Sallusti: le giravolte di Conte, da amico italiano di Donald a feroce anti-Trump

  • Postato il 11 marzo 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Sallusti: le giravolte di Conte, da amico italiano di Donald a feroce anti-Trump

Cambiare idea è segno di intelligenza. Non avere un baricentro ideale (non idealistico, diciamo un abbozzo di visione del mondo) minimo e riconoscibile è segno di contismo, l'evoluzione 5.0 del grillismo, il populismo in gessato e pochette.

Ricordate “Giuseppi”, l'amico italiano, il presidente del Consiglio che in mezzo allo scetticismo dei colleghi europei dava sponda al Trump Uno, riecheggiandone le parole d'ordine sulla stretta all'immigrazione in nome dell'alleanza gialloverde? Un turbo-atlantista, usando le categorie dell'attuale Avvocato del Popolo. Ma perfino il Conte già transitato dalla sua prima metamorfosi, il premier giallorosso «punto di riferimento fortissimo dei progressisti», proseguì a coltivare (o simulare, nel canovaccio allestito da Rocco Casalino è lo stesso) un rapporto preferenziale col 45esimo, oggi 47esimo, presidente americano.

ùSono comunque passate ere geologiche. Nell'intervista di ieri al Corriere, l'ultimo (almeno al momento in cui questo pezzo va in stampa) Giuseppe Conte, il capo del pacifismo oltranzista nei fatti filo-moscovita, mostrava anzitutto una preoccupazione. Sganciarsi il più possibile dall'Orco col ciuffo. Per cui sì certo, gli tocca in ouverture confermare le sue stesse parole: «Sul conflitto russo-ucraino Trump ha disvelato l'ipocrisia europea». Dopodiché, inserisce la retromarcia e pigia sull'acceleratore, offrendo un saggio virtuosistico di excusatio non petita.

«Ma ho avuto anche parole di condanna per altre iniziative di Trump, dai dazi alla trasformazione di Gaza in una località balneare. E sono preoccupato per la posizione degli Usa sulle occupazioni abusive in Cisgiordania». Insomma ho cambiato vita, non sono più lo stesso uomo, sono da tempo uno dei vostri, ho preso la tessera del mainstream anti-trumpiano e anti-amerikano.

Ma è al punto successivo, che Peppino Conte reinventa il concetto stesso di inversione a U. Proprio lui, che dal giorno in cui Putin ha mosso il primo carro armato ha rimproverato l'inaccettabile attitudine di Zelensky a difendersi, riscopre il bon-ton diplomatico e sentenzia che nello Studio Ovale Trump ha sbagliato. «Quello scontro in mondovisione è stato un errore», perché «ha dato un vantaggio a Putin in una trattava in cui gli Usa devono negoziare tutelando l'Ucraina, che merita una pace giusta».

Se vuole rimediare, Trump può sempre contattare il Kissinger di Volturara Appula. Che evidentemente è in un grande momento di forma: pochi giorni fa incontrando i giornalisti si è messo a bacchettare il ministro degli Esteri Tajani, colpevole di sostenere il piano «non per il riarmo, ma per la sicurezza europea». Errore da matita blu, secondo Giuseppe Conte, che ha imbastito una supercazzola con tutti i tic linguistici cari ai pacifinti nostrani: «La sicurezza si costruisce predisponendosi a un negoziato e non ad alimentare la guerra che questa strategia militare dell'escalation sta alimentando da anni». Ripensandoci, chissà cosa direbbe di quel Conte Giuseppe che da inquilino di Palazzo Chigi parlava così all'Europarlamento: «Certamente dobbiamo proseguire nel percorso di integrazione della difesa europea. Una difesa europea comune non solo non è antitetica alla Nato, ma può rappresentare un utile complemento, anche per dare più sicurezza ai propri cittadini». Era il 12 febbraio 2019, e il tizio governava insieme alla Lega. Partito con cui «non abbiamo nulla a che vedere», assicurava invece l'altro tizio, specchiandosi davanti ai microfoni. Altro giro, altra maschera: per forza Grillo ha perso, ha trovato un comico migliore di lui.

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Libero Quotidiano

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