Salva una turista che sta per annegare, la Capitaneria lo multa: bagnino eroe deve pagare 1032 euro

  • Postato il 19 settembre 2024
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Ha compiuto egregiamente il proprio dovere, salvando una turista tedesca settantenne colta da malore che rischiava di annegare di fronte alla spiaggia di Ca’ Savio, sul litorale veneziano di Cavallino-Treporti. Eppure Saverio Amato, un bagnino di 44 anni, è stato multato dalla Capitaneria di Porto per non avere tempestivamente avvisato della situazione di emergenza che si era creata ed era stata risolta, facendo intervenire in prima battuta il 118. Si tratta di una multa salata, 1.032 euro che il veterano dei bagnini, già premiato nel 2021 per un analogo salvataggio, deve sborsare di tasca propria.

Ha ricevuto un verbale di accertamento ed ha presentato ricorso. Il salvataggio era avvenuto il 3 settembre. I bagnini erano entrati in acqua quando si erano accorti della donna in difficoltà e poi avevano chiamato i sanitari del pronto intervento, che avevano provveduto al ricovero. Qui nasce il problema normativo che ha portato alla paradossale contestazione, una somma che equivale quasi a un mese di stipendio.

Il bagnino avrebbe dovuto comunicare (“immediatamente e tempestivamente”) l’avvenuto intervento alla Capitaneria di Porto, non avendolo fatto avrebbe impedito che venissero svolti gli accertamenti e i compiti istituzionali previsti. Ad informare la Capitaneria era stato il 118 e non il bagnino. Quest’ultimo batte proprio su questo punto nella sua autodifesa per sostenere di aver adempiuto al proprio compito. Spiega che assieme agli altri colleghi presenti in spiaggia, valutando la situazione, aveva telefonato al 118, dalla centrale era partita una richiesta di elisoccorso e quindi una segnalazione alla Capitaneria di Porto, seguendo il protocollo previsto per la gestione delle emergenze. Il bagnino obietta: “Forniamo in ogni occasione la massima collaborazione alla Guardia Costiera, segnalando qualsiasi situazione di pericolo per la vita umana in mare o di inquinamento ambientale, con assoluta immediatezza al verificarsi dell’evento. In questo caso non si è trattato di inquinamento ambientale e neppure di pericolo per la vita umana, visto che l’infortunato era stato trasportato sulla spiaggia dagli assistenti ai bagnanti ed erano iniziate le manovre di soccorso avvenute a terra”. In una parola, non si trattava di segnalare una barca in difficoltà, ma di procedere con le cure sanitarie.

Proprio durante l’estate i bagnini del litorale di Jesolo e Cavallino avevano minacciato un clamoroso sciopero da attuare nel giorno di ferragosto. Poi la protesta era rientrata. Si sentivano sotto tiro della Capitaneria che ha intensificato i controlli sulle attività in spiaggia, contestando le irregolarità più diverse. “Chiediamo un rapporto tra sanzione e infrazione. – avevano dichiarato in quella occasione – Non siamo fannulloni, chiediamo solo di poter lavorare in serenità: questa professione negli anni ha perso tutta la sua attrattività e, se va avanti così, tra poco non esisterà più”.

Foto di archivio

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Il Fatto Quotidiano

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