Sandro Iacometti: Confindustria contro le polizze obbligatorie

  • Postato il 24 settembre 2024
  • Di Libero Quotidiano
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Sandro Iacometti: Confindustria contro le polizze obbligatorie

Tassa o paracadute? È tutto qui il nocciolo del dibattito acceso qualche giorno fa dalla presidente dell'Ania, Maria Bianca Farina, con le sue considerazioni sulla necessità di fronteggiare le catastrofi naturali con adeguate coperture assicurative. I dati parlano chiaro: l'Europa da questo punto di vista è molto più avanti e l'Italia resta sottoassicurata, scaricando sullo Stato gran parte dei costi provocati da calamità ed eventi climatici. Ma obbligare imprese e famiglie a sottoscrivere una polizza per colmare il gap, senza peraltro prevedere compensazioni fiscali di alcun tipo, è la strada giusta?

Dalle parti di Confedilizia, per quello che riguarda le case dei privati, e da quelle di Confindustria, preoccupati dei nuovi oneri sia sugli immobili sia sugli impianti produttivi, la pensano diversamente. A lanciare l'allarme sui rischi di proseguire su questo percoso è stata ieri Confindustria. Un monito arrivato proprio mentre dallo schema di decreto interministeriale illustrato ieri al Mimit emerge che, come previsto dalla manovra di bilancio 2024, l'obbligo per le imprese entrerà in vigore il primo gennaio 2025. Nessuna proroga, dunque, come si era ventilato nei giorni scorsi. Ma le case? «Stiamo dialogando col ministro Giorgetti: stiamo dicendo che potrebbe diventare un grande problema, perché potrebbe accadere che nei territori dove ci sono problemi gli industriali non investano più. Vuol dire desertificare pezzi del territorio e non ce lo possiamo permettere, occorre fare in modo che, in caso di alluvioni o terremoti, le strutture siano adeguate e siano forti», dice il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, rispondendo a una domanda proprio sulla proposta del ministro della Protezione civile Nello Musumeci di istituire un'assicurazione obbligatoria anche per le abitazioni.

 

 

 

Orsini parla da emiliano, a Bologna per l'inaugurazione del Cersaie, a pochi chilometri dalla Romagna colpita dall'alluvione: dal palco invita le forze politiche a non «fare polemiche» ma a lavorare «pancia a terra" per «finire i 280 cantieri che sono in corso e i 400 progetti». Ma mentre in Emilia-Romagna la Regione informa che le rotture sono state chiuse, i primi interventi urgenti sono stati terminati e gli evacuati sono scesi a circa 600, il confronto (e lo scontro) politico resta. A Palazzo Piacentini, alla presenza del ministro delle Imprese Adolfo Urso, è stato illustrato il decreto interministeriale che dall'anno prossimo obbligherà le imprese ad assicurarsi dai rischi catastrofali: il provvedimento prevede «premi proporzionali ai rischi tenendo conto delle caratteristiche del territorio e della vulnerabilità dei beni assicurati». Le compagnie assicurative, entro i limiti della propria tolleranza al rischio e in coerenza col fabbisogno di solvibilità globale, non potranno rifiutarsi di stipulare polizze con le imprese.

Sace Spa potrà riassicurare il rischio assunto dalle compagnie assicurative mediante la sottoscrizione di apposite convenzioni, a condizioni di mercato. «L'introduzione dell'obbligo di assicurazione consentirà alle nostre imprese di tutelare al meglio sia la produzione che l'occupazione», commenta Urso. A Bologna, dopo le obiezioni di Orsini, anche il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin mostra prudenza sulla possibilità di un obbligo assicurativo per le case: «Non c'è stata riunione nei Consigli dei ministri in cui si è parlato di polizze sugli edifici civili. Sulle imprese c'è ed è obbligatoria. Io credo che si debba lavorare su questo con dei criteri di compartecipazione e volontarietà». Parla di «riflessioni in corso» il sottosegretario al Mef Federico Freni, secondo cui «è ovvio che non si possa imporre al cittadino» la sottoscrizione.

 

 

 

Intanto, è iniziato all'insegna della polemica l'esame in Aula alla Camera della proposta di istituire una Commissione di inchiesta sul dissesto idrogeologico, focalizzata sugli eventi avvenuti dal 2019 in poi. Iniziativa scaturita dalla guerra di cifre esplosa in questi giorni che dimostrerebbe una certa, chiamiamola così, pigrizia delle amministrazioni locali nello spendere le risorse per mettere in sicurezza i territori. La proposta sostenuta dal centrodestra (primo firmatario Pino Bicchielli di Noi moderati che ha parlato di «qualcosa che non funziona» nella gestione delle emergenze), è stata ovviamente criticata dal Pd che con Andrea De Maria l'ha definita «un gesto offensivo». I Dem leggono in questa iniziativa l'intenzione di mettere sotto processo le amministrazioni emiliane, anche perché tra i compiti della Commissione è indicato proprio quello di «individuare le eventuali responsabilità nella mancata o carente attuazione dell'attività di prevenzione». E se i nodi vengono al pettine, il giochino di dare sempre la colpa al cambiamento climatico per qualsiasi catastrofe si verifichi potrebbe non bastare più.

 

 

 

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Libero Quotidiano

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