Sampdoria, la crisi non è ancora alle spalle: Donati si aggrappa a Pafundi ma c’è già un intoppo per il futuro
- Postato il 7 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Il poker rifilato al Pescara ha riportato, almeno per novanta minuti, un po’ di luce a Marassi. Ma dietro al 4-1, con un super Pafundi protagonista, che ha interrotto il digiuno di vittorie, la crisi della Sampdoria resta tutt’altro che risolta. La situazione in casa blucerchiata è ancora carica di tensione, con una tifoseria mobilitata in massa contro una proprietà accusata di scarsa chiarezza e assenteismo. Mentre in campo arrivano segnali incoraggianti, fuori dal campo il clima resta cupo. Ora serve continuità e una risposta dall’alto per cercare di ricompattare l’ambiente.
- Sampdoria, la protesta dei tifosi: cori, striscioni e dirigenti "wanted"
- Pafundi, prima gioia e un futuro in bilico
- Sampdoria, ora serve continuità
Sampdoria, la protesta dei tifosi: cori, striscioni e dirigenti “wanted”
Prima del match, migliaia di sostenitori si sono radunati in via del Piano per dare vita a una protesta pacifica ma determinata, organizzata dai Gruppi della Sud. Il corteo ha preso il via attorno alle 14.50 ed è arrivato fino all’ingresso della tribuna autorità. A dominare la scena, lo striscione già noto: “Società indegna, vendi la Sampdoria”, affiancato da cori e altri messaggi contro la dirigenza, come “Tey, Walker, Manfredi, Fredberg. Ci siamo capiti? Qui non siete più graditi”. Solo uno dei destinatari del messaggio, Frederik Fredberg, era presente allo stadio. Gli altri tre, Tey, Manfredi e Walker, erano assenti – come ormai accade da diverse settimane. Dopo una prima parte di stagione in cui la loro presenza in tribuna era abituale, i vertici hanno scelto di defilarsi, evitando sia Genova che le trasferte. Una mossa che ha acuito la sensazione di distanza e incomunicabilità tra proprietà e piazza.
Durante la manifestazione non si sono registrati incidenti. I tifosi si sono posizionati pacificamente davanti ai tornelli, dove è stato lanciato un messaggio simbolico: “Chiunque della società voglia entrare dovrà passare da qui”. L’area era presidiata da polizia e carabinieri in assetto antisommossa, ma la situazione è rimasta tranquilla. Fino alle 15.30 si sono alternati cori contro la società e incitamenti alla squadra, come “Noi vogliamo questa vittoria”. Poi il presidio si è sciolto e i tifosi sono entrati allo stadio per sostenere i giocatori. Non è stato un episodio isolato. Solo pochi giorni prima, un gruppo di tifosi si era recato al centro sportivo Mugnaini per chiedere alla squadra un cambio di rotta, esponendo uno striscione eloquente: “Poche chiacchiere, vincete”. Anche in quell’occasione, però, i dirigenti non si sono fatti vedere, come riportato da Calciomercato.com.
Pafundi, prima gioia e un futuro in bilico
In questo clima incandescente, sul campo è emersa una nota positiva: Simone Pafundi, classe 2006, ha trovato il primo gol tra i professionisti. Una rete che ha aperto la strada alla vittoria contro il Pescara e che rappresenta un momento chiave nella sua crescita. L’ex prodigio dell’Udinese – arrivato a Genova in prestito con diritto di riscatto – si è guadagnato il posto da titolare nelle ultime tre gare e sta iniziando a incidere davvero.
La formula del trasferimento è chiara: la Sampdoria può riscattarlo per 5 milioni di euro, ma l’Udinese ha mantenuto un diritto di contro-riscatto fissato a 6 milioni, segno che i friulani non hanno intenzione di perdere facilmente il controllo sul giocatore. Resta da capire se la Samp, con le attuali difficoltà economiche, potrà permettersi un investimento del genere. Sul piano tecnico, però, Pafundi rappresenta una delle poche certezze del momento. Ha già completato l’intero percorso con le Nazionali giovanili: Mondiale U20, Europeo U19 e ora la convocazione in Under 21 con il c.t. Baldini. È cresciuto guardando i video di Maradona, influenzato dalla passione del padre Salvatore. Ora è arrivato il momento di prendersi il suo spazio, per il bene dei blucerchiati e anche dell’Italia.
Sampdoria, ora serve continuità
Il netto successo contro il Pescara ha messo fine a un avvio di stagione disastroso, con quattro sconfitte nelle prime quattro giornate, seguite da due pareggi e da un ambiente sempre più ostile. Andrea Donati ha potuto tirare un lungo sospiro di sollievo. Tuttavia, finché non verrà chiarito il futuro societario e finché la dirigenza continuerà a evitare il confronto diretto con la piazza, sarà difficile pensare a una vera rinascita. La Sampdoria ha bisogno di stabilità, di un progetto credibile e – soprattutto – di una proprietà che torni a farsi vedere e sentire. Per ora, ci si aggrappa ai segnali positivi del campo. E al talento di un ragazzo di 17 anni, che ha appena segnato il suo primo gol tra i grandi. Forse, nel buio, un piccolo punto di luce.