San Barbato Resort: Riesame bis per Liseno che resta in carcere
- Postato il 16 dicembre 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
San Barbato Resort: Riesame bis per Liseno che resta in carcere

San Barbato, Riesame bis per Liseno: Resta in carcere l’imprenditore di Lavello, ma la Cassazione chiede di rivalutare gli arresti. Accolto in parte il ricorso dei difensori. Le motivazioni verranno depositate a breve
POTENZA- Resta ancora in carcere l’imprenditore di Lavello Antonio Liseno. Ma il Tribunale del riesame di Potenza dovrà valutare di nuovo il ricorso presentato dai suoi difensori, gli avvocati Gaetano Sassanelli e Antonio Carretta, per il ritorno in libertà. E’ questo il verdetto della Corte di cassazione al termine della terza e ultima udienza sull’inchiesta sul riciclaggio dei soldi della mala cerignolana nel cantiere del San Barbato Resort.
LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE E IL RINVIO AL RIESAME MA LISENO RESTA IN CARCERE
Le motivazioni della decisione verranno depositate a breve, poi inizieranno a decorrere i 10 giorni di tempo concessi dalla legge per una nuova decisione del Riesame, che a luglio aveva già confermato l’ordinanza di misure cautelari eseguita all’inizio del mese. Quali che siano le perplessità dei giudici di piazzale Cavour, ad ogni modo, in casi come questi non è raro assistere a un’attenuazione delle misure cautelari prima ancora dell’udienza di rinvio. Se i legali dell’imprenditore lavellese dovessero presentare un’istanza al riguardo, quindi, non è escluso che possa rincongiungersi con i familiari prima ancora di Natale. Dopo 5 mesi di carcere.
IL QUADRO ACCUSATORIO E LE CONFERME PER I COINDAGATI
La scorsa settimana la Cassazione aveva confermato il carcere per due pregiudicati cerignolani, Sante Cartagena e Pasquale Saracino, accusati di aver “lavato” nel cantiere del resort 5 stelle lusso di Liseno qualcosa come 9 milioni e mezzo di euro. «Provento e profitto – secondo i pm dell’Antimafia di Potenza – di rapine, ricettazioni, frodi fiscali ed altri numerosi delitti». Due giorni più tardi, però, la stessa Corte aveva bocciato l’aggravamento delle accuse all’imprenditore chiesto dai pm, convinti che siano stati agevolati gli affari del clan mafioso dei Piaruggi, egemone sulla mala di Cerignola e dintorni.
A DIFESA DELL’IMPRENDITORE E I RAPPORTI CON I CERIGNOLANI
Durante l’interrogatorio di garanzia innanzi al gip che ha firmato l’ordinanza di arresti nei suoi confronti il patron del San Barbato Resort aveva liquidato le accuse come montature. Quanto ai rapporti con i rapinatori Cerignolani, invece, Liseno aveva detto che a presentarglieli era stato lo stesso Finiguerra, che sarebbe stato in debito con colo di una somma imprecisata di denaro.
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