Sanità nel vibonese sotto inchiesta: 37enne morta dopo dimissioni ospedaliere
- Postato il 5 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
Sanità nel vibonese sotto inchiesta: 37enne morta dopo dimissioni ospedaliere
Sanità nel vibonese sotto inchiesta: la 37enne Maria Mamone, di Pannaconi, è morta in casa dopo essere stata più volte dimessa dagli ospedali. È la terza morte sospetta in poche settimane legata ai nosocomi del territorio.
VIBO VALENTIA – Un nuovo, drammatico episodio riaccende i riflettori sulla sanità del Vibonese. Maria Mamone, 37 anni, originaria di Tropea e residente a Pannaconi di Cessaniti, è morta nel pomeriggio del 3 giugno nella sua abitazione, tra le braccia del compagno Angelo D’Angiolillo, muratore di 38 anni. La donna lamentava da tempo forti dolori al petto, ma – secondo quanto denunciato dai familiari – sarebbe stata più volte rimandata a casa dai pronto soccorso degli ospedali di Tropea e Vibo Valentia. Nessuna diagnosi grave, solo ansia. Poi, l’irreparabile.
La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha disposto il sequestro della salma e l’apertura di un fascicolo d’inchiesta per fare luce su eventuali responsabilità mediche. L’autopsia, già disposta, sarà cruciale per stabilire le cause del decesso e verificare se siano ravvisabili negligenze, sottovalutazioni o omissioni.
IL CALVARIO TRA TROPEA E VIBO
Secondo il racconto dei familiari, il calvario della donna è iniziato a marzo, con un primo accesso al pronto soccorso dell’ospedale di Tropea. Seguirà, nel mese di aprile, un secondo accesso all’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia. In entrambe le circostanze, nonostante i forti dolori toracici, Maria sarebbe stata dimessa con la diagnosi di crisi d’ansia. Nessun approfondimento diagnostico, nessun ricovero.
Un ulteriore intervento sanitario risale al 27 maggio, quando un’ambulanza del 118 è stata chiamata presso l’abitazione della donna. Anche in quel caso – secondo il compagno – i soccorritori avrebbero escluso patologie fisiche, limitandosi a consigliare l’aiuto di uno psicologo per stress emotivo.
Maria si stava preparando a iniziare un nuovo impiego stagionale in un villaggio turistico. Era una giovane donna piena di progetti, legata alla famiglia e al suo territorio. Poi, due giorni fa, un nuovo malore improvviso: la corsa contro il tempo, l’ennesima chiamata al 118, i tentativi di rianimazione vani. Maria non ce l’ha fatta.
LA DENUNCIA DELLA FAMIGLIA
I familiari di Maria Mamone, distrutti dal dolore, hanno presentato una formale denuncia ai carabinieri, determinati ad andare fino in fondo per ottenere giustizia. “Mi mancherai tantissimo mio dolcissimo amore- scrive il compagno Angelo su Fb, postando una foto della moglie deceduta – non ci posso credere e non ho la forza e il coraggio e di pensare che tu non sia più nella mia vita. Ti amo vita mia, ora e per sempre”. Parole intrise di dolore per una perdita che si poteva evidentemente evitare e adesso il pensiero è rivolto a lei: “Che la terra ti sia lieve e che gli angeli ti accolgano in Paradiso. Il mare era il tuo svago – commenta ancora sotto un video della moglie col cagnolino sulla spiaggia – e anche la tua piccola “Kira”, era come una figlia per te e per me. Ancora non riesco a capacitarmi che sei andata via”.
TERZO CASO IN POCHE SETTIMANE: SANITÀ VIBONESE SOTTO INCHIESTA
La morte di Maria Mamone non è purtroppo un caso isolato. Solo poche settimane fa a Vibo si erano verificati altri due decessi “sospetti” legati al mondo della sanità: il primo quello di Martina Piserà, la giovane donna morta insieme al feto di sette mesi che portava in grembo; il secondo, avvenuto pochi giorni dopo, ha riguardato un feto prossimo alla nascita, mentre fortunatamente la madre, in quel caso, è sopravvissuta.
Tre tragedie che stanno facendo crescere l’inquietudine e l’indignazione tra i cittadini. Le associazioni del territorio e numerosi comitati civici chiedono chiarezza e interventi urgenti per riorganizzare il sistema sanitario provinciale, ormai da anni in grave sofferenza per carenze di personale, strutture fatiscenti e servizi sanitari insufficienti.
I prossimi giorni saranno decisivi. La Procura dovrà valutare se esistono responsabilità professionali e omesse diagnosi che possano aver determinato il tragico esito. Nel frattempo, la morte di Maria Mamone si aggiunge a un lungo elenco di casi che sollevano interrogativi sempre più pressanti sulla tenuta del sistema sanitario locale. In attesa dell’autopsia e delle verifiche giudiziarie, resta il dolore di una vita spezzata troppo presto.
Il Quotidiano del Sud.
Sanità nel vibonese sotto inchiesta: 37enne morta dopo dimissioni ospedaliere