Sanità, lo studio: “Liguria ai primi posti per performance dei servizi e soddisfazione dei cittadini”
- Postato il 2 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. La Liguria risulta la quinta regione in Italia per miglior performance dei servizi sanitari secondo l’ultima edizione dello studio condotto da Crea Sanità, centro di ricerca dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. L’analisi non ha preso in considerazione solo i livelli essenziali di assistenza, ma anche una serie di indicatori selezionati che considerano per la prima volta, accanto ai parametri sanitari e sociali, anche la soddisfazione dei cittadini. In quest’ultimo campo la Liguria si piazza addirittura al secondo posto, mentre risulta comunque nella parte alta della graduatoria in tema di qualità della vita.
Per definire le performance sanitarie sono stati coinvolti in tutto 107 rappresentanti di istituzioni, management delle aziende sanitarie, professioni sanitarie e industria medicale. L’indicatore finale è determinato da tre dimensioni (appropriatezza, esiti ed equità) con un peso specifico diverso assegnato dalle diverse categorie di stakeholder coinvolti.
La Liguria ha ottenuto un livello di performance pari al 45% in una classifica che vede al primo posto il Veneto col 55% e all’ultimo la Calabria col 22%. Il punteggio più alto è stato assegnato dalle professioni sanitarie (52%), assai meno lusinghiero quello determinato dagli utenti (37%).

In particolare, la nostra regione si rivela migliore della media nazionale in diversi parametri tra cui spesa sanitaria pubblica pro capite, incidenza della spesa per consumi sanitari delle famiglie sui consumi totali, implementazione della rete oncologica integrata, tasso di persone deboli o a rischio che ricevono interventi per l’integrazione sociale, tasso di over 75 non autosufficienti in trattamento residenziale, quota di prestazioni con priorità B eseguite nei tempi previsti (ma il valore è in peggioramento), tasso di popolazione con stili di vita corretti, tasso di anziani trattati in assistenza domiciliare integrata.
Risultano invece in “zona rossa” il tasso di utilizzo del Fse, il tasso di disabili e/o anziani che ricevono assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari, il tasso di mobilità passiva effettiva per Drg a bassa e media complessità e la quota di pazienti con Stem ai quali è stata effettuata una angioplastica coronarica entro 90 minuti dall’accesso in struttura.
La soddisfazione dei cittadini, condotta con un apposito sondaggio su “un campione rappresentativo della popolazione italiana”, raggiunge quasi il voto massimo con 7,7 punti su una scala da 1 a 10. Al primo posto c’è il Trentino Alto Adige (8,1), in fondo alla classifica la Basilicata e la Puglia con le uniche insufficienze (5,8). In particolare i liguri sarebbero contenti della facilità nel reperire i farmaci (8,8), dei medici di famiglia e della guardia medica (8,2), mentre il voto più basso viene assegnato all’assistenza ospedaliera non programmata, in sostanza il pronto soccorso (7).
Questa edizione include anche una misurazione della qualità della vita correlata alla salute attraverso l’unità di misura QALY impiegata nell’analisi costi-utilità che combina insieme durata e qualità della vita. La Liguria ottiene un punteggio di 0,897 (su scala 0-1) piazzandosi al sesto posto contro una media italiana di 0,887. Al primo posto ancora il Trentino (0,938), all’ultimo l’Umbria (0,84).
“I risultati dello studio mostrano un quadro complesso, caratterizzato da un aumento delle aspettative e da una correlazione positiva tra la performance dei servizi sanitari ed il livello di soddisfazione dei cittadini – commenta il Crea Sanità -. I livelli di performance regionali risultano ancora significativamente distanti dal target ottimale: negli anni il panel degli stakeholder, e in particolare i cittadini, aumentano le loro aspettative, ovvero spostano verso l’alto l’asticella della performance ottimale, ma nessuna Regione sembra riuscire ad avvicinarsi a quel livello. Nonostante i miglioramenti registrati, i livelli di performance regionale rimangono lontani dai valori ottimali. Il
divario tra Nord e Sud Italia persiste, ma si osserva una progressiva riduzione delle disparità“.