San Siro venduto per 197 milioni, la Giunta approva la delibera: Inter e Milan ottengono dal Comune anche lo “scudo penale”

  • Postato il 17 settembre 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La Giunta del comune di Milano ha approvato la delibera relativa alla vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti a Inter e Milan. Ora il documento dovrà essere discusso dalle commissioni, a partire da venerdì, e approderà nell’aula del Consiglio comunale la prossima settimana. Il prezzo di vendita dello stadio e delle aree limitrofe ai club è di 197 milioni di euro, di cui 73 saranno versati contestualmente alla sottoscrizione del contratto, la restante parte sarà rateizzata. Ma è confermato anche lo “sconto” del Comune: per quanto riguarda la rimozione dell’attuale tunnel Patroclo e le opere di bonifica dell’area, il Comune sosterrà una quota dei relativi costi fino a un massimo di 22 milioni di euro, un po’ meno rispetto ai 36 milioni previsti inizialmente. La novità però è lo “scudo penale” chiesto da Inter e Milan e inserito in extremis nella delibera: i club infatti potranno rescindere dal “contratto” di vendita dello stadio San Siro se sull’operazione dovessero essere aperte “indagini o procedimenti penali che impediscano l’inizio dei lavori nei tempi concordati” o mettano in “discussione la bancabilità del progetto”.

Il dettaglio emerge dalla delibera di vendita del Meazza approvata dalla giunta del Palazzo Marino guidata dal sindaco Giuseppe Sala. La richiesta di “scudo penale” è stata presentata e recepita oggi stesso dal Comune su richiesta dell’avvocato Alberto Toffoletto dello studio Nctm. In una mail inviata alla vice direttrice generale di Palazzo Marino, Carmela Francesca, il legale ha chiesto un “regime di protezione” dell’acquirente nel caso “che si apra un procedimento penale relativo a qualche profilo dell’operazione di vendita e sviluppo della Grande Funzione Urbana San Siro”. Anche qualora si rivelasse in seguito “infondato” ma che possa “avere l’effetto di bloccare i lavori o impattare negativamente sulla bancabilità dell’operazione”. Secondo la delibera, che dovrà passare il vaglio del consiglio comunale, in caso di indagini della Procura di Milano o eventualmente della Corte dei Conti le squadre e il Comune si impegnano a “incontrarsi per valutare la soluzione“, cercare di “salvaguardare l’efficacia del contratto” e valutare “la possibilità” di arrivare alla “risoluzione del contratto”. Se le indagini dovessero impedire “l’avvio dei lavori” entro i “primi 9 mesi” dalla stipula, ognuna delle due parti potrà “recedere dal contratto” nei successivi 30 giorni attraverso la “restituzione” dell’area a fronte del “rimborso” di quanto già versato.

L’unico no dall’assessora dei Verdi

“In giunta c’è stato un ampio dibattito” sulla delibera. Lo ha spiegato la vicesindaca del Comune di Milano che ha anche la delega all’Urbanistica, Anna Scavuzzo, al termine della giunta che ha approvato il documento. L’assessora Elena Grandi, che ha la delega al Verde ed è espressione di Europa Verde, “ha portato il parere negativo sulla delibera, come del resto già espresso dal gruppo dei Verdi – ha concluso Scavuzzo – Adesso sarà il Consiglio comunale a decidere col voto”. L’esame da parte delle commissioni consiliari di Palazzo Marino potrebbe iniziare già venerdì, mentre è probabile che la votazione avverrà nella seduta del 25 settembre. La stessa Scavuzzo ha ricordato che termine per l’approvazione è il 30 settembre.La delibera verrà sottoposta al voto così com’è, non essendo emendabile. “Non è possibile accettare nessun emendamento perché andrebbe a inficiare l’equilibrio delle relazioni. E di fatto anche se ci fossero gli emendamenti, non sarebbero accolti”, ha detto Scavuzzo. Discorso diverso per gli ordini del giorno che saranno presentati dai consiglieri e potrebbe ricevere il parere favorevole della giunta.

“Oggi io ho espresso la mia contrarietà alla delibera” sulla vendita di San Siro “nei suoi contenuti riconoscendo il grandissimo lavoro fatto dalla vicesindaca e da tutta l’amministrazione per migliorarla. Però nel nostro programma elettorale c’era scritto chiarissimo che San Siro per noi era un elemento dirimente e che avremmo sempre votato in modo contrario, perché crediamo che possa avere un altro destino“, ha dichiarato l’assessora Grandi, spiegando la sua contrarietà al progetto. “Noi siamo consapevoli del fatto che bisogna trovare una soluzione. L’impatto ambientale di quel cantiere, di quelle demolizioni, produrrà una quantità di polveri e di CO2 che dovremo gestire, con compensazioni che oggi non sono ancora chiare”, ha aggiunto. Però, nessuna rottura con Sala o dimissione in vista: “Credo che col sindaco ci sia un ottimo rapporto di fiducia e rispetto e di quanto ognuno sta facendo quello che deve – ha concluso Grandi -. Poi vedremo cosa succederà ma sono convinta che si possano fare tante buone cose in questo ultimo anno di mandato”.

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Il Fatto Quotidiano

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