedetto a Lauria, per aggiornare il governatore sulle graduatorie provvisorie di una selezione. In seconda istanza, quindi, i giudici di piazzale Cavour avevano respinto le doglianze di Pittella. Ma sei anni e due assoluzioni dopo non è escluso che i giudici chiamati a decidere sulla richiesta di risarcimento vera e proprio si discostino da quella pronuncia.
ASSOLUZIONE PER I CONCORSI TRUCCATI: NON SI PUÒ STABILIRE “AL DI LÀ DI OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO”
A marzo 2024 la Corte d’appello di Potenza, in altra composizione, aveva sostenuto che non vi fosse modo di stabilire «al di là di ogni ragionevole dubbio» a quali «correttivi» facesse riferimento Benedetto, dopo aver incontrato l’allora governatore Marcello Pittella. Ovvero se intendesse i «correttivi» già effettuati sulle graduatorie del concorso a cui partecipavano i raccomandati dell’ex governatore, o altri ancora richiesti espressamente da quest’ultimo. Queste erano state le motivazioni alla base della bocciatura del ricorso della procura di Matera contro l’assoluzione rimediata in primo grado dal governatore. Per le accuse di concorso in falso e abuso d’ufficio in relazione alle presunte «pressioni» esercitate sull’allora direttore amministrativo dell’Asm «per la falsificazione» di un verbale di un concorso per 8 posti da assistente amministrativo.
LE INTERCETTAZIONI E LE CONDANNE DEFINITIVE PER I COIMPUTATI
La relatrice della sentenza, Rosa D’Amelio, aveva evidenziato che dalle sole intercettazioni telefoniche non è possibile dedurre “al di là di ogni ragionevole dubbio” «che il Pittella, nel corso della visita effettuata dalla Benedetto presso la sua abitazione in Lauria, abbia fatto pressioni sulla interlocutrice per ottenere una modifica dei punteggi già assegnati ai candidati del concorso in parola ed anzi dal tenore complessivo delle captazioni si potrebbe desumere che il Pittella, con atteggiamento cortese, abbia solo ricevuto le informazioni fornitegli dalla Benedetto.
L’inchiesta sui concorsi truccati nella sanità è costata all’attuale commissario di Azione Basilicata anche 5 mesi di sospensione dall’incarico, e la rinuncia alla corsa per un secondo mandato presidenziale. A dicembre dell’anno scorso la Cassazione ha confermato anche le condanne, ormai definitive, per l’ex direttore generale dell’Asm, Piero Quinto, l’ex direttore generale dell’Azienda sanitaria di Potenza, Giovanni Berardino Chiarelli; l’ex direttore amministrativo del Crob (Centro di riferimento oncologico) di Rionero, Gianvito Amendola; e la funzionaria del Crob, Angela Capuano.
Il Quotidiano del Sud.
Sanitopoli, Marcello Pittella chiede i danni per la detenzione