Sanità, Alisa diventa Liguria Salute e cambia funzioni: “Risparmieremo 7,5 milioni all’anno”
- Postato il 15 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Alisa sparisce, nasce l’azienda Liguria Salute. Che avrà solo funzioni “strategiche e operative”, chiarisce l’assessore Massimo Nicolò, con una struttura più snella e un risparmio promesso di 7 milioni e mezzo da reinvestire nelle prestazioni sanitarie per garantire i Lea. La riorganizzazione preannunciata dal presidente Marco Bucci – vociferata già durante la campagna elettorale dell’anno scorso – è stata varata oggi con un disegno di legge approvato dalla giunta, pronto a iniziare l’iter di approvazione prima in commissione e poi in Consiglio.
Ma perché non chiuderla del tutto? “C’è un motivo tecnico per lasciare in piedi l’azienda – risponde il governatore -. La chiusura prevede il commissariamento obbligatorio per sei mesi, con altro lavoro e altri soldi spesi. Dal punto di vista strutturale conviene mantenerla. Le funzioni di Liguria Salute sono fondamentali per l’efficienza, sono presenti in aziende simili quasi in tutte le Regioni e comunque saranno molte meno di quelle che ha oggi Alisa. Le risorse avanzate andranno a finire nel fondo sanitario e saranno usate per rafforzare le strutture territoriali, cioè Asl e ospedali”.
La nuova realtà sarà operativa dal 1° settembre 2025 e dal punto di vista organizzativo risponderà alla direzione generale del dipartimento Sanità e Servizi sociali guidata da Paolo Bordon. La governance, che ad oggi vede Filippo Ansaldi al vertice di Alisa, verrà completamente rivista: il nuovo direttore generale verrà nominato dalla giunta attingendo a un elenco di idonei che per l’occasione è stato riaperto con un apposito provvedimento approvato nella medesima seduta.
I primi effetti riguarderanno il personale. “Oggi in Alisa lavorano 109 persone che scenderanno a una quarantina, ma non lasceremo a casa nessuno“, puntualizza Nicolò. In particolare, 30 persone verranno trasferite alla direzione generale della Regione, 24 saranno dislocate sulle aziende ospedaliere dell’area genovese e tutte le altre dovrebbero trovare spazio nelle varie Asl. Il manager Bordon parla anche di “rinforzi“, ma non è chiaro al momento se ci saranno trasferimenti da altre strutture verso la nuova Liguria Salute.
Ma in concreto cosa cambierà sul fronte finanziario? “Oggi Alisa costa 12,53 milioni all’anno – spiega Bordon – di cui 7,74 per il personale dipendente, 835mila euro per la direzione strategica e quasi 4 milioni per il funzionamento, tra affitto della sede e spese connesse. La nuova organizzazione prevede costi per poco meno di 5 milioni di cui 2,3 per il personale e 2 milioni per i costi della rete, perché avremo minori bisogni anche in termini di spazio. La differenza è di circa 7,5 milioni che si potranno utilizzare per abbattere le liste d’attesa”. La sede dovrebbe rimanere in piazza della Vittoria, ma servirà probabilmente un piano in meno.
“Sarà un’azienda operativa – prosegue il direttore -. Si occuperà di facility management, di logistica, tutte funzioni di back office del sistema. Aiuterà a migliorare l’efficienza”. Tra le nuove competenze acquisite da Liguria Salute ci sarà la stesura dei capitolati di gara (mentre gli aspetti tecnici dei bandi continueranno a essere gestiti dalla Suar) e l’individuazione dei fabbisogni che “oggi è affidata alle singole aziende senza un governo regionale”, la valutazione costi-benefici per l’introduzione di nuove tecniche e altre attività che di volta in volta l’assessorato e l’area Salute della Regione potranno decidere di affidarle.
Bordon punta in particolare sull’ottimizzazione della logistica: “Abbiamo decine di magazzini sparsi in tutta la regione, non c’è un progetto coordinato centrale che introduca tecnologie nuove e automatizzate. Le Regioni che lo hanno fatto hanno risparmiato il 6-10% del valore messo in circolo”.
Tutte le funzioni di programmazione, coordinamento e governance delle aziende passeranno in capo al dipartimento regionale. Una rivoluzione che arriva a nove anni dalla nascita di Alisa, voluta dal presidente Giovanni Toti e dall’assessora Sonia Viale come strumento di governance della sanità regionale. Il suo superamento, spiega la Regione, è diventato necessario per “rispondere tempestivamente ai cittadini, a fronte dell’aumento della domanda assistenziale” e nell’ottica di “perseguire la piena sostenibilità economica del nostro sistema sociosanitario”.