Salario minimo per gli appalti comunali, il centrosinistra: “Si può fare, ecco il modello Firenze”
- Postato il 20 maggio 2025
- Copertina
- Di Genova24
- 3 Visualizzazioni


Genova. Una delle prime tre pratiche sulla scrivania di Silvia Salis, se sarà eletta sindaca, sarà avviare un percorso per garantire il salario minimo di 9 euro l’ora per gli appalti comunali. Lo ha ribadito nell’intervista con Genova24. Ma lo aveva già dichiarato più volte in queste settimane di campagna elettorale: “Il lavoro povero è purtroppo è una grande emergenza di Genova”.
Una proposta che il centrodestra, e in particolare l’avversario candidato sindaco Pietro Piciocchi, già assessore al Bilancio del Comune di Genova (con l’eco dell’assessore al Lavoro Mario Mascia) aveva bollato come propagandistica: “Ricordo che in base al codice degli appalti le retribuzioni, vincolanti per le stazioni appaltanti, sono quelle stabilite dalla contrattazione collettiva”.
Oggi, però, in una conferenza stampa nel point della candidata del campo largo, si è affermato il contraio. Ovvero che il salario minimo per gli appalti comunali “si può fare”. Ne hanno parlato, insieme all’assessore al Lavoro del Comune di Firenze, Dario Danti (Sinistra Italiana), l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, Simona Cosso (Avs – Sinistra Italiana), candidata presidente al municipio Centro Est per Silvia Salis e Simone D’Angelo, segretario del Pd Genova.
L’esponente della giunta di Firenze (nei giorni scorsi per la campagna elettorale a Genova si è vista anche la sindaca Sara Funaro) ha spiegato in che modo il suo Comune è riuscito a creare un modello che garantisce equità e diritti con una delibera che introduce il salario minimo in tutti gli appalti del Comune. La norma votata dal consiglio comunale dopo un iter di circa un anno ed entrata in vigore nel 2024 senza che vi siano mai stati ricorsi da parte di aziende o interventi da parte delle procure contabili, stabilisce che negli appalti in cui il Comune di Firenze è stazione appaltante nessuno dovrà guadagnare meno di 9 euro l’ora.
“Il testo approvato impegna il Comune di Firenze ad adeguarsi al Codice degli appalti in vigore, che impone l’applicazione del contratto nazionale e territoriale più attinente all’attività svolta dalle persone impiegate dalle aziende che vincono gli appalti pubblici – spiega Danti – in aggiunta a questo impegno l’amministrazione comunale verifica anche che i contratti indicati nelle procedure di gara prevedano un trattamento economico minimo di 9 euro l’ora. Inoltre ogni sei mesi il Comune di Firenze preparerà un rapporto sugli appalti in corso, mentre saranno fissati incontri periodici con i sindacati per verificare come raggiungere l’obiettivo dei 9 euro l’ora”.
La normativa a cui si riferiva il vicesindaco reggente di Genova Pietro Piciocchi, secondo cui un intervento del genere sarebbe impossibile, è stata rispettata con un meccanismo che non “impone” il salario ma istituisce delle premialità forti nelle gare d’appalto per le aziende che introducano il salario minimo oltre ad altri criteri come la presenza di lavoratori giovani, con disabilità o donne, e a una diminuzione della quota riferibile ai ribassi d’asta.
“Siamo stati i primi in Italia a strutturare le gare in questo modo – continua l’assessore di Firenze – e ora anche altre amministrazioni ci stanno venendo dietro, l’aspetto positivo è che non abbiamo avuto grandi resistenze da parte delle aziende che hanno partecipato alle gare, anzi, hanno tutte aderito”. Secondo Danti sarà possibile, in caso di vittoria del centrosinistra, creare un dialogo tra i funzionari del Comune di Genova e quelli di Firenze per trasferire il know how della PA in questa materia.
“Il Lavoro è il primo punto della coalizione – ribadisce Simona Cosso di Avs – oggi un enorme problema da affrontare a tutti i livelli istituzionali, a partire da quello nazionale fino all’ultimo avamposto territoriale, che a Genova devono essere i municipi. Il tema del lavoro è fondamentale e va affrontato attraverso l’implementazione organica delle competenze in tutti gli enti pubblici e la rete a loro connessa. Serve parlare di lavoro e di economia, e bisogna farlo con chi lavora tutti i giorni. Anche a livello Municipale si può fare tanto per agevolare e valorizzare la piccola impresa che vive con competenza e peculiarità tutti i vari Centri di Genova da Levante a Ponente. Dare forza ai municipi vuol dire dare forza e voce all’economia locale. Dobbiamo costruire percorsi di sviluppo, attraverso l’innovazione e la tecnologia a portata di tutti e tutte, per un’economia davvero sostenibile, inclusiva e di valore per gli abitanti dei quartieri”.
Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro e responsabile Lavoro per il Pd nazionale, oltre che consigliere regionale, ha ricordato come le due iniziative legislative portate avanti in consiglio regionale non siano state prese granché in considerazione da parte del governo di centrodestra: “Abbiamo lanciato una proposta per alzare l’indennità dei tirocini extracurricolari a 988 euro e una proprio per introdurre il salario minimo negli appalti pubblici”.
Simone D’Angelo, segretario genovese del Pd e consigliere regionale, ha sottolineato come “il modello Firenze” sia una risposta “a chi ci tacciava di incompetenza sul fatto che il salario minimo non fosse applicabile agli appalti comunali”. Inoltre ha spiegato come, se il centrosinistra andrà al governo, cercherà di favorire il lavoro di qualità con alcune azioni immediate “a partire da una nuova visione del Piano urbanistico comunale, uno strumento che purtroppo, negli ultimi anni, ha favorito lo sviluppo di realtà di lavoro povero”.