Salman Rushdie testimonia al processo per l'aggressione subita

Salman Rushdie testimonia al processo per l'aggressione subita

AGI - L'autore dei "Versetti satanici" Salman Rushdie ha iniziato a testimoniare al processo nel nord degli Stati Uniti contro il suo presunto aggressore, dal quale ha delineato i dettagli dell'aggressione che gli ha fatto perdere l'uso dell'occhio destro. Dopo aver prestato giuramento, lo scrittore ha iniziato a raccontare alla giuria di Mayville l'accoltellamento avvenuto nell'estate del 2022.

Hadi Matar, un libanese-americano cresciuto negli Stati Uniti, è accusato di aver tentato di ucciderlo, più di trent'anni dopo che l'Iran aveva emesso una fatwa che lo condannava a morte per il suo famoso libro, considerato blasfemo da Teheran.

"Ero consapevole che questa persona si stava precipitando verso di me alla mia destra. Ma l'ho visto solo all'ultimo minuto", ha raccontato l'autore de "I versetti satanici", descrivendo ai giurati il momento in cui l'aggressore ha fatto irruzione sul palco e ha tentato di ucciderlo. "Dopo la coltellata nell'occhio - ha ricordato Rushdie - ho urlato a causa dell'intenso dolore". Subito si è trovato in un "lago di sangue".

Lo scrittore ha inoltre affermato che, poco prima di essere portato in barella fuori dal centro culturale e trasportato in elicottero in un ospedale traumatologico, ha temuto il peggio: "Pensavo di essere morto".

Rushdie, che durante l'udienza indossava occhiali polarizzati per mascherare il suo occhio danneggiato, ha poi descritto le ferite e le cure cui è stato sottoposto: "Era molto grave e ci è voluto molto tempo per riprendersi. Lo squarcio nel collo era così profondo che ha dovuto essere tenuto insieme con delle graffette di metallo".

Non sono mancati momenti più leggeri. Concludendo la sua testimonianza, lo scrittore, diventato un'icona globale della libertà di espressione, ha suscitato le risate dei giurati quando ha riferito della prima frase che ha pronunciato dopo aver riacquistato la parola è stata: "Posso parlare!"