Sampdoria, l'incubo Serie C è reale: crolla la quota retrocessione dei blucerchiati
- Postato il 18 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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La Sampdoria continua a scivolare, e lo fa in un modo che ormai non sorprende più nessuno. Quando siamo arrivati, ormai, a quasi un terzo di campionato, i blucerchiati sono ultimi, inchiodati a 7 punti e con la sensazione di essere entrati in un loop temporale simile a quello attraversato nella passata stagione (solo la penalizzazione del Brescia a campionato finito e il play-out disputato tardivamente vinto contro la Salernitana evitarono la retrocessione), dal quale è difficile riemergere.
La classifica parla chiaro, ma è soprattutto il clima attorno alla squadra a raccontare una verità più profonda: la Samp sta perdendo se stessa.
- Le quote dei bookmaker
- La Sampdoria è in picchiata libera
- La Serie B non aspetta
- L'incubo della Lega Pro è reale
Le quote dei bookmaker
E i bookmaker, che raramente sbagliano il polso delle situazioni, hanno iniziato a segnare rosso su rosso. La quota retrocessione, stabile intorno a quattro, non è più un campanello d’allarme, ma un segnale di piena emergenza e preoccupazione. Il dato, però, che più colpisce non riguarda tanto i risultati, quanto l’incapacità della squadra di mostrare una continuità tecnica e mentale. In dodici giornate, la Sampdoria ha cambiato tre allenatori (Donati, Foti con l’ex vice di Mourinho che rimarrà nello staff e adesso Gregucci), un record negativo che pesa come un macigno. Ogni volta un nuovo inizio, una nuova idea, una nuova impostazione tattica, ma se si riparte sempre da zero, la costruzione di un’identità diventa quasi impossibile. insomma è come tentare di scalare una montagna con la sabbia sotto i piedi.
La Sampdoria è in picchiata libera
La squadra si ritrova così intrappolata in un meccanismo dove non c’è tempo per assimilare, per crescere, per sbagliare e correggersi: si riparte cambiando guida, senza che ci sia mai davvero una direzione. Il campo (unico giudice supremo) restituisce esattamente questa confusione: la formazione ligure segna poco, subisce troppo (19 le reti incassate) e soprattutto vacilla nei momenti chiave, quando una squadra in difficoltà dovrebbe almeno far valere la fame, l’istinto di sopravvivenza o il senso di appartenenza.
Le partite sembrano tutte con lo stesso copione: una buona intenzione iniziale, qualche sprazzo, poi il buio, le incertezze, gli errori individuali e il risultato non può che essere quello di una formazione che non dà mai realmente la sensazione di potersi rimettere in carreggiata. E quando anche l’ambiente, dalla tifoseria allo spogliatoio, inizia a vivere la stagione più come un incubo che come una missione possibile, quella diventa la vera zavorra.
La Serie B non aspetta
La Serie B non è un campionato che aspetta più di tanto: confonde, travolge, inghiotte chi non è pronto e la Sampdoria, oggi, non sembra avere né la stabilità né l’organizzazione per affrontarlo con lucidità. A questo si aggiunge l’incertezza societaria, il bilancio in rosso (i blucerchiati hanno accumulato circa 70 milioni di debiti nel luglio scorso), il peso psicologico di una storia gloriosa che rischia di schiacciare chi la porta addosso, come se quella maglia che un tempo era protezione ora diventasse responsabilità.
Eppure, non tutto è perduto, in quanto il tempo per aggiustare le cose c’è, la stagione è ancora lunga e la zona salvezza è a portata di mano per una squadra che dopo aver sfiorato l’inferno con un dito solamente pochi mesi fa, non sta riuscendo a voltare pagina. Serve quindi una scossa forte, netta, definitiva, ma soprattutto una guida stabile, che non venga rimessa in discussione alla prima tempesta; mentre a gennaio la società deve essere brava a inserire nel proprio organico innesti mirati con l’obiettivo di “salvare il salvabile”.
L’incubo della Lega Pro è reale
La Sampdoria non può abituarsi all’idea di lottare per evitare la Serie C. La sua storia, la sua tifoseria, il suo blasone chiedono un cambio di rotta immediato. Perché se questa crisi continua a crescere, rischia di diventare qualcosa di molto più grande di una seconda stagione sbagliata consecutiva. E a questo punto della stagione è arrivato il momento di reagire davvero. Ora o mai più.